Sono settimane di totale inattività per gli agenti italiani di polizia, carabinieri e penitenziaria distaccati (con uno stipendio da sogno) a Gjadër e Shëngjin, in attesa della pronuncia della Cassazione sui ricorsi del governo Meloni contro le mancate convalide del trattenimento dei migranti nei centri in Albania. I professionisti rimasti a presidio delle strutture costruite dall’altro lato dell’Adriatico, infatti, non solo si sono trasformati in vigilantes con così tanto tempo a disposizione da occuparsi – con grande vanto della rivista della polizia penitenziaria – dei cani randagi nelle vicinanze, come avvenuto a Gjadër. Ma si sono ambientati al punto di sentirsi liberi di sbottonarsi con delle turiste locali, che si sono rivelate invece le inviate di una tv albanese.

Quello che è venuto fuori dal servizio di Piranjat, una trasmissione che nei toni e nell’estetica ricorda Le Iene, è destinato a far discutere a lungo. Perché gli esponenti delle forze dell’ordine distaccati nel Rafaelo resort (polizia e carabinieri, mentre la penitenziaria risiede – non senza polemiche – in un prefabbricato) raccontano in cosa consiste oggi la loro “missione”, senza nascondere gite e serate in discoteca: «Ci pagano per fare i turisti».

«Una perdita di soldi»

«In questa zona hanno fatto un centro per gli immigrati clandestini. Quando arrivano in Italia con le barche, li prendiamo e li portiamo qua. Ma ora non c’è nessuno: ci siamo solo noi», spiega un agente alla finta turista.

«Noi siamo la sicurezza del centro per migranti, è un accordo: soldi. Qua non c’è nessuno perché i richiedenti asilo sono tornati in Italia. È una perdita di soldi», dice un altro.

Le due ragazze vengono poi invitate nella spa del resort in cui alloggiano le forze dell’ordine. «C’è la sauna, il bagnoturco, la Jacuzzi, la palestra. Abbiamo portato il costume».

Seguono racconti su quello che ogni giorno fanno gli agenti: «Noi siamo venuti per lavoro, quando non lavoriamo facciamo i turisti. Ci pagano per fare i turisti», dice un altro. «Ieri siamo stati a Durazzo, a Tirana in scooter, a Scutari. Paga il governo italiano. Tutto gratis».

Qualcuno di loro si informa anche su come funzionano le discoteche locali: «Ci hanno detto che non si entra senza le ragazze», dice un altro invitando le due “turiste” a una serata. «Se il tuo ragazzo è geloso ci hanno detto che qui possono esserci problemi».

Gli agenti invitano le due a un pranzo in stanza, perché al ristorante che alle forze dell’ordine italiane è stato riservato non possono entrare. Quello che non sanno è che sono registrati di nascosto, restituendo il quadro di un’operazione fallimentare a spese degli italiani.

Il governo: «La Corte europea ci darà ragione»

Nel frattempo, dal governo Meloni continuano ad arrivare dichiarazioni ottimistiche circa il prosieguo delle deportazioni di migranti in Albania. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha preso tempo in attesa della pronuncia della Cassazione sulla convalida dei trattenimenti: «Il procedimento è iniziato, aspettiamo di vedere. Questo è un periodo in cui non c'è necessità impellente di attivazione del Centro. Gli sbarchi sono molto ridotti. Vediamo quale sarà l'evoluzione e poi prenderemo una decisione». Il ministro ha anche definito la notizia, diffusa da Domani, di un canile attivato nel centro ancora senza ospiti, «solo una barzelletta simpatica».

Sulla stessa linea il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove: «La Corte di giustizia europea ci darà ragione sicuramente sul caso Albania perché considererei folle che l’Europa dica che non esistono più frontiere».

© Riproduzione riservata