Marcello Gemmato ha giurato di non aver compiti all’interno di Therapia, la società privata che opera nell’ambito della sanità di cui ha le quote da anni. Ma al di là delle mansioni interne, l’azienda con sede a Bitonto (Bari) vanta un’innegabile vicinanza a Fratelli d’Italia.

Domani ha rintracciato un versamento di 5mila euro risalente allo scorso giugno. Cifra che raddoppia con la donazione di altri 5mila euro fatta da Therapia medical, in cui non figura il sottosegretario alla Salute, ma che è nei fatti una controllata di Therapia (detiene il 60 per cento delle azioni), e in cui si muove da padrone di casa un fedelissimo di Gemmato, Andrea Vacca.

Non solo. Therapia si à fatta pubblicità criticando la lentezza del sistema sanitario pubblico e invitando a rivolgersi al privato per le diagnosi. Dall’altra parte ha attinto alle risorse statali grazie ad alcune misure, come il decreto Rilancio varato dal governo Conte II.

Un provvedimento disprezzato da Fratelli d’Italia, ma prezioso per le imprese. Comprese quelle vicine a FdI.

Soldi a FdI

Ma andiamo con ordine. «Le polemiche stanno a zero», diceva a fine ottobre Gemmato, che da sottosegretario alla Salute ha respinto le accuse di conflitti di interessi, sollevate dalle opposizioni sul suo ruolo in Therapia. La notizia svelata da Domani e rilanciata nei giorni scorsi ha sollevato un polverone politico.

Ma c’è una relazione ancora più stretta tra la società e la politica. Therapia non ha solo un socio che è esponente di spicco di Fratelli d’Italia. Il legame, ha scoperto Domani, è anche finanziario: l’azienda sanitaria ha versato 5mila euro a FdI più altri 5mila euro elargiti attraverso la Therapia medical. da chi ha interessi nel privato ma dovrebbe pensare alla sanità pubblica.

Le somme sono affluite lo scorso giugno nelle casse di FdI Puglia, l’articolazione regionale del partito di Meloni. Un territorio in cui il sottosegretario alla Salute sta mettendo radici, potendo contare su un supporto a trazione familiare, dal fratello Ninni Gemmato, ex sindaco di Terlizzi, al nipote Alberto Gemmato, in rampa di lancio nelle gerarchie locali di Fratelli d’Italia.

Quelle di Therapia sono donazioni dichiarate nell’apposito registro ufficiale e confermate dai vertici dell’azienda sanitaria. I soci delle sue srl sono l’esempio dei mondi di riferimento di Gemmato a partire da Andrea Vacca, erede della farmacia Matteotti di Bitonto, fondata dal padre.

Gira e rigira, il sottosegretario farmacista ha sempre amici in quel settore. E infatti Vacca è presidente del consiglio di amministrazione di Therapia e vice della srl controllata. Domani ha chiesto le ragioni dei 10 mila euro destinati a Fratelli d’Italia e Vacca, il farmacista-imprenditore, ha risposto: «Certo non lo vengo a dire a lei i motivi. Sono decisioni prese all’interno della società».

Vacca ha poi negato un ruolo di Gemmato sulla decisione di elargire le risorse alla branca pugliese di FdI. «Mi piace la politica di Giorgia Meloni, non è mica un reato», ha tagliato corto. Sorvolando sul fatto che nella compagine societaria figuri un amico di vecchia data della premier, come Gemmato, che questa estate ha fatto da padrone di casa durante le vacanze pugliesi, in Valle d’Itria, della presidente del Consiglio.

Le due società

Sia Therapia che la controllata Therapia medical si occupano di prestazioni sanitarie private. La società, in cui ha le quote il sottosegretario (che ha annunciato la dismissione), gestisce tre poliambulatori medici e diagnostici a Bari e dintorni. Dalla dimensione regionale sono, però, finite sotto i riflettori nazionali.

La Therapia ha fatto uno spot sul proprio sito per promuovere le prestazioni private, attaccando la qualità del Ssn. Gli accertamenti «senza dover attendere i lunghi tempi del Servizio sanitario pubblico», prometteva l’azienda in cui è socio Gemmato.

Che un laboratorio privato sponsorizzi prestazioni e rapidi tempi delle visite è scontato, molto meno che tra i soci risulti chi dovrebbe occuparsi di sanità pubblica. Un piede di qua e un piede di là. E un cortocircuito con pochi paragoni. Il sottosegretario, già bersagliato per le dichiarazioni dubbiose (poi corrette) sui vaccini anti-Covid, ha dovuto difendersi con un lungo post sui social.

La vicenda aveva spinto la segretaria del Pd, Elly Schlein, a intervenire con parole durissime: «Lo abbiamo sempre detto. La destra non sta smantellando la sanità pubblica per sciatteria, ma per un preciso disegno. E chi ci guadagna? Solo loro, la destra».

La risposta di Gemmato non si è fatta attendere, ha prima bollato la sinistra come «bugiarda e rancorosa» e poi chiarito così la vicenda: «Non esiste alcun conflitto di interessi come certifica il Garante della concorrenza» prima di ribadire l’impegno indefesso per risolvere il problema delle liste di attesa «creato dalla mala gestione di decenni di sinistra al governo».

Tra pubblico e privato

Con il finanziamento e il mix di interessi privati e pubblici si aggiunge un nuovo capitolo nella saga riguardante la società partecipata da Gemmato. Tutto legittimo, certo. Ma Therapia è stata al centro di un’altra vicenda. Da un lato la critica alla lentezza della sanità pubblica, dall’altro la richiesta di risorse pubbliche.

La società barese, durante l’emergenza pandemica, ha infatti usufruito – come altre realtà imprenditoriali – delle agevolazioni previste dal decreto Rilancio voluto dal governo Conte II.

Sono arrivati oltre 5mila euro a fondo perduto a cui si sommano altri 6mila di crediti di imposta. Ed è singolare che una società, con all’interno Gemmato, abbia beneficiato di quel provvedimento, bocciato da FdI in parlamento.

Meloni, all’epoca barricadera esponente dell’opposizione, aveva definito il decreto «una mangiatoia». Senza contare che tra le sovvenzioni ci sono altri 75mila euro, giunti tramite l’erogazione della regione Puglia. Il pubblico è lento. Ma è sempre buono per ricevere soldi.

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