Hassan Nasrallah, il leader “fantasma” per la sua capacità di mimetizzarsi e sfuggire agli attentati, ha finito la sua corsa. Non a caso il canale Telegram non ufficiale vicino ai Pasdaran, prima della conferma, aveva pubblicato una foto del leader di Hezbollah assieme a Qassem Soleimani, il generale ucciso dagli americani a Baghdad durante la presidenza Trump. Un’implicita ammissione che fossero entrambi martiri.

Poi, dopo quella dell’Idf che per primo ne aveva annunciato l’uccisione, è arrivata anche la conferma del “partito di dio”. «Hasan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, si è unito alla fila dei nostri martiri degli ultimi 30 anni» il messaggio trasmesso da Manar, la tv di Hezbollah.

Il movimento sciita è in lutto e il canale televisivo ha interrotto la diretta e ha cominciato a trasmettere versi salmodiati del Corano come è tradizione in questi casi per la scomparsa di leader politico-religiosi di rilievo. Oltre al capo di Hezbollah, secondo quanto riferito dell’Idf, nei raid israeliani che venerdì sera hanno colpito Beirut, sono stati uccisi anche il numero tre dell’organizzazione, Ali Karki, comandante nel sud del Libano, e altri alti ufficiali dell'ala militare del movimento islamico. Così, mentre Hezbollah, lo stato nello stato libanese, portava avanti una guerra limitata e di logoramento, Israele ha sferrato il colpo decisivo distruggendo la catena di comando della milizia sciita.

“Nuovo ordine”

Durante l'operazione “Nuovo ordine” sono state sganciate più di 80 bombe del peso di una tonnellata ciascuna. L'attacco, ha detto l'Idf, è stato effettuato mentre i vertici di Hezbollah si trovavano nel quartier generale.

Il movimento, colpito al cuore, ha comunque fatto sapere che continuerà ad attaccare Israele: «La leadership di Hezbollah giura che continuerà il suo jihad contro il nemico, a sostegno di Gaza e della Palestina, e in difesa del Libano». Ma i funzionari israeliani ritengono che il caos provocato dall’uccisione di Nasrallah stia ostacolando eventuali ritorsioni.

Decine di edifici nella periferia sud di Beirut, roccaforte di Hezbollah, sono crollati. Alcuni continuavano a bruciare sabato mattina emettendo colonne di fumo, mentre le macerie bloccavano parte delle strade. I bombardamenti israeliani sono stati i più violenti dal 2006. Il ministro della Difesa, Yoav Gallant, si è rivolto ai libanesi spiegando che «la nostra guerra non è contro di voi». 

Il portavoce delle Idf, Daniel Hagari, ha sottolineato che Nasrallah era «uno dei più grandi nemici di Israele» e che il conflitto non è finito, rimaniamo «in stato di massima allerta 24 ore su 24».

La reazione iraniana

Contro Israele si è espresso il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan («i tentativi di Israele di diffondere la politica folle attuata a Gaza e Ramallah in Libano e in altri paesi della regione devono ora essere fermati»). Il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, dopo aver parlato con Gallant, ha detto che gli Usa restano «impegnati nella difesa di Israele» che ha «il diritto di difendere se stesso e il suo popolo dai gruppi terroristici sostenuti dall'Iran».

Anche Joe Biden ha detto che l’uccisione di Nasrallah è «una forma di giustizia» per le molte vittime di cui si è macchiato. Anche se poi ha aggiunto che gli Usa mirano alla de-escalation e che è giunto il tempo di «chiudere» gli accordi diplomatici su Gaza e Libano.

Ed è proprio la possibile reazione di Teheran che ora preoccupa. La guida suprema dell'Iran Ali Khamenei è stato trasferito in un luogo definito di «alta sicurezza». Ma ha comunque commentato quanto accaduto con una nota in cui, pur non citando mai Nasrallah, ha invitato i musulmani «a sostenere il popolo del Libano ed Hezbollah con tutti i mezzi a loro disposizione» contro «il  regime malvagio» di Israele: «Il destino di questa regione sarà determinato dalle forze della resistenza, con Hezbollah in prima linea».

Un funzionario iraniano ha dichiarato alla rete americana Nbc che Teheran inizierà nei prossimi giorni la mobilitazione per l'invio di truppe in Libano.  L'ayatollah Mohammad Hassan Akhtari, vicepresidente dell'Iran per gli Affari internazionali, ha dichiarato che i funzionari daranno il permesso di schierare le truppe in Libano e sul versante siriano delle alture del Golan: «Possiamo inviare truppe in Libano per combattere contro Israele, proprio come abbiamo fatto nel 1981». Il primo vicepresidente iraniano Mohammad Reza Aref ha detto che l’uccisione di Nasrallah porterà alla «distruzione» di Israele. Secondo Trita Parsi, vicepresidente del Quincy Institute intervistata dalla Cnn, la logica dell’Iran per evitare il coinvolgimento nel conflitto potrebbe non reggere più.

Stop ai voli

L’Ue ha diffidato le compagnie aeree dall'utilizzare lo spazio aereo libanese e israeliano per il prossimo mese. Secondo quanto riferito da Reuters il ministero dei Trasporti del Libano ha chiesto a un aereo iraniano di non entrare nello spazio aereo del paese. Venerdì sera Israele avrebbe avvertito il controllo del traffico aereo all'aeroporto di Beirut che avrebbe usato la «forza» se l’aereo fosse atterrato. Al Jazeera ha riportato che un portavoce di Iran Air ha annunciato la cancellazione di tutti i voli per l'aeroporto Rafic Hariri di Beirut fino a nuovo avviso.

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