La sorella della premier conferma la fine della storia con il ministro. L’annuncio con un timing perfetto sul caso della sede di Acca Larentia
Un po’ di post sui social, qualche fotografia di famiglia fatta circolare ad arte sui giornali, i video propagandistici qua e là da mandare in loop con un intreccio tra fratelli, sorelle, cognati.
Insomma, ecco servito il menù del melonismo: un Truman show dall’accento romanesco, con qualche tocco di telenovela sudamericana e citazioni autobiografiche come il memorabile «Io sono Giorgia», traino perfetto per il diario di famiglia su Instagram.
Lollobrigida e il Tevere
L’ultimo atto è la separazione, annunciata a mezzo stampa, da Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio, nei giorni scorsi al centro del dibattito sul complotto immaginario della magistratura. «Con Lollobrigida siamo separati in casa da tempo», ha rivelato nel colloquio con Il Foglio, confermando un’indiscrezione che circolava con insistenza negli ambienti politici. Serviva la certificazione pubblica, l’uscita a effetto.
La tempistica era importante, nello spettacolo tutto viene pianificato: è stata scelta una domenica di fine agosto con le vacanze in Valle d’Itria e in Sardegna ormai alle spalle e proprio mentre alcune polemiche stavano tirando in mezzo la sorella più potente d’Italia. Soprattutto guardando ad Acca Larentia, come rivelato da Domani sul ruolo della fondazione An, nel cui board è presente anche Arianna Meloni, per l’acquisto della sede storica del Msi nel quartiere dell’appio-tuscolano.
La vicenda non è chiusa, il deputato di Europa verde, Angelo Bonelli, ha annunciato un’interrogazione parlamentare. Mentre l’eurodeputato del Pd, Sandro Ruotolo, ha chiesto che «Meloni rompa i ponti con il passato nero e si dichiari antifascista e metta fuori legge le organizzazioni che si richiamano al fascismo».
Questioni da mettere in naftalina con una sagace opera di distrazione, parlando più di gossip che di politica. Non a caso una delle immagini più iconiche dell’estate 2024 ritrae proprio la coppia degli ex cognati, Andrea Giambruno e Francesco Lollobrigida, nella versione di simpatici combinaguai, che si fanno immortalare insieme in palestra. Corpo scultoreo da maschi alfa, uniti dal destino di essere stati messi alla porta dalle rispettive ex compagne di vita.
Sembrava l’immagine di due famiglie in ricomposizione, di un quadro idilliaco da trasmettere all’opinione pubblica. Invece è stato solo un altro pezzo del Truman show quotidiano della famiglia Meloni, scomposta ufficialmente ma che sui media ci tiene ad apparire ancora unita. Ma Arianna Meloni ha dovuto perciò spiegare, una volta per tutte, che con il ministro dell’Agricoltura è finita. Mettendo a tacere le dicerie sul loro rapporto.
Certo, per «Lollo» lei sarebbe anche disposta «a buttarsi nel Tevere». Perché un tocco di romanità ci vuole sempre. E con un sigillo di garanzia apposto: «Il nostro progetto politico va avanti, i nostri rapporti personali sono ancora solidi, poi l’amore è un’altra cosa». Insomma, non ci sarà un «se mi lasci ti cancello», tanto per citare un altro film con Jim Carrey nel ruolo di protagonista. Finisce la love story, ma il potere tiene uniti.
Così se nel Truman show l’ignaro protagonista, interpretato da Jim Carrey, si muove davanti al pubblico spiattellando ogni secondo della propria vita privata, le sorelle Meloni – al contrario – agiscono nella consapevolezza che i fatti di famiglia sono un mezzo politico.
Ogni mossa è pubblica, vettore di propaganda. Per salvaguardare la privacy, basta non ostentare i fatti di famiglia. Le sorelle Meloni non sono delle Truman Burbank vittime di un demiurgo.
Arianna Meloni ha scelto l’intervista a un quotidiano, invocando il rispetto della riservatezza e lanciando le solite stoccate alla stampa, rea di descriverla come una donna di potere. Come se non fosse il capo politico del primo partito italiano, nonché sorella della premier e compagna (fino a pochi mesi fa) di uno dei ministri più potenti del governo, quale ruolo di primo piano può avere? Diverso è stato lo stile di sua sorella Giorgia, più irruenta e votata alla ribalta mediatica, che aveva reso pubblica la rottura con Andrea Giambruno con un post sui social e annessa foto di famiglia.
Figlia ed empatia
Il risultato, in quel caso, è stato un iniziale moto di empatia nei confronti della presidente del Consiglio, con l’immancabile affondo contro «tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa». Da qui l’uso disinvolto di Meloni dell’immagine della propria figlia.
Nel filmato di arrivo in Cina, la piccola Ginevra è stata ripresa mentre scendeva le scale con la madre. Per carità, tutto legittimo ad avere la figlia con sé anche nei giorni di lavoro, altra cosa è l’ostentazione della piccola. Con il cortocircuito che costringe la stampa a pixellare l’immagine della bambina, ancora minorenne.
Poco male: Meloni ha fatto gli auguri di buon Ferragosto agli italiani pubblicando sui social la fotografia di lei in piscina che gioca con la figlia. Solo che, qualche giorno dopo, ha pianificato una fuga dalla masseria che l’ha ospitata per allontanarsi dagli occhi indiscreti delle telecamere. Invocando una forma di privacy che spesso si è auto-negata.
«È tutto reale, è tutto vero. Non c’è niente di inventato, niente di quello che vedi nello show è finto. È semplicemente controllato», diceva Christof (interpretato da Ed Harris), l’ideatore del Truman show. Rispetto all’era meloniana manca solo il tradizionale «buongiorno, e casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio e buonasera», pronunciato da Jim Carrey davanti alla telecamera.
© Riproduzione riservata