Dal palco del Festival di Domani a Napoli, lo scorso maggio, l’ormai ex ministro della Cultura si mostrava sicuro di sé: «Rimarrò in carica fino al 2032, nel primo e nel secondo governo Meloni, perché vinceremo ancora le elezioni»
Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha rassegnato le sue dimissioni per il caso politico in cui è stato coinvolto nei giorni scorsi riguardo alla sua relazione sentimentale con la collaboratrice “fantasma” Maria Rosaria Boccia.
Lo scorso 3 settembre il ministro era stato convocato a Palazzo Chigi dalla premier Giorgia Meloni che gli ha chiesto spiegazioni e chiarimenti in merito alla vicenda. In un’intervista successiva con il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci, Sangiuliano ha detto che aveva presentato le sue dimissioni a Meloni, ma erano state rifiutate.
«Sono pronto a dimettermi subito dopo che Meloni me lo chiede – ha detto Sangiuliano nell’intervista – ma ho rassicurato Meloni con prove documentali che si tratta di una vicenda di gossip, che mi rendo conto essere fastidiosa. Ma mai un euro dei cittadini italiani è stato speso e nessun documento riservato è mai circolato. La presidente del Consiglio mi ha detto di andare avanti e di chiarire subito il punto di verità. Mi ha detto “sii sempre sincero e dì sempre la verità”».
Sarò ministro fino al 2032
Sembrano lontani i tempi in cui Sangiuliano aveva detto, sul palco del Festival di Domani a Napoli, che sarebbe rimasto in carica fino al 2032, per ben due legislature di fila. Scherzando con la nostra giornalista Lisa Di Giuseppe, che gli aveva chiesto se avesse intenzione di candidarsi alle elezioni regionali in Campania, Sangiuliano aveva risposto di no: «Fino al 2032 farò il ministro della Cultura, nel primo e nel secondo governo Meloni, perché vinceremo ancora le elezioni e governeremo fino al 2032», aveva assicurato.
E poi aveva aggiunto: «Fonderò un quotidiano e chiederò al vostro direttore di dirigerlo, io farò l'editore. Il quotidiano si chiamerà Dopo Domani. Prezzolini diceva che il progressista pensa al Domani, ma il conservatore è la persona del Dopo Domani. Ed è quello che voglio essere io. Voglio modernizzare salvaguardando l'identità storica del nostro popolo».
Alla fine non è andata proprio così.
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