Il vicesegretario statunitense per gli Affari del Vicino Oriente, Barbara Leaf, ha avuto un incontro in Siria con Abu Mohammed al Jolani, leader del gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham.

Un funzionario statunitense ha definito l'incontro produttivo. Una conferenza stampa, programmata dalla delegazione di Leaf in visita a Damasco è stata annullata per motivi di sicurezza, ha affermato un funzionario dell'ambasciata statunitense.

Al Jazeera riferisce che, durante l'incontro a Damasco tra le delegazioni di alto livello degli Stati Uniti e del gruppo islamista siriano Hayat Tahrir al-Sham, le parti hanno discusso la possibilità di rimuovere le sanzioni internazionali contro la Siria e di eliminare Hts dalla lista delle organizzazioni terroristiche designate dagli Stati Uniti. La Siria intanto è nella morsa di una grave crisi economica ed energetica visto che i rifornimenti di greggio iraniani venduto a prezzo irrisorio sono stati sospesi perché anche Teheran ha dovuto chiudere scuole e uffici pubblici per carenze di gas per il riscaldamento.

I media siriani riferiscono che una persona è rimasta ferita dopo che le truppe dell'Idf hanno aperto il fuoco sui dimostranti nel sud della Siria che protestavano per la presenza di Tel Aviv in territorio siriano.

Elezioni dopo il censimento

«La Siria farà in modo che vengano garantite le condizioni per procedere a elezioni politiche», ma «quasi la metà della popolazione siriana vive all'estero» ed è per questo che è «necessario un censimento» della popolazione, ha dichiarato al Jolani in un'intervista esclusiva al Tg1. «È una scelta del popolo come dovrà essere lo Stato» siriano, «una scelta del popolo e non di Paesi stranieri», ha proseguito Abu Mohammed al Jolani. «Noi ora siamo ancora in una fase di passaggio dei poteri, poi passeremo alla seconda fase che riguarda il Congresso nazionale». Il leader di Hts ha spiegato che «nell'ambito del congresso verranno create delle commissioni che decideranno che forma avrà lo stato. Dopodiché sarà sottoposto al giudizio del popolo».

Quanto a Gaza proseguono i bombardamenti che hanno provocato 15 morti su due scuole-rifugio nel Nord della Striscia. Da Striscia denunciano un bilancio che parla di 45.206 morti e 107.512 in 14 mesi. Ma anche in Cisgiordania la situazione non va meglio. Il ministero degli Esteri palestinese ha chiesto l'intervento delle Nazioni Unite per l'attacco di un gruppo di coloni israeliani a una moschea. Coloni estremisti hanno preso d'assalto un villaggio in Cisgiordania, appiccando parzialmente il fuoco a una moschea dopo averla vandalizzata. Il ministero ha affermato di considerare l'attacco un riflesso delle campagne di incitamento contro i palestinesi del governo di estrema destra israeliano.

Bibi non va in Polonia

Quanto al governo israeliano il primo ministro, Benjamin Netanyahu, eviterà di recarsi in Polonia il mese prossimo per la commemorazione dell'80esimo anniversario della liberazione del campo di concentramento nazista di Auschwitz, per timore di essere arrestato. Secondo la testata polacca Rzeczpospolita, le autorità israeliane non hanno contattato le loro controparti polacche per partecipare all'evento e Varsavia ritiene che il motivo sia legato alla decisione della Polonia di rispettare il mandato di arresto spiccato dalla Cpi nei confronti di Netanyahu per possibili crimini di guerra a Gaza.

E in attesa dell’insediamento di Donald Trump, che non vede l’ora di ritirare (per la seconda volta) i marines e abbandonare i curdi siriani al proprio destino nelle mani delle milizie filo-turche, le forze americane hanno ucciso un leader del gruppo dello Stato Islamico in un attacco aereo in Siria.

L'attacco ha avuto luogo giovedì nella provincia di Deir Ezzor, nella Siria orientale, e ha ucciso un leader noto come "Abu Yusif" e un altro agente del gruppo, ha dichiarato il Comando centrale degli Stati Uniti.

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