La Casa Bianca smentisce i messaggi di un collasso negoziale e rilancia l’ottimismo di Biden. Israele si aspetta un attacco se le trattative falliscono. Trump denuncia la posizione di Harris
Mentre nella capitale egiziana va in scena l'ultimo tentativo dei mediatori di Usa, Egitto e Qatar, i colloqui al Cairo per raggiungere una tregua a Gaza hanno fatto progressi, ha detto la Casa Bianca, confermando anche che il capo della Cia, William Burns, è al tavolo delle trattative.
«Sono stati compiuti progressi. Ora abbiamo bisogno che entrambe le parti si riuniscano e lavorino verso l'attuazione», ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby. Un segnale di ottimismo che potrebbe sfociare in passi avanti nelle trattive.
La Casa Bianca sta facendo il massimo sforzo possibile per arrivare a una tregua e allo scambio degli ostaggi così da evitare una escalation nella regione.
Secondo la radio militare israeliana, sono stati fatti passi avanti nella trattativa tra il Cairo e Israele per quanto riguarda il valico di frontiera di Rafah, che è stato chiuso da quando Israele ha occupato il lato palestinese del confine tra Gaza e l'Egitto a maggio. Una fonte vicina al dossier ha riferito che i colloqui tra il team negoziale israeliano, rientrato ieri sera, e i funzionari egiziani sono stati «costruttivi» per garantire un accordo di cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi.
Secondo le indiscrezioni, l'Egitto approverà le parti modificate del documento aggiornato consegnato dai direttori del Mossad David Barnea e dello Shin Bet Ronen Bar in relazione al Corridoio Filadelfia, la zona cuscinetto che separa l'Egitto dalla Striscia di Gaza, dopo che il Cairo si era rifiutato di accettare il piano ponte degli Stati Uniti presentato dal segretario di Stato Antony Blinken a Doha la scorsa settimana.
La fonte citata dalla Radio militare aggiunge che i negoziatori statunitensi ed egiziani stanno lavorando senza sosta per convincere Hamas a partecipare al prossimo round di negoziati indiretti, che si svolgerà probabilmente domenica. Inoltre potrebbe essere prevista la presenza di forze Onu nel corridoio Filadelfia.
Massima allerta
Ma c’è di più. Le forze di difesa israeliane sono in massima allerta in attesa della risposta del leader di Hamas Yahya Sinwar alla proposta aggiornata di Israele nei negoziati per l'accordo sul rilascio degli ostaggi e la tregua a Gaza: l'Idf ritiene che se i colloqui non vanno a buon fine, Hezbollah potrebbe mettere in atto subito la rappresaglia contro Israele per l'uccisione del capo militare Fuad Shukr.
L'indiscrezione viene riferita da Walla. Tutto questo lavorio diplomatico non ha impedito a Israele di fare un raid nel Sud del Libano che ha provocato sette morti.
Elezioni Usa
La vicenda di Gaza inoltre sta diventando un argomento sempre più caldo della competizione presidenziale tra Trump e Kamala Harris. L'ex presidente Donald Trump ha accusato la vicepresidente e candidata Dem, Kamala Harris, di essere la causa dell'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre nel sud di Israele. Lo ha scritto lo stesso Trump in post condivisi sulla sua piattaforma di social media, Truth Social e rilanciati dai media israeliani.
«Lei odia Israele», ha scritto Trump in una serie di post in risposta al discorso di Harris alla Convention nazionale democratica. «Non si è nemmeno presentata al Congresso per la sessione del di Netanyahu!». «È stata lei a causare l'attacco del 7 ottobre», scrive Trump in un secondo post. accuse ridicole ma danno il senso di come Trump stia usando la questione di Gaza come un elemento della sua campagna per dirottare i voti degli ebrei americani a suo favore.
Ci sono anche altri argomenti che spingono la Casa Bianca a ottenere un accordo in tempi brevi e soprattutto duraturo così da evitare la rappresaglia iraniana che resta sempre una ipotesi possibile se non ci fossero progressi nelle trattative. Washington non vuole avere troppi fronti aperti e quindi spinge per chiudere la questione della Striscia di Gaza così da potersi concentrare su Ucraina ed espansionismo cinese in Asia.
Washington guarda a est
Jake Sullivan effettuerà la prossima settimana la sua prima visita in Cina come consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti per colloqui con il ministro degli Esteri Wang Yi nell'ambito del «canale strategico» creato dalle due superpotenze per stabilizzare le relazioni. Lo scrive il Financial Times. Secondo un funzionario statunitense, Sullivan terraà degli incontri con Wang da martedì.
L'ultima volta che si sono incontrati è stato a Bangkok a gennaio, due mesi dopo che il presidente Joe Biden e la sua controparte cinese Xi Jinping hanno tenuto un summit a San Francisco. In questo contesto Biden sta facendo il massimo sforzo e operando maggiori pressioni su Tel Aviv affinché si giunga a un accordo che faccia calare la tensione nella regione e consenta alla Casa Bianca di portare un trofeo per le elezioni.
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