Con la visita di Maduro e Pezeshkian il presidente russo segnala di volere estendere ancora i confini dell’alleanza. Il Pentagono intanto certifica l’appoggio militare diretto di Pyongyang
Il presidente russo, Vladimir Putin, sta ospitando il vertice dei Brics, con più di 20 leader mondiali e il segretario dell’Onu, Antonio Guterres, e lì sta cercando di convincere i presenti a usare le valute nazionali e in seguito ad abbandonare il dollaro.
La de-dollarizzazione è una delle priorità di Putin, perché il commercio internazionale che dovesse usare le valute nazionali significherebbe sfuggire al cappio della moneta che condiziona la Russia pesantemente sanzionata dall’occidente per il conflitto in Ucraina.
La questione principale, secondo Foreign Policy, quest’anno – 23 anni dopo che il banchiere della Goldman Sachs Jim O’Neill inventò per caso (per sua ammissione diretta a chi scrive) il termine “Bric” come un’abbreviazione da usare nei report per quelle che sembravano allora le economie emergenti – è se il club sempre più eterogeneo potrà riuscire «a creare un’effettiva alternativa all’ordine internazionale guidato dall’occidente o se diventerà solo un club di lotta per aspiranti» nuovi leader.
Soldati da Pyongyang
Ma la notizia che piomba sul vertice dei Brics è l’invio di truppe nordcoreane in Russia. Per ora di certo c’è solo che il Pentagono ha confermato per la prima volta la presenza di truppe nordcoreane in Russia, membro dei Brics appunto che vuole uscire dall’isolamento internazionale e dalle sanzioni usando lo scudo dei Brics. Il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, ha affermato che «ci sono prove della presenza di truppe della Corea del Nord in Russia. Cosa stanno facendo esattamente lì? Queste sono cose che dobbiamo ancora scoprire».
Proprio oggi Seul ha denunciato che 3mila militari di Pyongyang sono già in Russia, con la previsione di 10mila entro dicembre. La vicenda solleva preoccupazioni circa l’escalation delle tensioni e il rischio di un conflitto più ampio in Ucraina che coinvolga attivamente un Paese terzo. «Le forze armate della Repubblica popolare democratica coreana esistono, ma chiedete per favore a Pyongyang dove esse si trovano», ha risposto la portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova, alla domanda di un giornalista durante una conferenza stampa.
Quanto al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, presente al meeting dei Brics dove ha avuto un colloquio con Putin, ha dovuto concentrarsi sull’attacco terroristico subito ad Ankara.
Il presidente cinese Xi Jinping e il primo ministro indiano Narendra Modi invece hanno concordato di rafforzare la cooperazione tra i loro paesi e risolvere i conflitti per contribuire a migliorare i legami che sono stati danneggiati da uno scontro militare nel 2020.
I due leader si sono incontrati a margine del vertice Brics in Russia per i primi colloqui formali in cinque anni, segnalando che i legami tra i giganti asiatici hanno iniziato a riprendersi dalla spaccatura diplomatica causata dallo scontro lungo la loro contesa frontiera himalayana. India e Cina, due delle maggiori economie del mondo, hanno mantenuto forti legami commerciali nonostante le tensioni militari e diplomatiche.
Si prevede, scrive la Reuters, che il riavvicinamento stimolerà gli investimenti cinesi in India.
Putin invita Maduro
I Brics, che originariamente comprendevano Brasile, Russia, India e Cina, si sono espansi fino a includere Sudafrica, Egitto, Etiopia, Iran, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. L’incontro di Kazan è modellato sul programma del Gruppo dei 20, in cui i vertici sono preceduti da incontri dei massimi dirigenti di politica economica che delineano proposte da sottoporre all’esame dei leader al vertice.
Ma a Putin questo formato non basta. La Russia sostiene gli sforzi del Venezuela di aderire al gruppo dei paesi Brics, ha detto il presidente russo al suo omologo venezuelano Nicolas Maduro durante un incontro a margine del vertice dei Brics a Kazan in Russia. Nicolas Maduro che non si recava in Russia dal 2019, è stato accusato dall’opposizione di brogli.
Stringere con l’Iran
Il presidente Putin non ha dimenticato l’Iran e ha detto al suo omologo iraniano Masoud Pezeshkian che le relazioni tra Mosca e Teheran sono «in crescita». «Recentemente ad Ashgabat abbiamo avuto una conversazione molto efficace e, credo, utile, e abbiamo esaminato gli aspetti principali della cooperazione bilaterale e le questioni regionali più urgenti.
Abbiamo riaffermato il nostro percorso comune per rafforzare i nostri legami . Sono in aumento e sono veramente amichevoli e costruttivi», ha detto Putin incontrando Pezeshkian in occasione del vertice Brics a Kazan.
© Riproduzione riservata