Il default di Country Garden è stato evitato per un soffio, ma i mercati aspettano a tirare il fiato. Il primo gruppo immobiliare privato cinese ha annunciato agli obbligazionisti di aver pagato le cedole dei bond in dollari (22,5 milioni) dovuti ad agosto poche ore prima che scadesse il “periodo di grazia” di 30 giorni che gli era stato concesso.

Venerdì 1º settembre il gruppo è riuscito a ottenere dai creditori anche il dilazionamento del pagamento di un bond in yuan per il valore di 540 milioni di dollari, che sarà ora dovuto nel corso di tre anni.

Nonostante la pressione si sia allentata e lunedì il titolo sia volato in Borsa con il 14,61 per cento, il giorno seguente ha già iniziato a cedere due punti. Gli investitori osservano con cautela la situazione: un possibile fallimento del gruppo fa temere un contagio sulle banche nazionali e sui mercati, e la paura che possa verificarsi lo stesso esito della vicenda Evergrande è dietro l’angolo.

UNO SCOMODO PREDECESSORE

Il colosso cinese dell’immobiliare Evergrande, una volta considerato too big to fail, è in crisi dal 2021 e a metà agosto ha richiesto al tribunale di New York di poter ricorrere al Chapter 15 per la protezione dei creditori internazionali, una forma di ristrutturazione del debito offshore che mette al sicuro i beni della società dai pignoramenti. Fondato nel 1996 da Hui Ka Yan, Evergrande è il secondo gruppo immobiliare dietro Country Garden e la società immobiliare più indebitata al mondo. Al momento il suo debito ammonta a 300 miliardi di dollari.

Quello che sta succedendo ai due gruppi è la manifestazione concreta di una crisi che coinvolge l’intero settore immobiliare, che da solo rappresenta un quarto del Pil cinese. La crescita delle attività dei servizi è rallentata, la domanda di abitazioni è diminuita, anche per la sfiducia degli acquirenti nelle società, e i prezzi stanno scendendo.

Inoltre, negli ultimi anni il governo ha cambiato il proprio atteggiamento verso le aziende private del settore, passando da un supporto consistente a tagliare i prestiti, nella speranza di frenare la speculazione. A quel punto, tuttavia, Evergrande si era già espansa in altri ambiti, come quello calcistico, automobilistico e agroalimentare, trovandosi con così poca liquidità da non poter nemmeno pagare più i fornitori e ultimare gli immobili già acquistati.

LaPresse

SALVI PER POCO

Country Garden, d’altra parte, è sempre riuscita a pagare i debitori nelle scadenze, ma nel primo semestre del 2023 ha registrato una perdita netta di 6,72 miliardi di dollari, che si aggiunge a un’altra perdita di 930 milioni nel semestre precedente. Con un debito a fine 2022 che ammontava a 190 miliardi di dollari e l’impossibilità di pagare le obbligazioni offshore entro la scadenza del 6 agosto il gruppo è stato declassato da Moody’s, passando a un rating di Caa1.

Per quanto adesso Country Garden abbia rassicurato gli obbligazionisti, gli strumenti che il governo sta adottando per ridare vitalità al settore, come l’abbassamento dei tassi d’interesse e dei prestiti preferenziali per chi acquista la prima casa in una grande città, non bastano per convincere gli investitori. «Una domanda interna debole e i prezzi delle case che stanno crollando, soprattutto nelle città più piccole, non sventano la preoccupazione per la fragilità del sistema immobiliare», ha detto a Reuters Susanna Streeter, della società di finanziamento inglese Hargreaves Lanswon.

© Riproduzione riservata