Nella quattro puntate dell'inchiesta Domani ha rivelato cinque operazioni immobiliari che hanno coinvolto personalmente Toni Brandi e Roberto Fiore. Cinque immobili che il capo di Forza Nuova ha venduto al leader di Pro Vita & Famiglia, con modalità molto particolari.

Il primo riguarda un appartamento situato a Roma, in via Cadlolo. Fiore lo ha venduto a Brandi nel 2009 per mezzo milione di euro. Brandi lo ha rivenduto nove anni dopo (a una terza persona) a 320mila euro. A parte la notevole perdita subita dal presidente di Pro Vita, a colpire è il fatto che la casa di via Cadlolo sia rimasta nelle disponibilità di Forza Nuova e del suo leader anche dopo il passaggio di proprietà a Brandi.

Qual è stato il canone d'affitto annuo applicato a Forza Nuova dal 2009 al 2018? I canoni sono stati corrisposti? Domande necessarie per capire se tra Brandi e Forza Nuova c'è stato un normale rapporto commerciale, oppure il leader di Pro Vita ha aiutato finanziariamente il partito neofascista. A queste domande, così come a diverse altre che gli abbiamo inviato, Brandi ha ribattuto con una nota generale, senza rispondere ai singoli quesiti ed evitando così di chiarire la situazione. Contattato tramite il suo avvocato, Fiore invece non ci ha proprio risposto.

Ci sono poi le altre quattro compravendite immobiliari. Quattro negozi situati a Bari, Latina, Padova e Treviso. Tutti venduti da Fiore a Brandi nella stessa data, il 28 novembre del 2012. Grazie a queste quattro operazioni il leader di Pro Vita ha trasferito a Fiore 163 mila euro che, aggiunti a quelli pagati per la casa di Roma, portano il totale a 663 mila euro.

La stranezza non sta tanto nella cifra corrisposta per i quattro negozi, quanto nelle modalità di pagamento. In alcuni casi Brandi ha infatti pagato Fiore utilizzando un conto corrente aperto presso la banca Ubs in Svizzera, nazione che in quegli anni garantiva ancora il segreto bancario. Perché i versamenti sono stati effettuati dalla Svizzera? A questa domanda Brandi non ci ha risposto. Solo quando gli articoli sono stati pubblicati, nella sua richiesta di rettifica, ha scritto che «non vi è nulla di “misterioso” nel fatto che risulti titolare di un conto svizzero» perché «ho lavorato per decenni all’estero, anche in Svizzera».

Sempre sulle modalità usate per acquistare i quattro negozi c'è un'altra stranezza. In alcuni casi – gli immobili di Latina e Treviso – abbiamo rivelato che Brandi ha pagato Fiore con anni di anticipo rispetto ai rogiti e dunque ai passaggi legali di proprietà. Nel caso di Latina il primo pagamento è avvenuto quattro anni prima del rogito, nel caso di Treviso l'intero versamento è stato fatto addirittura cinque anni prima.

Brandi ha acquistato questi quattro immobili da Fiore nel 2012, pagando appunto quasi 163 mila euro in tutto. Poi, nel 2019, ha donato gratuitamente tutte queste proprietà alla onlus che presiede, Pro Vita & Famiglia. Gli immobili sono così diventati parte del patrimonio dell'associazione. Ancora oggi tre dei quattro negozi (cioè quelli di Bari, Padova e Latina) sono di proprietà di Pro Vita & Famiglia.

Ma chi ha utilizzato i quattro negozi? Nonostante la proprietà sia passata nel 2012 da Fiore a Brandi, in tre casi su quattro gli immobili sono rimasti nella disponibilità di Forza Nuova che li ha usati come sedi locali. Gli articoli di varie testate giornalistiche e le dichiarazioni pubbliche di dirigenti locali del partito indicano che è andata così per il negozio di Bari, per quello di Padova e per quello di Treviso. In alcuni di questi casi gli immobili sarebbero rimasti nella disponibilità di Forza Nuova anche dopo essere diventati proprietà di Pro Vita.

Tutto questo che cosa ci dice? Che tra Brandi e Fiore c'è uno storico rapporto finanziario, basato su modalità di pagamento a dir poco inusuali. E che il partito neofascista ha usufruito di alcuni immobili di Pro Vita per svolgere la propria attività politica.

Se da un lato l'inchiesta di Domani racconta una realtà molto distante da quella rappresentata pubblicamente da Brandi («Tra Pro Vita e Forza Nuova non vi sono legami, vi è solamente uno storico rapporto di amicizia tra me e Roberto Fiore»), dall'altro indica una questione che dovrebbe preoccupare il governo.

Il manifesto di Pro Vita è stato infatti firmato negli ultimi mesi da molti rappresentanti di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia; le idee della onlus sui diritti sono sovrapponibili a quelli della premier Giorgia Meloni (che pure sottoscrisse il manifesto nel 2019); alcuni rappresentanti dell'associazione lavorano nei dipartimenti ministeriali.

Ora sappiamo che Pro Vita e Forza Nuova sono legate finanziariamente attraverso i rispettivi leader. Uno dei quali, Fiore, si dichiara fascista, ha una condanna passata in giudicato per banda armata e un'altra, in primo grado e contro la quale ha fatto ricorso, per l'assalto alla sede nazionale della Cgil.

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