Un commento su Facebook della sottosegretaria meloniana all’Istruzione, che rispondeva a un utente che ricordava la marcia su Roma, ha scatenato molte polemiche. Attraverso un estratto del libro Quel braccio alzato di Massimo Arcangeli ripercorriamo i suoi legami con la destra neofascista
Negli ultimi giorni un post e un commento su Facebook della sottosegretaria all’Istruzione di Fratelli d’Italia (prima dell’Msi e di An) Paola Frassinetti hanno scatenato una grossa polemica politica. Frassinetti ha infatti pubblicato un post su Facebook lunedì 28 ottobre ricordando un derby Milan-Inter del 1984. L’immagine ritraeva Mark Hateley che sovrasta di testa il nerazzurro Fulvio Collovati ed era accompagnata dalla didascalia «28 ottobre 1984… e chiamale se vuoi emozioni…», che aveva anche due cuori, uno rosso e uno nero. Un altro utente ha poi commentato «Il 28 ottobre è un’altra roba! È il cuore nero senza il rosso», facendo implicito riferimeno alla marcia su Roma. A questo Frassinetti ha risposto «Fascismo immenso e rosso diceva Brasillach», scrittore accusato di collaborazionismo con il Terzo Reich.
La sottosegretaria si è difesa dicendo all’Adnkronos che si trattava di «un post calcistico e nei commenti rispondo con una battuta, probabilmente infelice. Per parlare del colore rosso cito una frase di questo autore. Non ho festeggiato nessun 28 ottobre, ho solo ricordato un gol storico. Ci rido su, mi sembra che sia una tempesta in un bicchiere d'acqua».
I legami di Frassinetti con la galassia neofascista, però, sono noti. Qui riportiamo un estratto del libro Quel braccio alzato, del nostro collaboratore Massimo Arcangeli, in cui si ripercorrono i suddetti legami.
Nell’inchiesta di 100 minuti viene di nuovo chiamata in causa Paola Frassinetti. Nel 2018 l’onorevole avrebbe patrocinato nel cuore di Milano, nel prestigioso Palazzo Reale, un evento (Eurasiart, 4 novembre), organizzato dalla cooperativa sociale Arnia, cui fa capo la cascina Pedretti, che ebbe come ospite d’onore l’ultranazionalista Aleksandr Dugin, l’ideologo di Vladimir Putin, e vide la partecipazione, fra gli altri, di Fidanza e Jonghi Lavarini. Sebbene due e-mail fatte pervenire al giornalista da una fonte di cui non conosciamo l’identità dimostrino il contrario, quando Palladino domanda a Frassinetti se avesse partecipato all’organizzazione di quell’evento lei risponde di no. A un’altra domanda di Palladino, che le chiede quali siano i suoi rapporti con Corte dei Brut (piccolo ristorante di Gavirate, ritrovo di molti esponenti della destra radicale locale), l’onorevole risponde: «Non ho rapporti». I rapporti invece si danno – sono per giunta di lunga data – e non è neanche tutto. Lo dimostrano le testimonianze social riportate di seguito, tratte da vari scambi su Facebook.
Il 14 settembre 2015 Matteo Inzaghi, direttore dell’emittente televisiva lombarda Rete 55, con sede a Gornate Olona (VA), pubblica un post in cui tagga o menziona diverse persone. Fra i nomi richiamati o taggati ci sono quelli di Paola Frassinetti, Eughenia Lenbach e Fausta Pedretti. Eughenia Lenbach, nome di una spia della Germania nazista – è anche la protagonista di un romanzo di Pietrangelo Buttafuoco: Le uova del drago (2005) –, è lo pseudonimo di Ines Pedretti, che nel commentare il post di Inzaghi tagga proprio Frassinetti, e Fausta Pedretti è sua sorella.
Il 18 giugno 2021 il regista Umberto Baccolo, membro del direttivo dell’associazione Nessuno tocchi Caino, pubblica un post in cui ringrazia della splendida serata trascorsa alla Corte dei Brut, oltre alla moglie Delfina Unno Pastalunghi, ai due titolari della cascina, ad Alice Greta – dirò chi è tra un attimo – e a Fausta Pedretti, sorella di Ines, alcune «anime speciali che la frequentano più o meno abitualmente»: il musicista Johannes Bickler, nipote di Hermann, l’ex terrorista missino Maurizio Murelli, condannato in appello a 18 anni di reclusione, confermati in terzo grado (15 febbraio 1978), per concorso nell’omicidio dell’agente di polizia Antonio Marino nel “giovedì nero” milanese del 12 aprile 1973, e l’onorevole Frassinetti.
È lei quella che si scorge seduta a un tavolo della Corte dei Brut all’inizio del filmato caricato da Baccoli nel suo post? E l’uomo che a un certo punto si alza da quel tavolo e si allontana – per ricomparire seduto verso la fine del video – è Pietro Pedretti, il fratello di Ines e di Fausta?
Pietro Pedretti è anche il compagno di Frassinetti, cui l’onorevole è legata almeno dal 2016. Il 29 giugno 2016 Fausta Pedretti fa gli auguri al fratello Pietro e alla cognata Paola. Una commentatrice (Valeria Carelli) esplicita gli auguri a quest’ultima, facendone il nome (Frassinetti), e aggiunge un bacione alla Pimpa. È questo il nome di una delle due cagnette di allora di Paola e Pietro, come chiariscono due post.
Il primo post è del 17 maggio 2016: sul profilo della Corte dei Brut, condiviso con Pietro Pedretti (il suo nome compare in alto), vengono pubblicate le foto di Pimpa e dell’altra cagnetta, Freya, fotografate nella stessa cascina; il secondo post è del 26 agosto 2021: sul profilo di Frassinetti viene pubblicata una foto in cui l’onorevole è in compagnia di Pietro e di Pimpa.
Il 3 giugno 2021, per chiudere il cerchio, in un post pubblicato sul profilo della Corte dei Brut, si ringrazia Frassinetti per aver partecipato a una partita di pallone coi bambini ospiti della cascina.
Non è finita. Alice Murgia, assistente parlamentare di Frassinetti a partire dal 2018, e dal 10 novembre 2022 sua segretaria particolare presso il Mim, è la figlia di Ines Pedretti e compare tra i soci fondatori nell’atto costitutivo (8 gennaio 2013) della cooperativa Arnia. Anche lei si è registrata con uno pseudonimo (Alice Greta), e ne ha ben donde. Su Facebook, a scorrere l’elenco dei suoi amici, è in buona compagnia (fascista).
In un post del 10 settembre 2021 Murgia commenta indignata una foto. Lo scatto mostra la profanazione di alcune delle tombe dei marò del battaglione Barbarigo della X Flottiglia MAS collocate nel Campo della Memoria di Nettuno (RM) e lei riporta – a modo suo – la parte iniziale del testo dell’inno composto per la milizia collaborazionista dalla consorte del principe Borghese, la nobildonna russa Daria Vasilievna Olsoufieva Schouvalova, scrittrice e restauratrice:
Quando pareva vinta Roma antica
sorse l’invitta X Legione.
Vinse sul campo il barbaro nemico,
Roma riebbe pace con onore.
Quando l’ignobil otto di settembre
abbandonò la Patria traditore
sorse dal mare la X Flottiglia
e prese le armi al grido "per l’onore”.
Allineata la conclusione: Presenti! In linea anche alcuni commenti al post: «Infami come i loro nonni» (i partigiani, naturalmente); «Come buona parte dei loro nonni. Sempre nell’ombra mai a volto scoperto»; «Onore ai caduti della X Flottiglia! Sempre presenti nei nostri cuori». Precoce, Alice Murgia: appena quattordicenne o giù di lì, annota Graziani in un commento a un suo post commentato anche da lei, la segretaria di Paola Frassinetti già militava nelle file dell’estrema destra di Meridiano Zero, che all’epoca predicava la tecnoribellione al potere tecnologico e in cui Graziani svolgeva il ruolo di formatore.
Murgia, come risulta da un’intercettazione telefonica, avrebbe anche falsificato la firma d’iscrizione a FdI di Gioacchino Amico, un imprenditore di origine siciliana con precedenti penali di piazza a Milano; Giorgio Mottola, autore di un servizio (La mafia a tre teste) trasmesso nella puntata di Report del 14 gennaio 2024, le chiede come mai avesse chiesto all’uomo di non denunciarla e Murgia, dopo aver negato di aver fatto quell’iscrizione, risponde che si era trattato di una semplice battuta.
Dalle telefonate con l’assistente di Frassinetti, cui Amico preannuncia più volte il suo arrivo in ritardo all’appuntamento di quel certo giorno con l’onorevole, risulta che l’imprenditore, intenzionato a candidarsi a sindaco di Busto Garolfo (MI) col partito di Giorgia Meloni, si sia incontrato con Frassinetti in altre occasioni oltre a quella in cui cenò con lei, in un ristorante romano nei pressi della Camera, per parlarle di appalti in campo sanitario.
Dal libro di Massimo Arcangeli Quel braccio alzato (Lit Edizioni), pp. 183-190.
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