La compagnia tedesca ha chiesto un ribasso di 10 milioni rispetto ai 325 milioni pattuiti. Giorgetti respinge la richiesta. Ancora cinque giorni per rispettare la scadenza fissata dalla Ue
L’estenuante trattativa tra Ita Airways e Lufthansa si arricchisce di un nuovo capitolo. Quella che doveva essere la giornata decisiva per l’acquisizione dell’ex Alitalia da parte della compagnia di bandiera tedesca si è invece conclusa con un altro stallo.
I negoziatori del ministero del Tesoro - che detiene il controllo della compagnia aerea - hanno infatti deciso di non firmare l'accordo di vendita. L’intesa siglata l’estate scorsa prevede un’iniziale cessione del 41 per cento ai tedeschi, che progressivamente acquisterebbero altre quote, fino a detenere il controllo totale di Ita entro il 2033.
A convincere il Tesoro a fare marcia indietro è stata la richiesta di uno sconto avanzata da Lufthansa, che punta a pagare circa 10 milioni di euro in meno rispetto alla cifra inizialmente concordata, abbassando così il valore della seconda tranche da 325 a 315 milioni. Questa richiesta degli emissari tedeschi rimette in discussione il valore complessivo dell’investimento da parte degli acquirenti, concordato nei precedenti incontri tra le due parti, fissato a 829 milioni di euro.
Per Lufthansa lo sconto è un atto dovuto, in virtù dei costi sostenuti per gli investimenti effettuati dopo l'accordo iniziale, risalente a giugno del 2023. Ma il Mef non ci sta e ha respinto la richiesta al mittente, sostenendo che tutti gli investimenti sono stati decisi in accordo con Lufthansa, e che nel frattempo Ita ha anche migliorato la propria posizione economica, con l’effetto di aumentare il proprio valore.
Lo scontro tra Roma e Berlino ha causato un ritardo nella presentazione delle necessarie misure correttive da sottoporre al vaglio antitrust della Commissione Europea, che includevano la cessione di rotte a lungo e corto raggio alle compagnie concorrenti, anch’esse firmatarie dell’accordo. Adesso la nuova data chiave è quella di lunedì 11 novembre, quando scadrà il termine fissato dalla Commissione per presentare le suddette misure. Le parti hanno quindi meno di una settimana di tempo per raggiungere l’accordo definitivo: considerando che la trattativa va avanti da ormai due anni, la strada sembra decisamente in salita.
Stop nella notte
Eppure nella notte tra lunedì e martedì sembrava tutto fatto: i documenti necessari all’approvazione delle autorità europee, che avrebbero dato il definitivo via libera all’operazione, erano stati firmati, oltre che da Lufthansa, da EasyJet, Air France e IAG (il gruppo che unisce British Airways e Iberia), ovvero tutte le compagnie aeree concorrenti che beneficerebbero dalla cessione da parte della nuova creatura italo-tedesca degli slot sui voli. Sul tavolo mancava solo firma del Mef, che però non è mai arrivata. Secondo indiscrezioni, la richiesta dello sconto di dieci milioni non sarebbe mai stata discussa precedentemente. Un atteggiamento che avrebbe provocato la reazione dei rappresentanti del Tesoro, che si sono tirati indietro all’ultimo momento utile, forti anche della migliore situazione patrimoniale in cui verserebbe Ita Airways rispetto all’apertura della trattativa.
La compagnia italiana ha infatti chiuso il primo semestre del 2024 con ricavi per 1,4 miliardi di euro, in aumento di 300 milioni rispetto al primo semestre 2023, cassa per 393 milioni di euro (+31 milioni a confronto con il risultato al 30 giugno 2023) e liquidità in cassa per 393 milioni, 31 milioni in più rispetto a giugno 2023.
Insomma, secondo il governo di Roma, questi dati non giustificano in alcun modo una richiesta di sconto. Ecco perché gli italiani hanno preferito rimandare al mittente la richiesta tedesca. Adesso però la strada è strettissima: la scadenza dell’11 novembre incombe e l’ipotesi di un braccio di ferro tra le due parti porterebbe con ogni probabilità a un fallimento della trattativa, con il ministero dell’Economia che manterrebbe il controllo totale della compagnia. Uno scenario molto diverso rispetto a quello delineato dal titolare del dicastero, Giancarlo Giorgetti e dalla stessa premier Giorgia Meloni, che hanno individuato nella cessione di partecipazioni statali una fonte per il risanamento dei conti pubblici.
Si prospetta un fine settimana di colloqui per i mediatori di ambedue le parti, che avranno l’arduo compito di portare a termine una contrattazione che va avanti da quasi due anni, da quel 18 gennaio 2023 in cui Lufthansa ha presentato una prima offerta per acquisire una quota di minoranza nella compagnia aerea italiana.
A mettersi d’intralcio era stata da principio la Commissione europea, che ha ravvisato nell’accordo la fattispecie di abuso di posizione dominante, chiedendo alle parti di attuare una serie di correttivi e approvando l’operazione a più di un anno di distanza, il 3 luglio 2024. Ma proprio quando la strada sembrava in discesa, è arrivato l’ennesimo intoppo.
Il tempo stringe
Sia Lufthansa che Roma sembrano voler tenere il punto. In una dichiarazione ufficiale, la compagnia tedesca ha ribadito il suo impegno a rispettare i termini dell'accordo del 2023 con il ministero dell'Economia e delle Finanze italiano per l'acquisizione del 41 per cento dell’ex Alitalia, oltre a confermare di aver firmato il pacchetto di misure correttive necessarie entro la scadenza concordata, evidenziando anche che il closing, da realizzarsi entro la fine del 2024, dovrebbe vedere un aggiustamento al ribasso, nella previsione che Ita perderà valore nei prossimi mesi.
Dal canto suo, il ministro Giancarlo Giorgetti, a Bruxelles per il vertice Ecofin non ha voluto commentare la novità sul fronte Ita, ma dal Tesoro filtra la ferma intenzione a «non svendere la compagnia» e si racconta di un Giorgetti a dir poco irritato per l’improvviso voltafaccia di Lufthansa.
A dispetto delle schermaglie, un accordo tra le parti sembra ancora possibile, data l’importanza della posta in gioco e l’impegno profuso da entrambi nel corso della trattativa. Ma il tempo stringe, alla scadenza fissata dalla Commissione mancano solo cinque giorni: è il momento di fare in fretta.
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