Nel paese l’umore è depresso dopo la vittoria del candidato repubblicano, ma non tutti temono il nuovo inquilino della Casa Bianca. Alcuni confidano nella sua promessa di mettere fine alla guerra, altri scommettono sul suo carattere imprevedibile: una rottura con Putin potrebbe spingerlo a togliere le restrizioni alle forze armate di Kiev, imposte dall’amministrazione Biden
«Buongiorno Vietnam del Sud»: così lo spin doctor ucraino Yuri Romanenko ha salutato questa mattina all’alba l’imminente vittoria di Donald Trump alle elezioni americane. Che l’Ucraina sia destinata a fare la fine del Vietnam del Sud, abbandonata dal suo alleato e rapidamente travolta dai suoi nemici, è un sentimento molto diffuso in queste ore, soprattutto nella capitale Kiev e nei circoli di intellettuali e opinionisti più filo-occidentali.
Le frecciate lanciate da Trump in campagna elettorale nei confronti dei soldi spesi per l’Ucraina, le promesse del suo vice, J.D. Vance, di congelare il conflitto sulle attuali linee del fronte e i dettagli filtrati sul piano di pace che il nuovo presidente intende presentare quando entrerà in carica non promettono nulla di buono a quegli ucraini che desiderano proseguire il conflitto con la Russia senza cedere terreno.
Nel Donbass, dove l’entusiasmo per la causa ucraina non è mai stato forte come altrove e dove le durezze del conflitto lo hanno messo ulteriormente alla prova, la vittoria di Trump genera speranze opposte. In un reportage realizzato da Radio Free Europe Ukraine nella città di Pokrovosk, da mesi sotto tiro dell’artiglieria russa, diverse persone hanno detto di sperare in una vittoria del candidato repubblicano per accelerare l’arrivo di un cessate il fuoco.
Secondo i sondaggi più recenti, una maggioranza di ucraini è favorevole alle trattative, anche se non tutti sono disposti a rinunciare al territorio nazionale in cambio della fine delle ostilità.
La prudenza di Zelensky
Nel frattempo, la leadership ucraina continua a esercitare la massima cautela nei confronti della politica americana, così come ha fatto per tutta la lunghissima campagna elettorale. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è stato tra i primi a congratularsi con Trump, menzionando esplicitamente la «proficua» conversazione avuta con l’allora candidato presidente avvenuta lo scorso settembre e sostenendo che la strategia di Trump, «pace attraverso la forza», è proprio ciò che serve al suo paese in questo momento.
Il messaggio, diffuso sui social sia in inglese che in ucraino, sembra essere rivolto anche ai suoi compatrioti: fate buon viso a cattivo gioco, non tutto è perduto se sapremo trattare con il nuovo inquilino della Casa Bianca.
Dal canto suo, Trump non ha nominato l’Ucraina nel suo discorso della vittoria, ma ha parlato genericamente della sua intenzione di «mettere fine a tutte le guerre». Il Cremlino ha risposto tramite il suo portavoce, Dimitri Peskov, che ha ricordato che il conflitto in Ucraina non si potrà risolvere «in una notte», pur restando possibilità sul fatto che, dopo l’insediamento di gennaio, «gli Stati Uniti potranno aiutare a mettere fine alla guerra».
Come ha notato il sito russo indipendente Meduza, l’accoglienza riservata alla vittoria di Trump da parte di Mosca appare molto più fredda rispetto al 2016. Peskov ha detto che non sono previste chiamate di congratulazioni.
Trump, l’imprevedibile
Il problema per Mosca, e la speranza di Kiev, è nell’imprevedibilità di Trump. Molto probabilmente, il nuovo presidente presenterà un piano di pace ai belligeranti dopo la sua entrata in carica e si aspetta che la sua offerta venga accettato in modo entusiasta dal Cremlino, convinto di poter costringere gli ucraini ad accettarla minacciando un taglio completo degli aiuti.
Ma cosa accadrà se invece Vladimir Putin, forte delle sue vittorie sul campo, dovesse ritenerla insufficiente?
Un Trump umiliato da un rifiuto, o desideroso di mettere pressione sul Cremlino per spingerlo ad accettare un accordo che faccia apparire la Casa Bianca come vincitrice, potrebbe lasciare briglia sciolta a Kiev, rimuovendo alcune delle linee rosse imposte alle forze armate ucraine dall’amministrazione Biden. Alcuni in Ucraina ne sono già convinti.
«Trump sta vincendo, prepriamoci a bombardare Mosca», ha scritto questa notte l’autore del canale Telegram “Demone di Bakhmut”, un militare ucraino con quasi 200mila follower, riferendosi alla possibilità che il nuovo presidente possa finalmente autorizzare l’uso di armi Nato contro obiettivi situati in profondità sul territorio russo. «Trump potrebbe mettere fine alla guerra in Ucraina, così come andare verso un’ulteriore escalation», ha scritto questa mattina Peter Korotaev, autore della newsletter Events in Ukraine.
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