A Montecitorio le opposizioni presentano emendamenti al ddl Sicurezza per allargare i diritti degli alunni e delle alunne figli di straniere. Ma gli azzurri votano no. Promettono una riforma ad hoc, ma le minoranze attaccano: le proposte estive di Tajani erano «un bluff», «una farsa»
Bocciati r
Alla Camera si vota per lo Ius Scholae e Forza Italia vota no. Vota no a tutti gli emendamenti proposti dalle opposizioni al ddl Sicurezza all’esame dell’aula. Finisce così, in un «grande bluff», come lo definisce Riccardo Magi, relatore di minoranza alla legge, e cioè la campagna balneare del vicepresidente del consiglio Antonio Tajani, che ha passato l’estate a sostenere che il suo partito era favorevole all’ampiamento della possibilità di avere la cittadinanza italiana ai figli di stranieri che frequentano le scuole nel nostro paese. Sono più di un milione, in attesa di un diritto che oggi è un terno al lotto.
La riforma è un giro di vite
A fine giornata Tajani prova a giustificarsi: «La riforma sulla cittadinanza non è un giochetto da risolvere con con astuzie parlamentari. Non ci prestiamo a giochi di basso livello. Noi siamo il centrodestra e presenteremo una nostra proposta sulla cittadinanza. Nessun passo indietro». Il passo indietro invece c’è: non solo perché Forza Italia si è rimangiata le sue posizioni, ma perché la “proposta” in cottura è persino restrittiva rispetto alle attuali norme. Lo ha rivelato Maurizio Gasparri: servirà un ciclo di studi di dieci anni, la verifica del livello di conoscenza della lingua e dei principi fondamentali del diritto, quindi, ha ammesso con finto candore, «la nostra posizione è perfino più rigida della legge vigente. E il criterio delle origini «deve essere più selettivo». Insomma da due mesi promettono un avanzamento e preparano una stretta.
Dall’opposizione è un fuoco di fila. Parlano i rappresentanti di tutti i partiti. Tutti votano gli emendamenti di tutti. Tutti si rivolgono ai forzisti. Matteo Richetti, Azione: «La finiamo di rivendicare la presenza in maggioranza come puntello di principi liberali se poi al voto questo puntello viene sempre smentito?».
Marco Grimaldi, Avs: «Sono fratelli e sorelle d’Italia, sono i compagni e le compagne di banco dei nostri figli e ormai dei nipoti. Noi siamo per lo ius soli, ma ci saremo, voteremo sì a ogni proposta che renda un po’ più giuste le leggi che discriminano i nostri bambini». Davide Faraone, Italia Viva: «Ci sarà un momento in cui dalla chiacchiere passerete ai fatti?» .
Ma gli olimpici stranieri vanno bene
Mauro Berruto, Pd: «Siamo aperti a qualsiasi ragionamento, oggi in questo parlamento possiamo fare succedere qualcosa, ma deve succedere qui, non sulle agenzie, sui giornali o nei talk». E qui va aperta una parentesi: Berruto è stato un grande pallavolista, poi per cinque anni CT della Nazionale italiana di pallavolo, medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 2012 di Londra.
«Un’immagine conta più di mille parole e l’immagine della prima vittoria della nostra Nazionale di pallavolo femminile alle Olimpiadi, accompagnata a tanti altri podi e gare olimpiche e paraolimpiche, è la rappresentazione di un’Italia migliore, aperta dove non ci sono differenze. Questa Italia è anche in ogni settore giovanile sportivo e nelle scuole dove ragazzi e ragazze hanno colore della pelle, religione, provenienza geografica differenti. Perché questi ragazzi che vivono e studiano in Italia non sono italiani?».
«Lo Ius scholae è una promessa di speranza, una risposta ai ragazzi al loro desiderio di appartenere, la possibilità di essere riconosciuti per quello che i realtà già sono: italiani nella mente, nel cuore e nella cultura»: spingete quel tasto, chiede ancora una volta ai colleghi di Forza Italia.
La riforma immaginaria
Niente da fare. No anche alla richiesta di voto segreto avanzata dai rossoverdi. Dai berlusconiani arriva un solo intervento: quello di Paolo Emilio Russo, che si arrampica sugli specchi per annunciare il no del suo partito. È vero che «è stata proprio Forza Italia a promuovere quest’estate il dibattito sulla cittadinanza», ma questi emendamenti non li possono votare perché «stiamo lavorando a un testo per riformare le norme sulla cittadinanza italiana». Approvare un emendamento, sostiene, sarebbe troppo poco, serve «una riforma complessiva», il tema «merita più considerazione di un emendamento inserito all'ultimo in un provvedimento che si occupa di altro, di sicurezza».
Forza Italia «metterà a disposizione un testo su cui trovare ampia convergenza». Ma quando non lo dice. E neanche quale convergenza, visto che Fratelli d’Italia e Lega non ne vogliono sentire parlare.
Forza italia si vota no
Ma il capolavoro azzurro della giornata è il no alla propria proposta che Azione aveva raccolto dalle parole di Tajani e presentato al voto. Carlo Calenda promette che ci riproverà: stavolta non sarà un emendamento, sarà una proposta di legge identica.
«Questo racconta la storia della politica. Forza Italia non può far finta un giorno di essere un partito liberale e un altro giorno di essere la ruota di scorta della Meloni. Votare contro la sua stessa proposta è una follia», aggiunge.
C’è il referendum
«Forza Italia ha detto che non è il momento di discutere di Ius scholae, una riforma minima ma che comunque sarebbe stato un passo avanti: allora dobbiamo dire chiaramente che il dibattito di questa estate è stato una farsa», conclude Magi. Che è anche uno dei promotori della raccolta di firme su un referendum che riduce da dieci anni a cinque anni il periodo di tempo di legale soggiorno per avanzare la richiesta di cittadinanza.
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