Due attentatori hanno preso d’assalto l’edificio della Turkish Aerospace Industries (Tai), azienda pubblica turca che si occupa di sistemi aerospaziali, nella città di Kahramankazan, a una cinquantina di chilometri dalla capitale Ankara. Le agenzie di stampa turche riferiscono che durante l’attacco sono stati uditi esplosioni e colpi d’arma da fuoco. Le immagini dei due attentatori (un uomo e una donna), uccisi dalle forze di sicurezza turche, sono state diffuse dalla televisione pubblica.

Nei frame circolati online si vedono due uomini con armi pesanti scavalcare i tornelli della sede dell’azienda. Secondo le informazioni raccolte dalla Cnn, sono arrivati al cancello di sicurezza della struttura e hanno fatto esplodere un veicolo creando un varco prima di entrare nella struttura dove è iniziato un conflitto armato con il personale della sicurezza. Il bilancio è di quattro morti e quattordici feriti.

I due avrebbero anche tentato di prendere in ostaggio i dipendenti dell’azienda. Nell’edificio erano presenti anche otto tecnici di Leonardo che sono tutti al sicuro. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha detto che non ci sono italiani tra le vittime. Per il ministro dell’Interno turco non ci sono equivoci, è un attentato terroristico. «Nonostante tutti i colpi che infieriamo a questi terroristi senza onore del Pkk, non capiscono la lezione. Lo ripeto qui, fino a quando anche l’ultimo terrorista non sarà eliminato noi non ci fermeremo», ha detto il ministro della Difesa Yaar Guler facendo presagire che dietro l’attacco ci sia la mano del gruppo curdo.

Al momento non è stata ancora resa nota l’identità dei due aggressori. Ma l’obiettivo non è di certo casuale. La Tai ha collaborazioni strette in materia di difesa con Stati Uniti, Nato e industrie belliche di altri stati occidentali. L’azienda turca è uno dei fiori all’occhiello dello stato guidato da Recep Tayyip Erdogan. Negli anni ha costruito parte dei droni militari usati dall’esercito turco in Siria e Iraq contro i curdi, e alcune componenti degli F-35. I suoi sistemi di difesa aerea e di sorveglianza sono stati impiegati in diverse zone di conflitto. «La nostra industria della difesa e la “National Technology Initiative” sono cruciali per una Turchia indipendente», ha detto il ministro turco dell’Industria e della Tecnologia, Mehmet Fatih Kacir.

Mentre era in corso l’attentato in provincia di Ankara, il presidente Erdogan era in viaggio verso Kazan per partecipare al vertice dei Brics. Appena atterrato ha ricevuto la solidarietà del presidente russo Vladimir Putin, che ha condannato l’attentato. «Abbiamo 4 martiri e 14 feriti. Condanno questo atroce attacco terroristico e auguro la misericordia di Dio ai nostri martiri. La nostra nazione deve sapere che le sporche mani tese verso la Turchia saranno definitivamente spezzate; nessuna struttura, organizzazione terroristica o obiettivo malvagio che mira alla nostra sicurezza sarà in grado di raggiungere i propri obiettivi», ha detto il leader turco. Durante l’incontro bilaterale i due leader hanno discusso anche del conflitto in Medio Oriente.

Ai giornalisti il presidente russo ha ribadito la necessità di arrivare alla soluzione di due popoli e due stati per arrivare a un cessate il fuoco a Gaza. Mentre i Brics erano in corso a Kazan, un funzionario della leadership di Hamas si trovava a Mosca per mediare una soluzione diplomatica. Si tratta di Musa Abu Marzuk, residente in Qatar, che ha discusso anche degli sforzi russi che vanno avanti da mesi per cercare di unificare le fazioni che compongono il fronte palestinese.

Reazioni

Diversi leader internazionali hanno espresso la loro solidarietà al presidente Erdogan per l’attentato subito. «Ho appena parlato con il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan dell’attacco terroristico ad Ankara. Il mio messaggio è stato chiaro: la Nato è con la Turchia», ha detto il neo segretario generale dell’Alleanza atlantica Mark Rutte. «Sono sconvolto dalla notizia dei morti e dei feriti ad Ankara. Condanniamo con la massima fermezza il terrorismo in ogni sua forma e siamo al fianco del nostro partner, la Turchia», ha scritto su X il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

In una nota arrivata in serata da Palazzo Chigi si legge: «La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime, anche a nome del Governo, profondo cordoglio e sincera vicinanza alle Autorità turche per il vile attentato perpetrato contro la sede delle Turkish Aerospace Industries, che ha causato numerose vittime e feriti».

Allerta terrorismo

Negli ultimi anni la Turchia è stata al centro di numerosi attentati sanguinari. L’ultimo è avvenuto in una chiesa cattolica romana a Istanbul dove uomini armati hanno ucciso una persona lo scorso gennaio. In seguito all’attacco la polizia ha arrestato 47 persone accusate di essere coinvolte, affiliate al gruppo jihadista Isis-Khorasan, una branca dello stato islamico attivo anche in Pakistan e Afghanistan. Secondo diversi esperti negli ultimi anni il paese è diventato sede di cellule terroristiche e lupi solitari, che preoccupano il servizio di intelligence turco (Mit).

Uno dei jihadisti arrestati ha rivelato alla polizia che il leader dell’Isis-K in Turchia aveva pianificato attacchi alle sedi diplomatiche di Svezia, Paesi Bassi e la stessa Istanbul. Altre operazioni delle forze di polizia turche hanno portato alla luce piani per attaccare obiettivi sensibili come il parlamento, le caserme militari e le stazioni di polizia.

Dalla Turchia sarebbero infatti partiti gli attentatori che lo scorso 22 marzo sono stati protagonisti della mattanza in un concerto alla Crocus City Hall di Mosca dove morirono 139 persone mentre ne rimasero ferite altre 180. La situazione preoccupa anche le polizie occidentali.

Secondo i dati dell’Europol «il numero di attacchi e attacchi pianificati» dall’Isis «è più che quadruplicato» dal 2022. Il reclutamento sta riguardando soprattutto adolescenti compresi tra i 13 e i 19 anni. Resta da capire se anche nei prossimi giorni verrà confermata la mano del Pkk o ci sarà una rivendicazione dell’Isis-k. Intanto è stata aperta un’indagine a cui stanno lavorando nove procuratori.

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