Secondo la Cnn, che cita fonti di Teheran, il contrattacco a Tel Aviv è imminente. Per il network «probabilmente ci sarà prima delle presidenziali statunitensi»
Secondo quanto riferisce una fonte «autorevole» iraniana alla Cnn, le autorità di Teheran starebbero preparando in tempi brevi una risposta «dolorosa e definitiva» alla rappresaglia israeliana della settimana scorsa. «La risposta dell’Iran a questa aggressione sarà definitiva e dolorosa, e probabilmente ci sarà prima delle elezioni presidenziali statunitensi», riferisce la Cnn.
E mentre il fronte medio orientale sembra allargarsi sempre più pericolosamente in tutta la regione, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha messo «in guardia contro qualsiasi tentativo di smantellare o diminuire» le operazioni e il mandato dell’agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi, Unrwa, dopo che Israele ha approvato una legge che ne vieta le operazioni.
In una dichiarazione adottata all’unanimità, l’organismo formato da 15 membri ha espresso grave preoccupazione per la legislazione adottata lunedì dal parlamento israeliano, che dovrebbe entrare in vigore tra 90 giorni, e che ha suscitato la condanna internazionale. Il Consiglio ha esortato Israele «a rispettare i suoi obblighi internazionali, i privilegi e le immunità dell’Unrwa e ad assumersi la propria responsabilità di consentire e facilitare un’assistenza umanitaria completa, rapida, sicura e senza ostacoli e attraverso l’intera Striscia di Gaza».
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha affermato che il divieto di Israele all’Unrwa, se attuato, violerebbe il diritto internazionale e la Carta fondatrice delle Nazioni Unite.
Uccisi 143 palestinesi
Almeno 143 palestinesi sono stati uccisi martedì negli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza, di cui 132 nel nord assediato del territorio devastato dalla guerra: lo hanno riferito fonti mediche all’emittente Al Jazeera.
Gli Stati Uniti hanno espresso preoccupazione per il «terribile» attacco di Israele a Gaza in cui sono stati uccisi bambini. Lo ha detto il portavoce del Dipartimento di stato Matthew Miller. Il totale dei morti a Gaza è giunto a 43.163 secondo il ministero della sanità di Hamas.
Inoltre i rifornimenti promessi non giungono a destinazione nella Striscia. Gli Stati Uniti hanno chiarito al premier Netanyahu che a un anno dall’inizio di questo conflitto Israele deve affrontare la catastrofica crisi umanitaria a Gaza.
Le nozze del figlio di Bibi
Mentre a Gaza si muore sotto il fuoco indiscriminato delle bombe il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu vuole posticipare le imminenti nozze del figlio Avner a causa di problemi di sicurezza dovuti alla guerra su più fronti e alla minaccia dei droni. Lo riporta l’emittente pubblica Kan, ripresa dal Times of Israel.
Le nozze di Avner Netanyahu sono previste per il 26 novembre alla fattoria Ronit nella regione di Sharon, a nord di Tel Aviv. Kan cita il premier che avrebbe detto ai suoi collaboratori che tenere l’evento come previsto avrebbe potuto rappresentare un rischio per i partecipanti.
Un drone di Hezbollah all’inizio di questo mese ha colpito la finestra della camera da letto della residenza privata del premier a Cesarea, causando numerosi danni. Netanyahu ha chiesto mezzo milione di euro per blindare meglio la sua villa da altri possibili attacchi con droni che volando raso terra sfuggono ai controlli.
Domenica scorsa il premier è stato contestato in diretta tv da parte di familiari degli ostaggi nel corso di una cerimonia ufficiale. L’accordo su una possibile tregua resta lontano. A dormire nei cassetti del parlamento è invece l’altra proposta di legge sulla leva degli ultraortodossi che resta ferma nonostante le pronunce della corte costituzionale.
Yair Lapid, capo dell’opposizione ha detto rivolto al premier più longevo di Israele: «Con una mano mandi i militari a morire e con l’altra sopravvivi politicamente comprandoti i voti dei tuoi alleati politici, i religiosi. Una discriminazione sfacciata tra sangue e sangue».
Nel segno di Nasrallah
Il nuovo leader di Hezbollah, Naim Qassem, poco carismatico e nel solco della continuità rispetto al suo predecessore, ha annunciato ieri, in un discorso interrotto bruscamente da interferenze sospette, che si atterrà alla strategia di guerra delineata da Hassan Nasrallah, ucciso dagli israeliani il mese scorso.
«Il mio programma è una continuazione del programma di Sayyed Hassan Nasrallah», ha detto Qassem nel suo primo discorso come capo del movimento sciita libanese, impegnandosi a portare avanti «il piano di guerra che Nasrallah ha sviluppato con la leadership». Poi Qassem ha aggiunto: «Sembra che le elezioni americane saranno un punto di svolta nella guerra. Le perdite israeliane sul campo peseranno sulle loro decisioni, poiché il nemico non è riuscito a raggiungere nessuno dei suoi obiettivi».
Intanto Israele in Libano ha distrutto almeno 1.085 edifici nel prendere di mira Hezbollah, molti dei quali nel corso di demolizioni controllate. Lo dimostra una accurata analisi del New York Times. Inoltre l’esercito israeliano ha avvertito la popolazione libanese di lasciare Baalbek nella valle della Bekaa attraverso tre percorsi. Fino a questa settimana la città era stata in gran parte risparmiata dai bombardamenti israeliani che poi si sono puntualmente avverati.
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