Gli insorti a guida islamica sono entrati nella Capitale: l’esercito si è arreso. Il presidente è fuggito dal paese, mistero sull’aereo su cui viaggiava. I cittadini festeggiano in strada la fine di un regime cinquantennale. Arrestato il premier al-Jalali: «Pronti a consegnare il paese a una leadership eletta». Netanyahu: «Risultato dei colpi inferti a Iran e Hezbollah»
Ci sono voluti appena undici giorni agli insorti di Hayat Tahrir al-Sham, in Siria, per rovesciare il regime di Bashar al-Assad, presidente da un quarto di secolo, al potere dopo averlo ereditato dal padre Hafez, per trenta ai vertici del regime. Da Idlib, in pochissimo tempo – anche grazie alle forze governative allo sbando, mentre non sono pervenute le difese di Iran e Russia – i ribelli a guida islamica sono entrati città per città, fino alla capitale, Damasco, raggiunta nella notte tra sabato 7 e domenica 8 dicembre.
I ribelli hanno annunciato ufficialmente che il presidente Assad è fuggito. Avrebbe lasciato il paese su un aereo. Il velivolo è scomparso improvvisamente dai radar dopo qualche minuto di volo e una virata di 180 gradi verso la costa. Nel tardo pomeriggio, però, l’agenzia Tass, citando fonti del Cremlino, ha reso noto che il presidente è giunto a Mosca con la sua famiglia.
I ribelli hanno preso il controllo dell'emittente radiotelevisiva pubblica, l'esercito e le forze di sicurezza del paese hanno lasciato l'aeroporto. Aperte le porte del carcere delle torture di Sednaya, simbolo del potere di Assad. Abbattuta la statua di suo padre, Hafez al-Assad. I residenti di Damasco hanno festeggiato in strada la caduta del regime.
Il premier Abu Mohammed al-Jalali – che si è detto favorevole a indire elezioni libere - resterà alla guida del paese fino a quando la transizione non sarà completata, hanno dichiarato in un primo momento i ribelli. Poi, però, hanno diffuso un video in cui lo hanno arrestato. A poche ore dall’ingresso dei ribelli, però, i media internazionali presenti sul posto hanno riferito di alcune esplosioni a Damasco e di sospetti attacchi aerei.
Il presidente americano Joe Biden segue «da vicino gli eventi straordinari» in Siria, ha annunciato la Casa Bianca. Riflettori sull'incontro a Doha tra Russia, Iran e Turchia. Il ministro degli Esteri di Mosca, Sergej Lavrov, ha definito «inammissibile che i terroristi occupino la Siria». Sulla crisi è intervenuto anche il presidente eletto americano, Donald Trump: «Gli Usa non dovrebbero farsi coinvolgere. La situazione è un caos, ma la Siria non è un Paese amico. Assad è fuggito dopo aver perso il sostegno della Russia», ha detto. Sono circa 300 gli italiani nel paese, molti sono già usciti. Il nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha detto che l’Italia è «pronta alle evacuazioni, la situazione è sotto controllo».
PUNTI CHIAVE
18:59
Media russi; Mosca concede asilo politico ad Assad
16:13
Esplosioni a Damasco: sospetti attacchi israeliani
13:42
Proposti colloqui a Ginevra con regime e ribelli siriani
13:40
Bloomberg: "Assad pronto ad accordo per esilio sicuro"
12:47
Mosca conferma: "Assad ha lasciato la Siria"
12:13
Media: "Mistero su aereo con Assad sparito dai radar"
11:01
L’aereo segreto siriano a Budapest e il ruolo di Orbán nella fuga di Assad
10:44
Nei video dei ribelli "l'arresto del premier siriano al-Jalali"
09:30
Media: "Assad fuggito in aereo"
08:34
Trump: "Assad fuggito dopo aver perso il sostegno della Russia"
05:53
I residenti di Damasco festeggiano la caduta del governo
05:23
I ribelli: "Inizia una nuova era, al premier controllo istituzioni pubbliche"
04:10
Ong: "Il presidente Assad ha lasciato il Paese"
02:45
Cnn: i ribelli sono entrati a Damasco, scontri in corso
Russia chiede riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza Onu
La Russia ha annunciato di aver chiesto una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu lunedì 9 dicembre per discutere della situazione in Siria. ''In relazione agli ultimi eventi in Siria, la cui profondità e le cui conseguenze per il Paese e per l'intera regione non sono ancora state valutate, la Russia ha richiesto consultazioni urgenti a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite'', ha dichiarato su Telegram il vice rappresentante della Russia presso le Nazioni Unite, Dmitri Polianski.
Media russi; Mosca concede asilo politico ad Assad
La Russia ha concesso asilo ad Assad e ai suoi familiari per motivi umanitari. Lo scrivono le agenzie russe, confermando che l'ex presidente siriano è giunto a Mosca con la sua famiglia.
La Tass: Assad è arrivato a Mosca con la famiglia
Il presidente siriano spodestato dai ribelli Bashar Assad e i membri della sua famiglia sono arrivati a Mosca. La Russia ha concesso loro asilo. Lo ha detto all'agenzia Tass una fonte del Cremlino. Secondo la fonte, la Federazione Russa ritiene necessario riprendere i negoziati per una soluzione in Siria sotto la supervisione delle Nazioni Unite.
Premier Jalali mantiene l'incarico fino a transizione poteri
Il premier siriano Mohammed Ghazi al-Jalali manterrà il suo incarico da primo ministro e supervisionerà le istituzioni pubbliche fino alla transizione dei poteri dopo la caduta del governo di Bashar Assad per mano dei ribelli. Lo riportano i media siriani. L'annuncio è stato fatto da una nota firmata da Ahmad al-Sharaa, nome di battesimo dei leader dei ribelli Abu Mohammed al-Jolani. Nella stessa nota si vieta ai gruppi armati di avvicinarsi alle istituzioni pubbliche e di sparare in aria.
Ong, oltre 900 morti dall'inizio dell'offensiva dei ribelli
L'Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce che ci sono stati 910 morti, tra cui 138 civili, dall'inizio dell'offensiva degli insorti filo-turchi lanciata il 27 novembre e culminata oggi con la presa di Damasco e la fuga di Bashar al-Assad dalla Siria.
Von der Leyen: "Ue pronta a sostenere salvaguardia unità nazionale"
La crudele dittatura di Bashar al Assad è crollata. Lo scrive su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. "Questo cambiamento storico nella regione offre opportunità, ma non è privo di rischi. L'Europa è pronta a sostenere la salvaguardia dell'unità nazionale e la ricostruzione di uno Stato siriano che protegga tutte le minoranze", aggiunge von der Leyen. "Ci stiamo impegnando con i leader europei e regionali e stiamo monitorando gli sviluppi", conclude la presidente della Commissione europea.
Idf: dispiegamento in zona cuscinetto misura temporanea
Le Idf sottolineano che il loro dispiegamento nella zona cuscinetto tra Israele e Siria è una misura difensiva e temporanea nel contesto del caos che ha colpito il Paese dopo la caduta del regime di Assad, scrive il Times of Israel. Secondo l'esercito, le truppe vengono dispiegate in posizioni strategiche specifiche nella zona cuscinetto per impedire che uomini armati non identificati si trovino nella zona. Nel fine settimana sono stati identificati uomini armati nella zona cuscinetto, anche durante un incidente in cui è stata attaccata una postazione delle Nazioni Unite. Le Idf temono che, in seguito alla caduta del regime e alla presenza di abbondanti armi nella zona, forze ostili potrebbero attaccare Israele. L'esercito afferma che la mossa di catturare la zona cuscinetto serve esclusivamente a garantire che non vengano effettuati attacchi contro Israele e che la zona rimarrà lì finché la situazione non sarà chiara.
Idf: dispiegamento in zona cuscinetto misura temporanea
Le Idf sottolineano che il loro dispiegamento nella zona cuscinetto tra Israele e Siria è una misura difensiva e temporanea nel contesto del caos che ha colpito il Paese dopo la caduta del regime di Assad, scrive il Times of Israel. Secondo l'esercito, le truppe vengono dispiegate in posizioni strategiche specifiche nella zona cuscinetto per impedire che uomini armati non identificati si trovino nella zona. Nel fine settimana sono stati identificati uomini armati nella zona cuscinetto, anche durante un incidente in cui è stata attaccata una postazione delle Nazioni Unite. Le Idf temono che, in seguito alla caduta del regime e alla presenza di abbondanti armi nella zona, forze ostili potrebbero attaccare Israele. L'esercito afferma che la mossa di catturare la zona cuscinetto serve esclusivamente a garantire che non vengano effettuati attacchi contro Israele e che la zona rimarrà lì finché la situazione non sarà chiara.
Israele prende il controllo del versante siriano del Monte Hermon. L'Idf invita i residenti dei villaggi a restare a casa
Secondo il Times of Israel, l'esercito israeliano ha preso il controllo del versante siriano del Monte Hermon, nella zona demilitarizzata tra Siria e Israele, mentre le forze del regime di Bashar al-Assad si sono ritirate. "Il lato siriano del Monte Hermon è stato catturato dall'unità d'elite Shaldag dell'Aeronautica Militare", ha riferito il quotidiano, secondo cui le truppe non hanno incontrato resistenza. L'avanzata delle forze israeliane nella zona segue il ritiro del regime di Bashar al-Assad, caduto questa mattina presto con l'arrivo dei ribelli a Damasco, mentre il leader siriano rimane irreperibile. Le forze armate israeliane si sono limitate a ribadire "No comment", la risposta che hanno dato per tutto il giorno a qualsiasi domanda sulle loro avanzate o sugli attacchi in territorio siriano. Secondo il quotidiano progressista Haaretz, l'obiettivo dell'esercito è impedire ai ribelli siriani di conquistare la zona. Secondo il canale televisivo israeliano 12, è la prima volta che l'esercito accede a questo posto di osservazione di valore strategico dalla guerra dello Yom Kippur.
Il portavoce dell'Idf in lingua araba ha invitato i residenti di cinque villaggi nel sud della Siria a rimanere a casa: "I combattimenti nelle vostre zone costringono l'esercito israeliano a muoversi, ma non ha intenzione di colpire voi. Per la vostra sicurezza, rimanete a casa e non uscite fino a nuovo avviso".
Esplosioni a Damasco: sospetti attacchi israeliani
Bombe per via aerea e incendi sulla capitale, mentre nel sud della Siria sono colpiti depositi bellici. Stando a quel che si può ricostruire al momento: i cronisti internazionali presenti sul posto, come quelli di BBC, testimoniano di esplosioni a Damasco. Al Jazeera, sempre in riferimento agli sviluppi nella capitale siriana, parla di "attacchi aerei multipli che si suppone siano stati condotti dalle forze armate israeliane". Anche l'agenzia Reuters parla di "sospetti attacchi aerei israeliani": l'agenzia lo apprende da fonti della sicurezza libanese e siriana. Reuters parla di attacchi israeliani in riferimento sia a quelli che hanno colpito il distretto di Mazzeh, nella capitale, che alla base aerea di Khalkhala nel sud della Siria. Il governo israeliano ha rifiutato di commentare. I media israeliani intanto riferiscono che le forze armate israeliane avrebbero bombardato per via aerea depositi di armi nel sud del paese e a Damasco "per impedire ai gruppi di oppositori di impossessarsene".
Tv siriana: "Raid dell'Idf sul Centro di ricerca scientifica a Damasco"
La televisione siriana ha riferito che aerei israeliani hanno attaccato il Centro di ricerca scientifica (Sars) vicino Damasco. Lo riportano i media israeliani e arabi.
Il leader dei ribelli al-Jolani arriva a Damasco e bacia la terra
Abu Muhammad al-Jolani, il leader dei ribelli in Siria guidati dall'organizzazione jihadista Hayat Tahrir al-Sham, è stato ripreso mentre baciava la terra al suo arrivo a Damasco, la capitale della Siria, dopo il rovesciamento del regime di Bashar Assad. Lo riporta Ynet.
L'alta rappresentante Ue, Kallas: "Fine regime di Assad fatto positivo atteso da tempo"
Sul versante Ue interviene l'alta rappresentante Kaja Kallas, che etichetta come "sviiluppo positivo e a lungo atteso" la fine "della dittatura di Assad". In un thread sui social, commenta che ciò "mostra anche la debolezza dei sostenitori di Assad, Russia e Iran". La estone Kallas è ritenuta un falco anti Russia; la sua presa di posizione avviene nel silenzio, per ora, da parte del presidente del Consiglio europeo appena insediatosi, Costa, e della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, intervenuta con rapidità in altre occasioni geopolitiche. "La nostra priorità - scrive l'alta rappresentante Ue - è assicurate sicurezza nella regione. Lavorerò con tutti i partner costruttivi, in Siria e nella regione, coi ministri della quale sono in stretto contatto. Il processo di ricostruzione della Siria sarà lungo e complesso e tutte le parti devono essere pronte a impegnarsi costruttivamente".
Netanyahu: "Caduta Assad risultato dei colpi a Iran e Hezbollah"
"È un giorno storico per il Medio Oriente: il regime di Assad è un anello centrale della catena del male di Iran, questo regime è caduto. Questo è il risultato diretto dei colpi che abbiamo inflitto all'Iran e a Hezbollah, i principali sostenitori del regime di Assad. Questo ha creato una reazione a catena in tutto il Medio Oriente di tutti coloro che vogliono liberarsi da oppressione e tirannia". Lo ha dichiarato il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, in visita questa mattina al Monte Bental nel Golan, da dove si vede la Siria. "Questo crea nuove opportunità, molto importanti per Israele, ma non privo di rischi", ha aggiunto. Netanyahu ha affermato che le forze israeliane (Idf) si sono impadronite di una zona cuscinetto nelle alture del Golan, istituita da un accordo di cessate il fuoco del 1974 con la Siria. Netanyahu ha detto che l'accordo decennale tra Israele e Siria è crollato e che le truppe siriane hanno abbandonato le loro posizioni, rendendo necessaria la presa di potere israeliana. Israele ha conquistato le alture del Golan nella guerra mediorientale del 1967 e le ha annesse. La comunità internazionale, a eccezione degli Stati Uniti, le considera territorio siriano occupato.
Kiev: "Dittatori che scommettono su Putin destinati a cadere"
"I dittatori che si appoggiano e scommettono su Vladimir Putin sono destinati a cadere", come dimostra la caduta di Bashar al Assad in Siria: lo ha dichiarato il ministero degli Esteri dell'Ucraina.
Proposti colloqui a Ginevra con regime e ribelli siriani
Le potenze occidentali, l'Onu e l'Unione Europea si sono dette d'accordo oggi nell'avviare a Ginevra colloqui inter-siriani per gestire il post-Assad ed evitare "un bagno di sangue" in Siria, coinvolgendo nei negoziati sia esponenti "presentabili" del governo siriano - esclusi quindi Bashar Assad e il fratello - sia rappresentanti di Hayat Tahrir ash Sham (Hts), la coalizione jihadista a guida dell'offensiva militare cominciata il 27 novembre scorso. Lo si apprende da un documento riservato, visionato dall'ANSA, della riunione svoltasi oggi a Doha, tra i rappresentanti di Usa, Francia, Germania, Regno Unito, Ue e Onu.
Bloomberg: "Assad pronto ad accordo per esilio sicuro"
Il presidente della Siria, Bashar al Assad, sarebbe pronto per un accordo che gli consenta di mantenere le aree rimaste sotto il suo controllo o che gli garantisca un'esilio sicuro. Lo riporta Bloomberg, secondo cui il presidente siriano sarebbe attualmente a Teheran. Assad starebbe facendo un "ultimo tentativo per rimanere al potere" attraverso iniziative indirette con Washington e il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, riporta l'agenzia Usa che cita fonti al corrente della situazione. Un'offerta che Assad avrebbe fatto agli Stati Uniti tramite gli Emirati Arabi Uniti è che la Siria interrompa ogni coinvolgimento con gruppi militanti sostenuti dall'Iran, come Hezbollah, se le potenze occidentali esercitassero influenza per arginare i combattimenti, hanno spiegato le fonti.
Eventuale esfiltrazione del personale italiano in Siria,allertate forze speciali
Le forze speciali e gli assetti strategici della Difesa sono in allerta per un'eventuale operazione di esfiltrazione del personale italiano rimanente nel paese. Lo si apprende da fonti del ministero della Difesa, interpellate dall'ANSA.
Media: Israele bombarda basi e aeroporto militare a Damasco
Media siriani vicini all'opposizione siriana riportano un attacco aereo israeliano sull'aeroporto militare Al Mazzeh a Damasco. Israele ha bombardato anche le zone rurali di Daraa e Suwayda, nel sud della Siria. "Israele sta sistematicamente distruggendo tutte le brigate e i battaglioni del precedente regime nel sud della Siria, attaccando direttamente tutti i sistemi di difesa aerea, i depositi missilistici e gli impianti di sviluppo e produzione di armi che potrebbero minacciare Israele", ha detto la fonte.
Mosca conferma: "Assad ha lasciato la Siria"
"Seguiamo con estrema preoccupazione i drammatici eventi in Siria. A seguito di negoziati tra Assad e alcuni partecipanti al conflitto armato, Assad ha deciso di lasciare la carica presidenziale e ha lasciato il Paese, dando istruzioni per effettuare pacificamente il trasferimento del potere. La Russia non ha partecipato a questi negoziati. Allo stesso tempo, lanciamo un appello fermo a tutte le parti coinvolte affinché rinuncino all’uso della violenza e risolvano tutte le questioni di governo attraverso mezzi politici". Così in una dichiarazione il ministro degli Esteri Russo Sergey Lavrov. "Le basi militari russe in Siria sono in massima allerta ma al momento non vi è alcun pericolo serio per la loro incolumità", ha aggiunto.
La ministra degli Esteri tedesca: "Paese non deve ora cadere in mani altri radicali"
Reazioni europee: con un lungo thread su X si esprime la ministra degli Esteri tedesca, la verde Annalena Baerbock. Nella sua dichiarazione prende atto che "non sia possibile determinare ora cosa succederà in Siria", ma ritiene che "una cosa su tutte sia chiara:la fine di Assad significa un primo grande sospiro di sollievo per milioni di persone in Siria dopo un’eternità di orrori commessi dal suo regime". Baerbock scrive che "il paese non deve cadere nelle mani di altri radicali, qualunque sia la loro veste. Invitiamo quindi le parti in conflitto ad assumersi le proprie responsabilità nei confronti di tutti i siriani".
Media: molti paesi rifiutano ingresso ad Assad, forse andrà in Africa
"Non si hanno ancora notizie certe su dove si trovi Assad. Sappiamo che ha chiesto il permesso di entrare in diversi Paesi, tra cui la Russia, ma gli è stato rifiutato. Forse è diretto in qualche Paese africano. Il popolo siriano, a sua volta, vuole che sia processato da un tribunale siriano”. Lo ha detto Anas al-Abda, membro del comitato politico della Coalizione nazionale delle forze di opposizione e rivoluzionarie siriana(NCORS), in un'intervista all'agenzia russa Tass.
Gruppo armato entrato nella residenza dell'ambasciatore italiano a Damasco: nessuna violenza
Stamattina un gruppo armato è entrato nel giardino della residenza dell'ambasciatore d'Italia a Damasco, Stefano Ravagnan. "Non c'è stata violenza nei confronti né dell'ambasciatore né dei carabinieri". Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante un punto stampa alla Farnesina convocato in seguito alla caduta di Bashar al Assad. "Hanno portato via soltanto tre automobili e tutto è finito lì. Sono stati per qualche tempo nel giardino. Evidentemente volevano verificare se c'erano militari di Assad o volevano vedere se c'era documentazione particolare", ha aggiunto Tajani. Ravagnan e i carabinieri presenti sono "al sicuro fuori dalla residenza dell'ambasciata". Adesso lavoreranno "da remoto", ha spiegato Tajani, aggiungendo che "la situazione è completamente sotto controllo".
Media: "Mistero su aereo con Assad sparito dai radar"
L'aereo, su cui sarebbe partito Bashar al Assad "da Damasco è scomparso improvvisamente dai radar dopo qualche minuto di volo, dopo una virata di 180 gradi verso la costa". Lo riportano i media israeliani, citando Reuters che parla di "mistero". "Ci sono alte probabilità che sia morto nell'incidente aereo", sottolineano fonti siriane alla Reuters, secondo quanto riportano i media.
"Una nuova Siria": a Qamishli si celebra la caduta di Assad
I ribelli guidati dagli islamisti dichiarano la presa di Damasco
La Turchia: "Lavoreremo per la stabilità e la sicurezza in Siria"
La Turchia rivendica un ruolo da protagonista. "Lavoreremo per la stabilità e la sicurezza in Siria", ha dichiarato il ministro degli Esteri turco dal Qatar (tra i critici di Assad). Al forum di Doha si sta già discutendo del dopo Assad. Fidan ha detto che "la nuova Siria non dovrebbe minacciare i vicini ma eliminare le minacce"; tra queste contempla l'organizzazione curda Pkk.
I ribelli controllano Tv, aeroporto e palazzo di Assad
I ribelli che sono entrati a Damasco hanno preso il controllo dei centri del potere della capitale siriana. Secondo quanto si apprende da fonti qualificate di sicurezza che stanno seguendo l'evolversi della situazione, al momento sono in mano ai ribelli il palazzo Presidenziale nel quartiere di Malki, la sede della Tv di Stato, l'aeroporto internazionale e il carcere di Sednaya. I ribelli controllano anche le principali strade a Damasco e in diverse zone della città i cittadini sono scesi in strada per applaudire i ribelli e per intonate slogan contro Bashar Al Assad.
I ribelli hanno il controllo del valico con la Turchia
Insorti siriani hanno preso il controllo del valico di Kasab, tra Siria e Turchia. Lo riferisce il Comando delle operazioni militari dell'offensiva anti-governativa. Il valico di Kasab si trova nel nord-ovest della Siria, nella regione di Latakia, considerata una roccaforte dei clan sciiti-alawiti al potere da più di mezzo secolo e non lontano dalla principale base aerea russa di Hmeimim sulla costa mediterranea.
La caduta di Assad annunciata in diretta tv
Nel prendere Damasco, è stato anche imposto un annuncio sulla televisione statale. L'annuncio recita: "Nel nome di Allah, abbiamo rovesciato il tiranno Assad, abbiamo liberato i prigionieri dalle carceri. Le operazioni a Damasco sono per salvare i nostri fratelli, i mujahidin, e per mettere in salvo le proprietà di uno stato libero siriano dove la Siria ha vissuto in libertà con tutte le sue tribù".
L’aereo segreto siriano a Budapest e il ruolo di Orbán nella fuga di Assad
La presa di Damasco e il presidente in fuga: sì, ma dove? Fonti ungheresi ricostruiscono l’atterraggio di un aereo siriano nella capitale, tenuto volutamente fuori dai radar pubblici. E poi c’è quella strana visita a Orbán pochi giorni prima…
Cina: "La Siria torni alla stabilità il prima possibile"
Il ministero degli Esteri della Cina ha espresso il desiderio che la Siria "ritorni alla stabilità il prima possibile dopo la travolgente vittoria dei miliziani ribelli guidati dai sunniti di Hts. Pechino "sta seguendo da vicino gli sviluppi della situazione in Siria", ha aggiunto il ministero in una nota.
Nei video dei ribelli "l'arresto del premier siriano al-Jalali"
Un video postato dai ribelli siriani mostra quello che viene detto l'arresto del primo ministro siriano Assad al-Jalali proprio mentre si stava recando a un incontro con la loro leadership in un hotel di Damasco. Il leader dei ribelli, Abu Mohammed al-Jolani, aveva dichiarato che il premier al-Jalali sarebbe rimasto in carica per garantire la transizione dei poteri in Siria. Lo stesso premier ha espresso il desiderio di libere elezioni da tenersi nel Paese: "Siamo pronti a consegnare il potere alla leadership eletta", avrebbe detto, chiedendo una "transizione pacifica". Avrebbe anche detto di non sapere dove si trovino l'ex presidente Bashar Al-Assad e il suo ministro della Difesa.
Ong, forze Turchia bombardano aree a maggioranza curda nel nord-est
Le forze della Turchia hanno bombardato alcune aree del nord-est della Siria sotto il controllo dell'Amministrazione autonoma (anche nota come Rojava), autorità de facto curdo-siriana. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), Ong con sede a Londra ma con una vasta rete di contatti sul territorio, secondo cui è stata bombardata in particolare l'area di Abu Rasin, situata nella provincia nord-orientale siriana di Hasakah. La notte scorsa, inoltre, secondo il Sohr, le forze fedeli al presidente siriano, Bashar al Assad, si sono ritirate da tutte le aree lungo il confine con la Turchia, a partire da Qamishli fino ad Abu Rasin. Tutte le postazioni sarebbero state consegnate alle unità della guardia di frontiera delle Forze democratiche siriane (Fds, coalizione di milizie a maggioranza curda sostenuta dagli Stati Uniti). Nel frattempo, ha spiegato il Sohr, le forze russe di stanza nella base di Al Mabaqir a Tal Tamr stanno effettuando continui pattugliamenti nell'area per garantire il ritiro ordinato delle forze di Assad.
L'Iraq evacua l'ambasciata a Damasco
L'Iraq ha evacuato l'edificio dell'ambasciata a Damasco. L'agenzia di stampa ufficiale irachena, riportata da Al Jazeera, riferisce che l'edificio dell'ambasciata irachena nella capitale siriana è stato evacuato e il personale è stato trasferito in Libano. Questo avviene dopo che l'Iraq ha chiuso il suo valico di frontiera con la Siria e l'ambasciata iraniana a Damasco è stata colpita.
Media: migliaia di soldati e civili fuggono in Iraq
Migliaia di soldati siriani, ma anche funzionari del regime di Bashar Assad con le loro famiglie hanno varcato il confine iracheno per fuggire ai ribelli. Secondo al-Jazeera, ai duemila militari siriani che già ieri avevano cercato rifugio in Iraq, si sono uniti centinaia di civili. Alcuni soldati hanno ricevuto cure mediche. Le forze armate irachene sono anche state coinvolte in uno scontro armato con i miliziani dell'opposizione siriana. Lungo il confine si stanno allestendo tende per dare una sistemazione ai profughi, ma alcuni hanno trovato ospitalità in case private.
Tv di stato siriana: "Caduto regime criminale, vittoria della rivoluzione"
La Tv di Stato siriana ha mandato in onda un messaggio in cui si proclama la "vittoria" dell'insurrezione e la caduta del "regime criminale" di Bashar Al Assad dopo la caduta di Damasco. "Vittoria della grande rivoluzione siriana e caduta del criminale regime di Assad", si legge in un messaggio scritto mandato in onda su uno sfondo rosso. In un video mandato in onda si vede una persona che legge un proclama dalla "Sala operativa della conquista di Damasco".
L'inviato Onu: "Caute speranze verso nuova opportunità di pace"
Guardiamo alla situazione in Siria con "caute speranze" dopo la presa di Damasco da parte dei ribelli islamisti, un "momento decisivo" che pone fine a mezzo secolo di governo della famiglia Assad. Lo ha detto l'inviato delle Nazioni Unite in Siria, Geir Pedersen, in una nota. Pedersen ha affermato che i quasi 14 anni di guerra civile in Siria sono stati "un capitolo buio (che) ha lasciato delle cicatrici". "Oggi guardiamo al futuro con caute speranze di apertura (...) per la pace, la riconciliazione, la dignità e l'inclusione di tutti i siriani".
Media: assalto ad ambasciata iraniana a Damasco
Alcuni "elementi armati" sono entrati nell'edificio dell'ambasciata iraniana a Damasco. È quanto riporta Al Jazeera citando Irna, l'agenzia di informazione ufficiale del governo iraniano. Filmati mostrano le stanze dell'ambasciata distrutte e le foto di leader assassinati come Qassem Soleimani e Hassan Nasrallah di Hezbollah. L'ambasciata era stata evacuata ieri.
Tajani convoca riunione in Farnesina
Il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha convocato questa mattina una riunione alla Farnesina sulla situazione in Siria. L'ingresso dei miliziani a Damasco e la dissoluzione del regime di Bashar al Assad comportano la necessità di una reazione immediata innanzitutto per la protezione degli italiani ancora presenti nel Paese. Il ministro Tajani avrà contatti con leader politici di governi amici dell'Italia e verificherà piani di azione già programmati con altre amministrazioni dello Stato italiano. "Seguo con preoccupata attenzione l'evoluzione della situazione in Siria, in contatto costante con la nostra ambasciata a Damasco e con palazzo Chigi", ha scritto su X.
Media: "Assad fuggito in aereo"
Bashar el-Assad è scomparso nel nulla Secondo l'opposizione siriana è fuggito dalla Siria e l'agenzia di stampa Reuters, citando alti ufficiali dell'esercito, ha riferito nelle prime ore di oggi che il presidente era salito su un aereo e partito per una destinazione sconosciuta. L'ultimo volo a decollare da Damasco prima che i ribelli siriani prendessero la capitale, riporta al Jazeera, è un Illyushin76 con numero di volo Syrian Air 9218 il cui trasponder è stato spento poco dopo il decollo sopra la città di Homs, controllata dai ribelli. Il primo ministro siriano Mohammed Ghazi al-Jalali ha detto ad Al-Arabiya di non avere informazioni su dove siano adesso il presidente Bashar al-Assad e il ministro della Difesa Ali Abbas e ha che l'ultima volta che ha contattato il capo dello Stato è stato sabato sera.
Abbattuta a Damasco la statua ad Hafez al-Assad
È stata abbattuta e calpestata la statua eretta a Damasco in onore del padre del presidente Bashar al-Assad, Hafez, morto nel 2000. I video mostrano decine di persone che tirano il monumento giù dal piedistallo. Hafez al-Assad è stato alla guida della Siria dal 1971 fino alla sua morte, instaurando un regime brutale e liberticida, prima che suo figlio Bashar salisse al potere. La folla si muove liberamente intorno al palazzo presidenziale vuoto, riporta Ria Novosti, nessuno vigila piu' sull'edificio. Miliziani e abitanti simpatizzano lungo la centrale piazza Omayyade, dove si trovano gli edifici della televisione di stato siriana e lo stato maggiore delle forze armate, ma anche i carri armati lasciati dai militari in fuga.
Il quotidiano Al Watan chiede scusa "per le bugie"
Il quotidiano Al Watan, il principale quotidiano siriano e filogovernativo, ha chiesto scusa per le le bugie che ha dovuto raccontare durante gli anni del regime. Si apre una "nuova pagina in Siria" si legge sull'account Facebook del giornale in cui si scusa dicendo che "i media e i giornalisti siriani non hanno la colpa" per le "bugie" che "loro" - in riferimento al governo - li ha costretti a pubblicare. "Siamo di fronte a una nuova pagina per la Siria. Grazie a Dio non è stato versato più sangue", si legge sul sito ufficiale "I media e i giornalisti siriani non hanno alcuna colpa. Erano lì e noi eravamo con loro eseguendo le istruzioni e diffondendo le notizie che ci inviavano. E' stato subito chiaro che erano bugie", si legge ancora nella nota non firmata pubblicata dal giornale, "Possa Dio proteggere la Siria e il suo popolo da tutte le sette e le dottrine. Meritiamo un bel Paese". Dall'inizio dell'offensiva lanciata il 27 novembre dalla coalizione di ribelli, il giornale pubblicava solo le informazioni inviate dai media ufficiali. Sia l'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana che la televisione ufficiale siriana hanno interrotto i notiziari dalla mezzanotte ora italiana.
Il premier siriano: "Ora libere elezioni. La questione russa sarà affrontata"
Il primo ministro siriano, Ghazi al-Jalali, al quale le milizie ribelli vincitrici hanno riconosciuto un ruolo di garanzia fino al ricambio ufficiale del potere, ha detto in un'intervista con l'emittente Al Arabiya che la Siria dovrebbe ora tenere "libere elezioni affinché il popolo possa scegliere chi debba guidarli". Al-Jalali aveva già detto di avere contattato il comandante dei ribelli, Abu Mohammed al-Jolani, con il quale ha detto di essersi accordato sulla transizione.
La questione della presenza militare della Russia in Siria sarà "affrontata prossimamente dalle nuove autorità", ha continuato. "La questione non rientra nelle mie competenze, sarà affrontata nel prossimo periodo dalle nuove autorità" ha detto Al-Jalali rispondendo a una domanda. La Russia ha supportato per anni il governo del presidente Bashar al-Assad. Oggi Novosti definisce i ribelli di Hayat Tahrir al-Sham come appartenenti a un'organizzazione "terroristica". Mosca ha a disposizione in Siria la base navale di Tartous, uno sbocco sul Mediterraneo ritenuto cruciale per la sua flotta. Al-Jalali ha detto di non avere informazioni su dove si trovi Al-Assad. Secondo i ribelli, il presidente avrebbe lasciato Damasco.
Trump: "Assad fuggito dopo aver perso il sostegno della Russia"
Bashar el-Assad e' "fuggito" dalla Siria dopo aver perso il sostegno della Russia. Lo scrive Donald Trump in un post su Truth social, poche ore dopo l'ingresso dei ribelli jihadisti a Damasco. "Assad non c'è più. È fuggito dal suo Paese. Il suo protettore, la Russia, la Russia, la Russia, guidata da Vladimir Putin, non era più interessata a proteggerlo. Non c'era alcun motivo per cui la Russia restasse lì", sostiene il presidente eletto degli Stati Uniti, sottolineando che Mosca "ha perso ogni interesse per la Siria a causa dell'Ucraina, dove quasi 600.000 soldati russi sono stati feriti o uccisi, in una guerra che non sarebbe mai dovuta iniziare e che potrebbe andare avanti all'infinito". Nel post, Trump afferma poi che "Russia e Iran si trovano in questo momento in uno stato di debolezza, l'una a causa dell'Ucraina e dell'economia che va male, l'altro a causa di Israele e dei suoi successi nella guerra". Ieri lo stesso Trump aveva affermato anche che gli Stati Uniti non devono "farsi coinvolgere" in Siria. "La Siria è un disastro, ma non è nostra amica" e "questa non è la nostra battaglia", ha dichiarato. Trump, inoltre, ha criticato l'operato dell'ex presidente Barack Obama, per aver "rifiutato di onorare il suo impegno di proteggere la linea rossa nella sabbia" favorendo l'intervento della Russia.
L'Idf avanza verso le alture del Golan: "Ma non interferiamo"
Le forze di difesa israeliane, Idf hanno schierato "forze nella zona cuscinetto nelle alture del Golan, e in diversi altri luoghi necessari per la sua difesa, per garantire la sicurezza delle comunità delle alture del Golan e dei cittadini di Israele", sulla base della "valutazione della situazione a seguito dei recenti eventi in Siria". Lo comunica Idf sul proprio canale Telegram."L'Idf non sta interferendo con gli eventi interni in Siria e continuerà a operare finché necessario per preservare la zona cuscinetto e difendere Israele e i suoi civili", evidenziano.
Le forze curde: "Caduta della dittatura momento storico"
Il capo delle forze curde in Siria saluta il momento "storico", la caduta del regime "dittatoriale". Mazlum Abdi, il leader delle Forze Democratiche Siriane (SDF), un'alleanza armata guidata dai curdi, ha detto che questa è un'"opportunità per costruire un nuovo Siria". "In Siria viviamo momenti storici: stiamo assistendo alla caduta del regime autoritario di Damasco. Questo cambiamento rappresenta un'opportunità per costruire una nuova Siria basata sulla democrazia e sulla giustizia, che garantisca i diritti di tutti i siriani", ha affermato in una breve dichiarazione. Il gruppo guidato dai curdi ha una presenza significativa nella Siria nord-orientale, dove si è scontrato con il gruppo estremista dello Stato islamico e con le milizie sostenute dalla Turchia nel corso degli anni.
I ribelli invitano sfollati a rientrare dall'estero
I ribelli che nella notte hanno preso il potere in Siria, hanno invitato gli sfollati all'estero a rientrare nel Paese. "Dopo una tirannia di 50 anni", annunciano i ribelli, "in Siria inizia una nuova era". Abu Mohammed al-Golani, leader del gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham, o HTS, che rappresenta il più grande gruppo di insorti, ha proibito ai suoi combattenti di aprire il fuoco in aria nella capitale Damasco.Al-Golani ha inoltre invitato i cittadini a "restare lontani dalle istituzioni fino al passaggio ufficiale di consegne".
I ribelli annunciano la caduta del "tiranno" Assad sulla tv pubblica
I ribelli hanno annunciato la caduta del "tiranno" Bashar al-Assad sugli schermi della televisione pubblica siriana. In precedenza i gruppi armati islamici avevano preso il controllo dell'emittente radiotelevisiva statale a Damasco. In un video trasmesso dalla tv pubblica siriana, i ribelli che nella notte hanno preso il potere, hanno annunciato la caduta di Bashar al-Assad, dichiarando la Siria 'libera dalla tirannia dopo 50 anni'. "La città di Damasco è stata liberata", ha detto un uomo, vestito in abiti civili, come riferisce al Jazeera."Il tiranno Bashar al Assad è stato rovesciato. Tutti i prigionieri sono stati rilasciati dalla prigione di Damasco. Auguriamo a tutti i nostri combattenti e cittadini di preservare e mantenere la proprietà dello stato siriano. Lunga vita alla Siria". Le forze antigovernative hanno condiviso un video spiegando che è stato girato dai suoi combattenti dalla base aerea strategica di Mezzeh nella capitale siriana.
L'opposizione in esilio: "La situazione a Damasco è sicura"
Hadi Al Bahra, presidente del massimo organo politico dell'opposizione siriana in esilio, la Coalizione nazionale siriana (Sncf), ha dichiarato che la situazione a Damasco è "sicura" dopo che i ribelli islamisti hanno preso il controllo della capitale, a patto che "non prendano le armi". "Per il nostro popolo a Damasco, la situazione è sicura, a eccezione di alcune anime deboli che potrebbero approfittare di queste condizioni. Vi preghiamo di rimanere nelle vostre case", ha dichiarato il capo dell'opposizione, il cui quartier generale si trova in Turchia, in un messaggio sul suo account Facebook ufficiale. "Oh, popolo nostro di tutte le sette e religioni, sarete al sicuro finché non alzerete le armi contro altri cittadini e finché resterete nelle vostre case", ha aggiunto.
I residenti di Damasco festeggiano la caduta del governo
Gli abitanti di Damasco hanno festeggiato nelle notte nelle strade della capitale la caduta del governo del presidente Bashar al-Assad.
I ribelli: "Inizia una nuova era, al premier controllo istituzioni pubbliche"
I gruppi ribelli a guida islamica hanno annunciato l'inizio di una "nuova era" in Siria dopo 50 anni di governo del partito Baath. Il comandante della coalizione ribelle che ha preso Damasco invita i residenti a stare lontani dalle istituzioni pubbliche che restano sotto il controllo del primo ministro fino al "passaggio ufficiale di consegne". "Il tiranno Bashar al-Assad è fuggito - hanno dichiarato le fazioni ribelli su Telegram - dichiariamo la città di Damasco libera: dopo 50 anni di oppressione sotto il dominio del Baath e 13 anni di crimini e tirannia e sfollamento (forzato)... annunciamo oggi la fine di questo periodo buio e l'inizio di una nuova era per la Siria".
Il premier siriano: "Pronto a passaggio di consegne, collaborerò con leadership scelta da popolo"
Il primo ministro siriano si è detto pronto a collaborare con la "leadership" che verrà scelta dal popolo. Mohammed al-Jalali ha dichiarato questa mattina di essere pronto a "cooperare" con qualsiasi leadership scelta dal popolo e per qualsiasi processo di passaggio di consegne, dopo che i ribelli hanno dichiarato che il presidente Bashar al-Assad ha lasciato il Paese. "Questo Paese può essere un Paese normale che costruisce buone relazioni con i suoi vicini e con il mondo... ma la questione dipende da qualsiasi leadership scelta dal popolo siriano. Siamo pronti a collaborare con essa (quella leadership) e a offrire tutte le agevolazioni possibili", ha detto Jalali in un discorso trasmesso sul suo account Facebook. Il primo ministro ha detto di tendere la mano a "tutti i siriani che hanno a cuore questo Paese per preservarne le istituzioni", in un video diffuso dopo che gli insorti islamisti hanno preso il controllo della capitale Damasco. "Sono a casa mia, non l'ho lasciata perché appartengo a questo Paese e non conosco nessun altro Paese. È la mia patria. In queste ore in cui la gente è preoccupata e ha paura (...) io, per le istituzioni dello Stato, che non sono di mia proprietà né di nessun altro, ma appartengono a ogni cittadino siriano. Tendiamo la mano a tutti i siriani che hanno a cuore questo Paese per preservare le sue istituzioni", ha detto.
Ong: "Il presidente Assad ha lasciato il Paese"
L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha annunciato che il presidente della Siria, Bashar al-Assad, ha lasciato il Paese. "Assad ha lasciato la Siria attraverso l'aeroporto di Damasco, prima del ritiro dei membri delle forze armate e di sicurezza" dal sito, ha dichiarato all'agenzia di stampa Afp il direttore dell'Osservatorio, Rami Abdel Rahmane.
I ribelli hanno aperto i cancelli del carcere Sednaya a Damasco
I ribelli siriani hanno annunciato di aver preso la prigione di Sednaya a Damasco e di aver liberato i detenuti di questo carcere, simbolo dei peggiori abusi commessi dalle forze del presidente Bashar al-Assad. "Fine della tirannia nella prigione di Sednaya", ha scritto su Telegram il gruppo islamista radicale Hayat Tahrir al-Sham (Hts), che guida la coalizione dei ribelli in Siria. I cancelli della prigione di Sednaya, nota come "mattatoio umano", sono stati aperti per le migliaia di detenuti", ha confermato l'Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh), che ha stimato a gennaio 2021 che 30.000 detenuti sono morti a Sednaya a causa di torture, maltrattamenti ed esecuzioni di massa dallo scoppio della guerra civile siriana, mentre Amnesty International ha stimato a febbraio 2017 "che tra 5.000 e 13.000 persone sono state giustiziate extragiudizialmente a Saydnaya tra settembre 2011 e dicembre 2015".
Cnn: i ribelli sono entrati a Damasco, scontri in corso
I ribelli siriani sembrano essere entrati nella capitale Damasco dopo aver affrontato una scarsa resistenza da parte delle forze del regime del presidente Bashar al-Assad. Un residente ha riferito alla CNN che i ribelli sono a Barzeh, un quartiere all'interno della città di Damasco, aggiungendo che sono in corso scontri. Una fonte che conosceva lo stato dell'avanzata dei ribelli ha dichiarato alla CNN: "Militarmente, Damasco è caduta".
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