Rossella Fiamingo, Alberta Santuccio, Mara Navarria e Giulia Rizzi sono le protagoniste della storica medaglia nella spada a squadre: atlete diverse, ma quando fanno gruppo non ce n’è per nessuno. Il loro successo è la dimostrazione che l’arte di saper aspettare viene sempre premiata
Donne diverse, diversissime, che quando fanno gruppo non ce n’è per nessuno. L’oro dell’Italia femminile della spada a squadre alle Olimpiadi di Parigi è storico. È a casa dei francesi che si vantano, giustamente, di essere i padri della scherma. Ma è soprattutto un titolo olimpico fondato su due parole chiave: patto e pazienza.
Rossella Fiamingo, Alberta Santuccio, Mara Navarria, Giulia Rizzi hanno fatto un patto: la medaglia la vinciamo insieme, tutte e quattro. Anni, giorni, ore, nei ritiri, a darsi battaglia in pedana a furia di stoccate. Donne che non lasciano nulla al caso: proviamo l’apnea per la respirazione e la concentrazione, proviamo in allenamento a mettere nelle casse, a palla, il frastuono del tifo, così ci abituiamo a tirare quando saremo a Parigi, in casa dei francesi.
Donne che hanno soprattutto saputo aspettare.
L’arte dell’attesa
Mara Navarria ci è arrivata a 39 anni, mamma di Samuele di 11 anni, ma soprattutto un’atleta che dopo la morte del suo storico maestro Oleg Pouzanov, nel 2015, ha cambiato tante volte case e palestre (sale d’armi) in giro per l’Italia, insieme al marito.
Giulia Rizzi è una debuttante. Essere debuttante alle Olimpiadi alla bellezza di 35 anni, la sua seconda giovinezza dopo tante delusioni e infortuni.
Rossella Fiamingo per il glamour può essere «solo la fidanzata di Gregorio Paltrinieri». Certo, sono innamorati. Ma Rossella è nella storia della scherma, è stata l’unica in grado di vincere nella spada due ori mondiali consecutivi, nel 2014 e nel 2015. E da allora, in questi ultimi nove anni non ha mai saltato un allenamento.
Alberta Santuccio è la protagonista dell’ultima stoccata, quella decisiva. È la più piccola del gruppo. Una piccola che però ha 30 anni.
Quattro regine
Tra qualche anno potrà essere anche la favola in un libro per bambini. C’erano una volta quattro regine, due friulane, due siciliane, un CT - Dario Chiadò il commissario tecnico della spada azzurra femminile - e due maestri, come nella scherma si chiamano gli allenatori: Rossella ed Alberta guidate da Daniele Pantoni, Mara e Giulia dal maestro Roberto Cirillo.
Quindi, sono atlete, campionesse, sono tutte laureate. E che noia che barba, ma sono troppo perfette!
No. Sono donne perfettamente imperfette, e sanno prendersi in giro per i loro difetti. Discutono, si impermalosiscono, si abbracciano, si confidano, si fanno forza l’un con l’altra. E si tengono per mano sul gradino più alto del podio dei Giochi di Parigi 2024.
Nella spada sono salite, ma tante volte sono scese, e sono ripartite, testardamente con il lavoro. Regine di spada….e di pazienza. Questo è l’oro di chi sa aspettare.
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