Altre le ombre di conflitti di interessi sul fedelissimo della premier. La società della famiglia ha pagato al posto suo 14mila euro in 2 anni
La farmacia è una passione di famiglia a casa Gemmato, almeno quanto la politica. Tanto da generare una commistione tra gli interessi di privato imprenditore e l’attività politica di parlamentare prima e di sottosegretario alla Salute poi.
Marcello Gemmato, fedelissimo di Giorgia Meloni, non è infatti solo socio della srl che promuove la sanità privata e finanzia Fratelli d’Italia, la Therapia di Bitonto. C’è di più: ha un piede nella farmacia storica di famiglia. E anche questa, nemmeno a dirlo, sostiene il partito. È proprio questo il punto in comune, infatti, tra le due aziende: il sostegno economico a Fratelli d’Italia. Procediamo con ordine.
Dalla farmacia arrivano puntuali risorse destinate al partito di governo nel quale Gemmato è stato responsabile sanità (ruolo in cui è stato sostituito da Matteo Rosso) e che gli ha permesso di scalare gerarchie al livello nazionale. Il sottosegretario è socio accomandante della ditta familiare che ha elargito finanziamenti a Fratelli d’Italia.
Anche in questo caso ha sempre respinto gli addebiti su possibili conflitti di interessi, rivendicando un pronunciamento del garante della concorrenza sulla piena compatibilità del suo ruolo. Del resto l’Autorità si deve rifare alla normativa vigente.
Dalla farmacia a FdI
Come in altri partiti ogni deputato o senatore sostiene il movimento di appartenenza con una donazione periodica, solitamente mensile, per garantire risorse durante l’anno. FdI ha stabilito una somma di mille euro al mese per ogni eletto nelle istituzioni.
Dal bilancio pubblicato del partito, Gemmato ha dato in totale 4mila euro nel 2022 da singolo parlamentare. Meno di tutti gli altri. Ma si è riscattato da un’altra parte: altri 6mila sono stati erogati direttamente dalla farmacia Gemmato. E ancora: nel 2023 il sottosegretario ha elargito donazioni personali per 5mila euro, mentre 8mila euro sono arrivati nelle casse di Fratelli d’Italia dalla farmacia.
In tutto sono 14mila euro i fondi erogati al partito dalla società gestita con i familiari che ha una sede principale a Terlizzi.
Insieme al sottosegretario nella azienda ci sono i suoi fratelli maggiori, Maurizio e Nicola. Quest’ultimo è stato in passato sindaco di Terlizzi, comune di 25mila abitanti in provincia di Bari. Anche lui fa parte della dinastia della tradizione postmissina inaugurata dal padre Alberto. Così come il figlio di Nicola Gemmato: nominato dirigente di Gioventù nazionale in Puglia. La farmacia è poi un punto di riferimento nella cittadina ed è stata destinataria, come altre aziende, nel 2024 di agevolazioni contributive per l’occupazione in aree svantaggiate (4.675 euro).
Il dato finale, comunque, racconta come l’esponente del partito di Meloni abbia usato l’attività familiare per sostenere il partito, mettendo in unico calderone il lavoro imprenditoriale e l’attività politica. Niente di illegittimo. Ma ci sarebbe una questione di opportunità anche perché gli interessi privati sono nello stesso settore nel quale ricopre incarichi pubblici.
Soldi tripli
Peraltro nel caso di Gemmato i canali di sostegno a FdI sono addirittura triplicati: c’è quello personale e quello della farmacia di famiglia, a cui, come raccontato da Domani, si aggiunge la società Therapia, in cui il sottosegretario è socio al 10 per cento (nell’attesa di dismettere le quote come ha annunciato) e che ha destinato 10mila euro all’articolazione pugliese del partito. Al vertice di Therapia, ancora una volta, figura un farmacista: Andrea Vacca, che a Domani ha raccontato di essere un fan delle politiche di Meloni nonostante non sia militante del partito.
La farmacia è insomma il mondo di riferimento di Gemmato. E il sottosegretario lo tiene ben presente nel suo impegno al governo. Nel disegno di legge sulle Semplificazioni, infatti, attualmente in esame alla Camera, è stata inserita una norma che renderebbe felici i suoi colleghi: vorrebbe concedere alle farmacie la possibilità di diventare dei piccoli laboratori di analisi con procedure più semplici, bypassando una serie di obblighi.
Il testo è ancora da approvare in prima lettura, ma ha allarmato gli operatori del settore. Il pericolo denunciato è che l’agevolazione possa creare problemi di attendibilità all’esito degli esami, secondo quanto hanno denunciato le associazioni di categoria dei centri diagnostici. Nelle scorse settimane è stata fornita un’apertura a possibili correzioni, tutta da valutare.
Il progetto di ampliare la platea dei servizi delle farmacie è un pensiero fisso, come, parlando dei vaccini contro il Covid-19, nel novembre 2021, Gemmato interveniva sferzando il governo regionale: «Il nuovo slittamento della somministrazione dei vaccini in farmacia in Puglia mi lascia incredulo. L’emendamento, a mia prima firma, che porta alla possibilità di vaccinarsi nelle farmacie è stato approvato nella scorsa legge di Bilancio. La Puglia è ancora ferma al palo». Un occhio di riguardo per tutte le farmacie, e ovviamente anche a quella di famiglia. Con l’obiettivo che potessero provvedere alla somministrazione dei vaccini anti Covid.
Eppure sulla vaccinazione ha espresso pareri fortemente criticati dal mondo scientifico, salvo poi rivedere le sue posizioni. Sempre nella fase pandemica la società Therapia di cui è socio, ha ricevuto un sostegno economico previsto dalle misure del secondo governo Conte, la srl che, come svelato ad agosto 2023 da Domani, promuoveva la sanità privata contro le lungaggini di quella pubblica che al governo è rappresentata proprio da Marcello Gemmato, uno e trino: sottosegretario, ma anche imprenditore e farmacista finanziatore del suo partito.
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