L’attentato all’ex presidente ha cambiato radicalmente il clima della campagna elettorale. Oggi Trump verrà incoronato dalla convention repubblicana. Gli avversari alle prese con Biden
Nella notte tra sabato e domenica un comizio di Donald Trump a Butler, in Pennsylvania, è stato improvvisamente interrotto da alcuni colpi d’arma da fuoco. L’ex presidente è stato fatto rapidamente abbassare dagli agenti dei servizi segreti della sua scorta dopo essersi toccato l’orecchio, sfiorato da un proiettile.
Prima di essere scortato via dal personale di sicurezza, il tycoon si è alzato in piedi con il volto insanguinato agitando il pugno e ha pronunciato le parole «fight, fight, fight». Qualche minuto più tardi, dopo le conferme provenienti dal suo staff, Trump ha ringraziato i servizi segreti per il loro lavoro. Quindi ha trascorso la notte in New Jersey, nel suo golf club di Bedminster.
Ieri, con un tono inconsueto da parte sua, l’ex presidente ha invitato gli americani a «rimanere uniti» e a evitare «che il Male prevalga», per mostrare al mondo il nostro «vero Carattere» (anche il presidente Joe Biden ha detto che in America «non c’è spazio per questa violenza» e ha invitato la nazione a «restare unita»). Retorica a cui si è aggiunto una raro intervento pubblico della moglie Melania.
In una lettera di due pagine l’ex first lady ha invitato i suoi concittadini a «superare l’odio» e a ricordare che «i politici» sono anch’essi «persone con una famiglia che li ama» e non «macchine» e che «l’amore» deve superare «le opinioni diverse, le divergenze e le macchinazioni politiche».
L’attentatore
L’Fbi avrebbe identificato il colpevole della sparatoria nel ventenne Thomas Matthew Crooks, che abita a Bethel Park, a circa sessanta chilometri di distanza dal luogo dell’evento. È stato ucciso dai cecchini della polizia locale che stazionavano sui tetti degli edifici che circondavano il palco da cui il Trump stava arringando la folla.
Crooks ha sparato da diverse centinaia di metri provocando un morto tra i sostenitori dell’ex presidente e tre feriti, tra cui il nipote del deputato texano Ronny Jackson, che però è stato colpito lievemente al collo.
Secondo una prima testimonianza raccolta da un giornalista della Bbc, un manifestante avrebbe visto l’assalitore salire sul tetto qualche minuto prima e avrebbe allertato la polizia che però non sarebbe intervenuta. Non ci sono conferme alle sue dichiarazioni ma di certo ci sono state delle falle nella sicurezza. E Biden ha annunciato «un’indagine indipendente sull’operato del Secret service».
Nessuna conferma sulle motivazioni dell’assalitore, su cui permangono molti dubbi: era registrato come repubblicano, ma aveva donato circa 15 dollari a un’organizzazione vicina ai dem nel 2021. Troppo poco per capire le ragioni profonde del gesto e anche le prime dichiarazioni dei vicini di casa del sobborgo residenziale di Bethel Park, dove Crooks viveva con i genitori, ci restituiscono solo il grande stupore per quanto accaduto. Di certo c’è solo che deteneva legalmente un’arma d’assalto e che nella sua auto l’Fbi ha trovato dei congegni esplosivi.
I repubblicani
Non sono mancate le manifestazioni di solidarietà da parte dei dem, a cominciare dallo stesso presidente Biden che ha chiamato il suo avversario poco dopo l’attentato.
Analoghe attestazioni di solidarietà sono arrivate anche da parte della vicepresidente Kamala Harris, dei leader del Congresso Hakeem Jeffries e Chuck Schumer, e persino Bernie Sanders, icona della sinistra radicale, ha mandato la sua solidarietà.
Dietro la coltre unitaria però, c’è qualche crepa. Il favorito per essere nominato vicepresidente nel ticket repubblicano, il giovane senatore dell’Ohio J.D. Vance, ha puntato il dito contro la «retorica della campagna di Biden» che avrebbe portato «al tentativo di assassinio» di Trump. Il deputato Mike Collins della Georgia ha addirittura chiesto che Biden venga incriminato per «incitamento all’assassinio» del suo avversario.
Il mood generale dei trumpiani però è riassumibile nella dichiarazione della deputata Nancy Mace che ha detto che durante la sparatoria «abbiamo visto il prossimo presidente degli Stati Uniti e grazie a Dio è Trump». L’ex inquilino della Casa Bianca ha anche ricevuto nei minuti successivi al suo ferimento l’endorsement del magnate di Tesla Elon Musk che l’ha paragonato per «forza» al suo predecessore Teddy Roosevelt, che era stato colpito durante un comizio alle presidenziali del 1912 e aveva voluto terminare la sua prolusione anche dopo il ferimento.
L’immagine che animerà la convention nazionale dei repubblicani che si apre oggi a Milwaukee è proprio quella di un presidente-martire che è stato «protetto da Dio» per compiere la sua missione e salvare non solo l’America, ma la stessa «civiltà occidentale».
I democratici
Tutt’altro mood invece tra i dem. Poche ore prima degli spari, Biden era uscito malconcio da una call da remoto con i deputati centristi del gruppo, sempre più scettici sulla sua candidatura ai quali aveva dato solo risposte confuse prima di andare alla messa del sabato pomeriggio.
Poi è arrivata la notizia del ferimento di Trump. L’argomento sul «salvare la democrazia» dalla sua eventuale vittoria, tema sul quale lo staff presidenziale aveva deciso di puntare per rivitalizzare la zoppicante campagna elettorale, ora è diventato più incandescente da toccare, dato che può essere facilmente collegato a quanto accaduto a Butler.
Proprio per evitare critiche, i dem hanno scelto di ritirare alcuni spot televisivi negli stati in bilico. E l’incertezza regna dunque sovrana: un candidato più energico di Biden riuscirebbe a risollevare la situazione disperata del campo presidenziale?
Certo è che il pugno sollevato da Trump subito dopo essere stato colpito ha dato una grande immagine di forza e sicurezza che sicuramente porterà molti potenziali astenuti a sceglierlo, un contrasto stridente con un avversario che lotta ogni giorno per convincere gli elettori che non è troppo vecchio e fragile per un altro quadriennio al vertice degli Stati Uniti.
Era dal 1972 che un candidato non veniva ferito in campagna elettorale. Era capitato al democratico segregazionista George Wallace, paralizzato da un proiettile conficcato nella sua colonna vertebrale. Anche Wallace, come Trump, era stato una figura molto divisiva che usava una retorica molto forte, incitando toni altrettanto duri da parte dei detrattori. Un andazzo che, passata l’emozione di queste ore, continuerà anche nei prossimi mesi. Fino a novembre 2024.
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