«I fatti rimangono i fatti e la scienza rimane la scienza». Così, John Podesta ha comunicato mestamente il congedo degli Stati Uniti di Donald Trump dalle sedi dove si dovrebbero decidere le azioni collettive per evitare il disastro. Poi è arrivato Pedro Sánchez, con le ferite aperte del disastro di Valencia e della reazione popolare al negazionismo attivo di Carlos Mazón.

Dopo la mestizia e l’allarme, Giorgia Meloni ha segnato la morte definitiva dei fatti e della scienza e l’entrata del sogno a occhi aperti nella politica climatica. C’era stato, prima, il discorso del presidente azero, con accenti teologici (gas e petrolio come «doni di Dio»). Ma Meloni è volata ancora più alto.

La natura va protetta con al centro «l’uomo». Torniamo al quadro pre-moderno: l’uomo, il maschio, è il re della natura – le donne valgono solo come madri: loro sono natura, alla fin fine, come le piante e le leonesse. L’uomo, il maschio, è il secondo anello della Grande Catena dell’Essere, un gradino dopo Dio.

La protezione della natura con al centro l’uomo, peraltro, non è mica un obiettivo assoluto (quella è una assurda convinzione degli ambientalisti estremisti). No, va conciliata con la «sostenibilità dei nostri sistemi produttivi e sociali», e per farlo serve la «neutralità energetica», che significa considerare tutte le fonti di energia sullo stesso piano, fossili e gas incluse.

Le generazioni future

Questo è il nucleo del discorso di Meloni, e la negazione dei fatti più insidiosa. Per tutti “sostenibilità” (un concetto a dire il vero ormai sempre più logoro e stiracchiato) è, come minimo e al di là di varie interpretazioni possibili, l’idea che quel che facciamo noi oggi lo debbono poter fare tutte le generazioni future.

Cioè, le generazioni future dovrebbero avere, per esempio, la nostra stessa stabilità climatica – niente alluvioni ogni anno, niente smottamenti e piene – la nostra stessa aspettativa di vita e di salute – niente morti improvvise per eventi estremi, niente nuove malattie tropicali che si espandono.

Meloni si è concentrata invece sul consumo di energia, e ha annunciato che l’incremento di popolazione richiederà più energia, anche e soprattutto per l’intelligenza artificiale. L’incremento di popolazione e i bisogni delle generazioni future non saranno maggiore eguaglianza, ambienti vivibili, aspettative di vita: saranno energia e intelligenza artificiale. Praticamente, il sogno imprenditoriale di Elon Musk.

Fatti politici

I fatti, i famosi fatti di Podesta, e la scienza suggeriscono che il problema non è avere più energia e intelligenza artificiale. O almeno non solo quella. Se hai tanta energia, ma arriva un’onda di fango, e non hai nessuna protezione, che fai? Chiedi a ChatGPT dove scappare? Vai su Marte?

Sino adesso, l’idea di avere maggiore energia, e maggiori consumi, ha portato a questo, a non avere più una casa sicura dove consumare. Siamo sicuri che tutte le fonti di energia siano sullo stesso piano? Come è possibile essere neutrali su quel che crea pericolo? Se alcune fonti di energia non producono emissioni, o ne producono di meno, e altre no, in che senso si può essere neutrali?

Ma in realtà dei fatti nel discorso di Meloni c’erano. Fatti politici: parlare di fusione, che è solo futuribile, e non può risolvere un problema urgente, è un fatto nascosto – è un dispetto al ministero dell’Ambiente e ai suoi sostenitori, che cavalcano la fissione. Parlare di gas accontenta un sacco di amici, dalle maggiori aziende al padrone di casa a Baku. E il loro sostegno è un fatto, un fatto crudo e necessario della politica.

Meloni ha citato William James: «Agisci come se quel che fai facesse la differenza. Perché la fa». Sicuramente, discorsi del genere fanno la differenza: attestano la fedeltà del governo a certi poteri.

Il discorso è finito con un altro classico del repertorio di Meloni: «Io sono una madre, e come madre niente mi gratifica di più di quando lavoro per politiche che permetteranno a mia figlia e alla sua generazione di vivere in un posto migliore». Ai figli si raccontano le favole, certo. Ma fino a una certa età.

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