Lo streamer più famoso d’Argentina, noto come Spreen, ha giocato un minuto in Serie A con la maglia del Riestra. È l’episodio più vistoso di un fenomeno in crescita, la commistione tra calcio ed entertainment digitale di cui la Kings League è il culmine. Un campionato-show di squadre a sette fondato da Piqué, ex Barcellona, venuto in Italia a fare campagna di reclutamento
Un minuto contro il Velez Sarsfield. Tanto è durata la presenza in campo di Ivan Buhajeruk, lo streamer più famoso d’Argentina, noto come Spreen, tesserato dal CD Riestra, squadra di Buenos Aires di Primera División. Il primo contrasto duro dopo 8 secondi, il 47 sulla schiena e l’incapacità a posizionarsi sul fronte destro dell’attacco, così l’allenatore Cristian Fabbiani l’ha tolto dal campo per far entrare Gustavo Martín, tra l’incredulità e l’ilarità del pubblico presente.
Un fatto commentato con durezza dai media argentini, gli stessi, va detto, che avevano registrato con curiosità la mossa della squadra bianconera. Adesso, invece, oscillano tra la «mancanza di rispetto» e la «vergogna» per tutto il movimento.
In realtà il tesseramento è stata una mossa di marketing per entrambi. Da una parte il CD Riestra che vuole diventare il club più famoso tra i giovani follower di Spreen, raggiungendo un pubblico impossibile da acchiappare altrimenti. Dall’altra Ivan Buhajeruk, diventato una figurina nell’album del campionato argentino, con un valore particolare tra gli appassionati, ci scommettiamo, e la speranza di avere presto anche una propria card in EA Sports FC 25.
Una contaminazione così forte tra calcio e intrattenimento digitale non c’era mai stata e anticipa quello che potrebbe accadere in futuro, con il solito mantra secondo cui i giovani vogliono vedere solo gli highlights delle partite e non tutti i 90 minuti.
I precedenti
In Italia Gene Gnocchi, con un passato da calciatore in Serie D e due provini con il Milan, venne tesserato dal Parma a fine stagione 2006-07, sfiorando l’esordio contro l’Empoli: non si concretizzò per evitare polemiche sulla regolarità della corsa salvezza in campionato. Alessandro Cattelan ha invece esaudito il proprio desiderio di giocare in Champions League grazie al presidente de La Fiorita, squadra di San Marino. Lo tesserò, e lo vedemmo in campo a giugno 2018 nei minuti finali della semifinale del turno preliminare contro il Lincoln Red Imps di Gibilterra, persa 2-0.
Il futuro si sta forse manifestando in Spagna, dove l’ex calciatore del Barcellona, Gerard Piqué, e lo streamer commentatore di eSport basco da milioni di follower, Ibai Llanos Garatea, hanno fondato la Kings League: i nomi altisonanti dei dirigenti, dei manager e dei calciatori si mescolano a quelli degli sconosciuti che hanno superato le selezioni.
Sono state seguite in diretta streaming da 400mila persone e vi hanno partecipato 13mila giocatori provenienti per la maggior parte dalle serie minori catalane.
Come funziona
In campo scendono 7 calciatori, un portiere e sei uomini di movimento, in rosa sono in tutto in 12, due dei quali possono essere professionisti: uno deve essere fisso per l’intero campionato, l’altro può cambiare a ogni partita. Non ci sono limiti di alcun genere per far parte di una squadra e il Chicharito Hernandez ha partecipato alla giornata inaugurale della Kings League su concessione dei Los Angeles Galaxy. Poi c’è stato Javier Saviola, che ha sbagliato un rigore, mentre tra i più presenti registriamo: Jonathan Soriano, leggenda del Red Bull Salisburgo, Joan Verdù, ex Fiorentina, e Didac Vila, meteora del Milan. Hanno aderito Iker Casillas, cui fa capo la squadra 1K FC, Sergio Agüero con i Kunisports, Ronaldinho e Joan Capdevila.
Le partite si giocano tutte di domenica una dopo l’altra, in diretta gratuita su Twitch, TikTok e YouTube, e ogni calciatore guadagna 70 euro a match. Diversi sono i gettoni per le stelle, alcune delle quali hanno deciso di giocare gratuitamente. Finite le partite si tiene l’After Kings, il momento in cui Piqué, insieme con amici, ex calciatori e streamer, discute di quello che è successo e anche di cose più personali, come al bar sotto casa.
Con un particolare: dopo ogni gol, la regia stacca sulle reazioni dei presidenti e degli streamer, figure che a volte coincidono, e non sul gesto tecnico, perché la capacità di creare contenuti interessanti è più importante della partita. «Una rivoluzione del mondo del calcio», l’ha definita Piqué che ha lanciato la Kings League con il claim “Creando il futuro dello sport e dell’intrattenimento”. In questi giorni, a Milano, si sono tenuti i provini per la nascita della Kings League Italia. Stanno arrivando.
© Riproduzione riservata