Il segretario generale dell’Onu interviene al summit di Kazan. Chiede pace per Kiev e per il Medio Oriente e parla col presidente russo. Non succedeva dall’invasione del 2022
«Tutti i paesi del gruppo Brics sono determinati a far sì che il conflitto finisca il più rapidamente possibile e con mezzi pacifici». Così il presidente russo Vladimir Putin ha risposto a chi gli chiedeva durante la conferenza stampa conclusiva del vertice di Kazan che cosa pensassero gli Stati dell’alleanza sulla guerra nell’ex repubblica sovietica.
Putin non ha confermato né smentito notizie recenti emerse da ambienti di intelligence occidentali riguardo al dispiegamento di soldati nordcoreani in Russia. «Non abbiamo mai dubitato che i nordcoreani prendano sul serio i nostri accordi (di cooperazione)», ha detto il presidente, chiosando sull’argomento che «questi sono affari nostri».
I più di 20 leader presenti al summit avevano già toccato nella giornata di ieri il tema della fine del conflitto in Ucraina. Il presidente cinese Xi Jinping ha affermato che il suo paese vuole un accordo politico per porre fine alla guerra, suggerendo un impegno diplomatico di Pechino e Brasilia, come la via potenzialmente più efficace per ottenere la pace.
L’intervento di Guterres
Intervenendo alla sessione plenaria del vertice, il segretario generale delle Nazioni unite Antonio Guterres ha esortato a trovare una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina. «Abbiamo bisogno di pace in Ucraina. Una pace giusta in conformità con la Carta delle Nazioni Unite, il diritto internazionale e le risoluzioni dell'Assemblea Generale», ha detto il segretario generale dell'Onu. Secondo Guterres, tutti gli attuali conflitti nel mondo devono essere risolti «mantenendo l'impegno per i valori della Carta delle Nazioni Unite, rispetto allo diritto, l’integrità territoriale e l'indipendenza politica di tutti gli Stati».
Ma è sul Medio Oriente che i toni si sono accesi, con severe critiche da parte dell’Iran, ma non solo, alle organizzazioni internazionali e, in particolare, all’Onu. «Le fiamme della guerra continuano a infuriare nella Striscia di Gaza e nelle città libanesi e le istituzioni internazionali, in particolare, il Consiglio di sicurezza dell’Onu, come veicolo di pace e sicurezza internazionale, non ha la necessaria efficacia per spegnere il fuoco delle crisi» ha dichiarato il presidente iraniano Masoud Pezeshkian.
La presenza di Guterres al vertice, criticata duramente da Kiev, può essere letta come un tentativo di riaffermare il ruolo dell’Onu anche davanti alle ambizioni dei Brics, che, per usare le parole di Putin, stanno cercando di attribuirsi sempre più il ruolo di guida in un «nuovo ordine multipolare».
Guterres e Putin si erano incontrati l’ultima volta nelle prime settimane dell’invasione russa dell’Ucraina. Da lì poi i contatti sono stati praticamente nulli.
Secondo vari media internazionali, Guterres avrebbe l’intenzione di presentare una proposta di mediazione dell'Onu, ma starebbe attendendo che i tempi siano “maturi”.
Putin esce dall’isolamento
Putin, il cui intento era mostrare all’occidente che il tentativo di isolare il suo paese a causa della guerra in Ucraina è fallito, è riuscito ad attrarre al summit Brics di Kazan più di 20 leader mondiali, tra cui non solo il Xi Jinping e Guterres, ma anche il primo ministro indiano Narendra Modi e il leader turco Tayyip Erdogan.
A riprova del successo della formula Brics, come consesso alternativo al G-7, G-20 o altri strumenti del multilateralismo costruiti dall’occidente, Putin ha fatto sapere che più di 30 Paesi hanno espresso il desiderio di far parte dei Brics.
L’acronimo, inizialmente solo Bric, fu coniato nel 2001 dall’allora economista della banca d’affari statunitense Goldman Sachs Jim O’Neill, per definire un gruppo di paesi – Brasile, Russia, India e Cina – il cui peso economico stava crescendo, ma che non condividevano gli stessi valori politici e culturali degli altri grandi Paesi del mondo.
Nel 2010 si aggiunse poi il Sud Africa e si iniziò a parlare di Brics. Il gruppo annovera stabilmente anche altri Stati, come l’Iran, Etiopia, Egitto ed Emirati Arabi Uniti, che si sono aggiunti all’inizio di quest’anno. La Turchia, che è peraltro membro della Nato, ha manifestato il suo interesse ad entrare nei Brics.
Sul fronte economico i Paesi hanno formulato una serie di piani per rafforzare la collaborazione di questo blocco. Putin ha lanciato il piano per creare una piattaforma alternativa a quelle esistenti per commercializzare il grano e altre commodities – il Brics Grain Exchange.
I leader vorrebbero poi creare un sistema internazionale di pagamenti per minimizzare le barriere commerciali e impedire discriminazioni alla partecipazione, dopo aver condannato le sanzioni occidentali che colpiscono alcuni paesi Brics.
In questo ambito, i paesi auspicano che questo nuovo sistema possa permettere ai Paesi Brics di usare le monete locali per le transazioni finanziare con i loro partner commerciali.
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