Gli uffici di Pichetto Fratin che hanno vagliato il progetto definitivo del ponte sullo Stretto hanno inviato una lunga lista di richieste di integrazione. I tecnici lamentano persino che su alcuni documenti presentati non si riesce a leggere cosa c’è scritto. L’obiettivo di aprire i cantieri entro l’estate appare sempre più difficile
Partenza “disturbata” per la Conferenza dei servizi sul ponte dello Stretto. Mentre al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti era in corso, martedì 16 aprile, la riunione sul ponte, alla presenza di tutte le istituzioni coinvolte, sulla pagina ufficiale del Ministero dell’ambiente compariva la richiesta di integrazione al progetto definitivo che proprio il dicastero di Gilberto Pichetto Fratin ha inviato alla società Stretto di Messina.
Si tratta, più in particolare, di 239 osservazioni che, al pari delle sessantotto presentate dal Comitato tecnico-scientifico in seno al Mit, “ostacolano” l’iter relativo alla costruzione del ponte che, secondo il leader leghista Matteo Salvini, avrebbe dovuto prevedere l’apertura dei cantieri nel corso di questa estate. Tra queste osservazioni alcune riguardano il mancato aggiornamento dei documenti richiesti. E in altri casi testi inviati sarebbero addirittura illeggibili.
I dettagli
Le integrazioni richieste riguardano, dunque, la Valutazione di impatto ambientale (Via) e la Valutazione di Incidenza (Vinca). Il ministero chiede alla Stretto di Messina di spiegare la compatibilità del progetto con gli aggiornamenti dei vincoli ambientali e paesaggistici e degli strumenti di pianificazione territoriale. Chiede inoltre un'analisi più approfondita dei costi e dei benefici dell'opera e un quadro riassuntivo di tutti gli interventi previsti, «non limitandosi al solo elenco delle opere variate», si legge nel documento.
Il Mase lamenta che Stretto di Messina «non descrive il sistema di cantierizzazione, limitandosi all'elenco delle aree di cantiere» e non abbia fornito informazioni sufficienti sulla gestione e lo smaltimento delle terre e rocce da scavo.
Al committente viene richiesto «un quadro aggiornato e congruente» sulle «condizioni di pericolosità da maremoto» e l'aggiornamento delle stime sulla qualità dell'aria nella fase di cantiere e in quella di esercizio. E poi ci sono tutti i chiarimenti attesi sulla Rete Natura 2000, pertanto sull’impatto ambientale.
I vizi di forma
«Molte tabelle (…) relative all’aggiornamento dello studio del traffico, risultano materialmente non leggibili per problemi di caratteri. Si chiede di produrre un documento revisionato». È questo che si legge anche tra le richieste di integrazione presentate dal Mase. Carte, dunque, illeggibili. A dimostrazione che va così quando si è di fretta.
Ma non solo. Molti documenti – sempre secondo il ministero dell’Ambiente – sarebbero mancanti. «Come mai nella Relazione del Progettista, la sistemazione proposta per la zona di Cannitello rappresentata nella relazione AD0001, non è più rappresentata nelle tavole? Si richiede di ripresentare un quadro dettagliato delle compensazioni previste rispetto agli impatti residui dell’opera non mitigati, per tutte le componenti ambientali, ivi comprese territorio e popolazione. Per ogni misura dovrà essere specificata su cartografia aggiornata la sua localizzazione, l’inserimento urbanistico e territoriale, l’attuale uso del suolo e la nuova destinazione, valutando gli eventuali impatti indotti dalla loro realizzazione sul territorio e sull’ambiente, e indicare le misure eventualmente necessarie per la loro mitigazione; dovrà inoltre essere trasmessa documentazione progettuale coerente con l’attuale livello di progetto definitivo», è quanto lo stesso Mase lamenta e chiede.
Vizi di forma, errori materiali che potrebbero costare caro alla società concessionaria della grande infrastruttura. Almeno in termini tempo. Opposizioni intanto arrivano anche dal ministero dei Beni culturali che tra le altre cose chiede chiarimenti sul recupero dei beni storici.
La commissione in scadenza
Un altro freno alla prosecuzione “spedita” del progetto ponte è anche la scadenza della commissione Via-Vas. Quest’ultima ha 90 giorni di tempo per analizzare i circa 10mila documenti relativi all’infrastruttura che intende collegare la Sicilia alla Calabria.
I 90 giorni in questione scadranno dopo il 24 maggio. Ma il 24 maggio è anche la data di scadenza della prima commissione che, nominata nel 2020 dal ministero dell’Ambiente, dovrà dare uno dei pareri più attesi per la prosecuzione del progetto.
La commissione, presieduta da Massimiliano Atelli che è pure capo di gabinetto del ministro dello Sport Abodi, è composta da 70 membri. E, in base alla manifestazione d’interesse pubblicata il primo marzo dallo stesso ministero dell’Ambiente, questi membri dovranno essere rinnovati: nell’avviso non si parla di proroghe dei ruoli o delle funzioni. Dunque delle due l’una: o gli esponenti della prima commissione riusciranno, prima del 24 maggio, ad esaminare la cospicua mole di atti relativa al ponte o decadrà senza aver dato l’autorizzazione all’infrastruttura, che, come dicevamo, potrebbe subire una brusca frenata. Con la richiesta di integrazione i problemi però aumentano.
Esposti e altre osservazioni
E mentre gli esposti contro il ponte si moltiplicano (c’è quello presentato dai parlamentari di Pd e Avs Elly Schlein, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni; quello dei residenti di Villa San Giovanni alla procura di Reggio; e il terzo a Messina), non ci sono solo le richieste di integrazione da parte del Mase.
A presentare osservazioni sul progetto (avrebbero potuto farlo entro il 13 aprile) anche il Comune di Villa, quello di Messina, la città metropolitana di Reggio Calabria, attivisti, enti come Arpa Sicilia, ambientalisti, comuni cittadini. C’è chi lamenta il fatto che «la scuola primaria di Saponara Marittima si trovi a circa cento metri dai siti oggetto di lavorazione», e chi, come il comune di Campo Calabro segnala «l’aumento di richiesta di abitazioni di tipo residenziale» e al contempo «l’impossibilità di supportare tale richiesta non avendo reti idriche e fognarie adeguate». In ultimo c’è anche chi denuncia il fatto che «gli studi svolti siano stati realizzati sulla base di un piano di assetto idrogeologico, almeno per la Calabria, vecchio di dieci anni».
Nel frattempo, a Conferenza dei Servizi conclusa, interviene il sindaco di Villa Giusy Caminiti. «Presenteremo ulteriori richieste di osservazioni e integrazioni. Aspettiamo soltanto che ci vengano dati i termini per portarlo fare», ha detto a Domani.
«Nessun passo falso, anzi, un altro importante passo avanti per la realizzazione del ponte sullo Stretto», ha invece commentato l’ad della Stretto di Messina Pietro Ciucci in riferimento alle osservazioni del Mase. Insomma, questione di punti di vista.
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