Le reazioni economiche e politiche al “Liberation day” annunciato dal presidente americano Donald Trump non si sono fatte attendere. Il tycoon dal giardino della Casa Bianca ha detto che farà «l’America ricca» grazie all’introduzione dei dazi che oggi prevedono tariffe in aumento del 25 per cento per le automobili importate dall’estero.

A partire dal 5 aprile sono previsi dazi minimi del 10 per cento e dal 9, invece, entreranno le misure specifiche per ogni paese. Tra i più colpiti la Cina.

Meloni: «Misura sbagliata»

I dazi sono stati criticati anche da un’alleata europea importante per Trump come Giorgia Meloni. «L’introduzione da parte degli Usa di dazi verso l’Unione europea - scrive la presidente del Consiglio - è una misura che considero sbagliata e che non conviene a nessuna delle parti. Faremo tutto quello che possiamo per lavorare a un accordo con gli Stati Uniti, con l'obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l’Occidente a favore di altri attori globali». E ha aggiunge: «In ogni caso, come sempre, agiremo nell’interesse dell’Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei».

La premier oggi ha annullato tutti gli impegni in agenda per riunire tutti i ministri e discutere le azioni tra intraprendere come contro misure ai dazi imposti da Donald Trump. 

Von der Leyen

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Dura la risposta della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che si trova in visita in Uzbekistan. «I dazi colpiranno milioni di cittadini, Le bollette aumenteranno, il pezzo dei farmaci aumenterà. Un colpo per l’economia globale. Ne risentiranno aziende grandi e piccole e le conseguenze saranno disastrose», ha detto annunciando contromisure. «Voglio essere chiara: i dazi non risolveranno le cose. Siamo sempre stati pronti a negoziare, allo stesso tempo siamo pronti a rispondere». Intanto è in via di approvazione il primo pacchetto di contromisure sui dazi introdotti all’acciaio.

Von der Leyen ha poi promesso unità politica a Bruxelles per «superare la tempesta». «Se colpisci uno di noi, colpisci tutti noi. Quindi resteremo uniti e ci difenderemo a vicenda. La nostra unità è la nostra forza. L'Europa ha il più grande mercato unico al mondo, 450 milioni di consumatori. Questo è il nostro porto sicuro in tempi tumultuosi e l'Europa starà al fianco di coloro che sono direttamente colpiti». Per ora però la strategia sembra quella delle trattative con la Casa Bianca che sono nelle mani del commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic.

Francia: «Pronti alla guerra commerciale»

«Siamo pronti per questa guerra commerciale», ha detto invece senza mezzi termini la portavoce del governo francese Sophie Primas. «La Francia risponderà a livello europeo, perché non abbiamo altre soluzioni. Cercheremo prima di negoziare con gli Stati Uniti, ma abbiamo due risposte, perché il signor Trump capisce solo l'equilibrio di potere. La prima sarà effettiva a metà aprile e risponderà al primo attacco americano all'alluminio e all'acciaio. La seconda sarà pronta a fine aprile e riguarderà tutti i beni e servizi americani».

Sui dazi è intervenuto anche il premier britannico Keir Starmer: «Non ci sono vincitori in una guerra commerciale, questo non rientra nel nostro interesse nazionale», ha detto. «Abbiamo un rapporto commerciale equo ed equilibrato con gli Stati Uniti. I negoziati per un accordo di prosperità economica che rafforzi le nostre relazioni commerciali esistenti continuano, e ci batteremo per ottenere l'accordo migliore per la Gran Bretagna».

I mercati

La reazione di Wall Street alle parole di Donald Trump è stata eloquente. Perdite pesanti per i future ma anche singoli titoli come Apple che perde quasi il 7 per cento,  Amazon a -6,05 per cento e Tesla a -6,10 per cento. In rosso anche la borsa di Tokyo.

Discorso analogo per le Borse europee in apertura. In forte calo Francoforte (-2,4 per cento), Parigi (-2,15 per cento) e Londra (-1,43 per cento).

Il Business Roundtable, potente associazione di importanti Ceo statunitensi, ha messo in guardia sul fatto che gli ultimi dazi di Trump potrebbero ritorcersi contro l'economia statunitense.

Pechino

Dure reazioni anche dai paesi asiatici. Il ministero del Commercio cinese ha detto che si opporrà «fermamente» ai nuovi dazi e promette «contromisure per salvaguardare i propri diritti e interessi». I dazi statunitensi «non sono conformi alle norme del commercio internazionale e danneggiano gravemente i legittimi diritti e interessi delle parti interessate», si legge in una nota. Per il ministro del commercio giapponese Yoji Muto i dazi trumpiani sono «estremamente deplorevoli».

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