Il presidente russo Vladimir Putin minaccia di colpire i «centri decisionali» della capitale ucraina, cioè le sedi del governo e della politica, situate nel pieno centro della città e circondate da edifici civili. «Le previsioni del tempo dicono che oggi tutto è possibile», ironizza con un giornalista che gli chiedeva dettagli sulla sua minaccia.

Da Astana, in Kazakistan, dove si trova per partecipare al vertice del Csto, Putin segnala una potenziale nuova escalation della guerra in Ucraina: un attacco diretto al governo ucraino, come fino ad ora non si era mai visto.

Il quartiere governativo di Lypky, a Kiev, fino ad oggi è stato infatti risparmiato dagli attacchi aerei russi. Si trova in una zona densamente popolata della città, a poca distanza dal quartiere delle ambasciate, dagli edifici che ospitano le principali organizzazioni internazionali e dagli hotel dove alloggiano diplomatici e delegazioni estere. Un errore di calcolo, qui, potrebbe facilmente tramutarsi in un incidente internazionale.

Ci sono meno rischi, invece, a bombardare il resto città e del paese, come è avvenuto di nuovo nella notte di mercoledì. Poche ore prima del discorso di Putin ad Astana, un nuovo e devastante attacco aereo ha colpito tutta l’Ucraina, lasciando al buio milioni di persone e ferendone almeno cinque. «In due giorni abbiamo lanciato 100 missili e 466 droni d’attacco», ha detto Putin, sottolineando che il bombardamento è stata una risposta agli attacchi compiuti in Russia da Kiev utilizzando missili a lungo raggio di fabbricazione americana e britannica.

Una decisione, ha aggiunto il presidente russo, presa dalla Casa Bianca per creare problemi a Donald Trump. Il presidente eletto degli Stati Uniti, però, «è un uomo intelligente e troverà una soluzione».

In ogni caso, fino a che continueranno gli attacchi in Russia con armi americane «ci sarà sempre una nostra risposta», ha detto Putin. La Russia è pronta a utilizzare di nuovo il missile balistico intermedio con capacità nucleari “Oreshnik”, lanciato per la prima volta la scorsa settimana contro la città di Dnipro. Un uso concentrato di queste armi, ha detto Putin, produce un effetto «paragonabile a quello di una bomba nucleare».

Un annuncio che arriva nello stesso giorno in cui il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione con cui si invitano gli Stati membri a rafforzare il sostegno a Kiev anche attraverso la fornitura di missili a lungo raggio.

Ucraina ancora al buio

Gli ucraini, intanto, contano ancora i danni del bombardamento notturno. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha commentato l’attacco nelle prime ore del giorno, accusando la Russia di aver utilizzato bombe a grappolo contro infrastrutture civili, rendendo i lavori di riparazione particolarmente difficili a causa della necessità di disinnescare gli ordigni inesplosi. Kiev dice di aver abbattuto oltre il 90 per cento dei missili russi, ma che almeno 12 proiettili hanno colpito il bersaglio. «Si è trattato di un massiccio attacco alla rete elettrica ucraina», ha detto il ministro dell’energia di Kiev, Herman Halushchenko.

Nella città di Odessa, dove dieci giorni fa luce e riscaldamento erano mancati per più di 24 ore in seguito a un altro attacco aereo, i generatori diesel, utilizzati per alimentare negozi e ristoranti senza corrente, sono rimasti in funzione per tutto il giorno, soffocando le strade della movida e dello shopping con il loro ronzio. Nella capitale Kiev, la luce è stata staccata dalle prime ore della mattina fino a sera inoltrata. Gli abitanti della capitale hanno avuto soltanto un paio d’ore di pausa nel tardo pomeriggio per ricaricare i propri dispositivi elettronici.

Ma è l’Ucraina occidentale ad essersela vista peggio questa volta, con un milione di persone rimaste completamente senza corrente e riscaldamento nelle regioni di Lviv e Rivne. Nel frattempo i tecnici ucraini sono al lavoro su tutta la rete per cercare di stabilire l’entità dei danni e quanto tempo ci vorrà a tornare ad operare in un regime di quasi-normalità.

Escalare per de-escalare

Putin si dice sicuro che Trump troverà una soluzione alla guerra, ma intanto il presidente eletto nomina un inviato per l’Ucraina che difficilmente sarà gradito al Cremlino. Il generale in pensione Keith Kellogg, la cui nomina è stata annunciata ieri da Trump, è un repubblicano della vecchia scuola che in passato ha più volte criticato l’amministrazione Biden per non aver fornito all’Ucraina abbastanza armi. Pochi giorni fa, Kellogg ha detto che la decisione della Casa Bianca di consentire gli attacchi in Russia con armi Usa è in realtà «un aiuto al presidente Trump», poiché aumenta la sua capacità di negoziare.

Certo, il piano di pace che Kellog ha presentato lo scorso maggio non si discosta molto dalla linea prevalente nell’entourage trumpiano e che Kiev vede come una capitolazione: congelare il conflitto sull’attuale linea del fronte e posporre l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Ma, se per arrivare a questo obiettivo, Kellogg contribuirà a persuadere Trump sulla necessità di nuovi aiuti militari per costringere Putin a trattare, a Kiev non potranno che essere soddisfatti.

Mobilitati a 18 anni

L’amministrazione Biden, intanto, non è convinta che Kiev stia facendo tutto il necessario per raggiungere la posizione migliore da cui trattare con il Cremlino. Per questo, la Casa Bianca avrebbe fatto nuove pressioni su Zelensky per abbassare a 18 anni l’età di mobilitazione nelle forze armate. Attualmente, in Ucraina si può essere arruolati nell’esercito se si hanno tra i 25 e i 60 anni e se non si hanno esenzioni mediche o legate al lavoro.

Il tema è molto sentito nel paese, dove a causa del crollo dellla natalità degli anni Duemila e all’emigrazione, la coorte d'età 15-25 anni è la meno numerosa di tutte. La vicepremier ucraina, Olha Stefanishyna, ha rispedito la richiesta al mittente, chiedendo a Washington di occuparsi prima di armare ed equipaggiare le brigate ucraine che sono ancora in attesa degli aiuti promessi, mentre commenti ben più espliciti sui social e da parte di giornalisti, commentatori e analisti ucraini che accusano la Casa Bianca di chiedere all’Ucraina di ipotecare il suo futuro e di contribuire ad avvelenarepa le relazioni tra la popolazione civile e gli alleati occidentali.

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