«Le dimissioni di Belloni non c’entrano assolutamente nulla» con le vicende di Cecilia Sala e di Space X. Nella tradizionale conferenza stampa la premier ha detto di non aver saputo del finanziamento per 30mila euro da parte della Fondazione Alleanza Nazionale (cassaforte di FdI) necessaria per l’acquisto della sede Msi rivelata da Domani
Il nuovo direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza sarà il prefetto Vittorio Rizzi, ha annunciato Giorgia Meloni nella conferenza stampa di fine anno, precisando che la nomina verrà formalizzata nel consiglio dei ministri nelle prossime ore. Meloni ha affermato che «molte ricostruzioni» sulla direttrice del Dis dimissionaria, Elisabetta Belloni, «non corrispondono a verità».
Le vicende di Cecilia Sala e di Space X, di questi giorni, «non c’entrano assolutamente nulla» con le sue dimissioni, che le ha consegnate prima di Natale. «Ho una stima enorme per Belloni», ha detto la premier, «che ringrazio del lavoro straordinario fatto per la presidenza del G7. Belloni è un funzionario capace, coraggioso e di lungo corso e mi pare sia molto ambita anche fuori dai confini nazionali».
In apertura della conferenza stampa di fine anno della premier Giorgia Meloni, il presidente del Consiglio nazionale Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli ha espresso «prima di ogni altra cosa, a nome della nostra comunità professionale, la gioia e il sollievo per il rientro in Italia della collega Cecilia Sala e un grazie a tutti coloro che si sono adoperati per la sua liberazione».
Matteo Salvini al Viminale, per la premier, «non è nell’ordine delle cose», «sarebbe un ottimo ministro dell’Interno», ma, precisa Meloni, anche Matteo Piantedosi lo è.
La sede di Acca Larentia
Alla domanda della nostra Daniela Preziosi, sulla sede acquistata dall’associazione legata a CasaPound, la premier ha risposto di essere «contenta che la sede storica del Msi non sia diventato un fast food», ma di non essere stata direttamente a conoscenza del fatto che la Fondazione Alleanza Nazionale, del cui cda fanno parte numerose figure di FdI, abbia di fatto reso possibile l’acquisto con una donazione di 30mila euro alla Fondazione Acca Larentia, di fatto in mano a CasaPound.
La sicurezza
In risposta a una domanda sul destino dell’agente che dopo aver ucciso una persona che stava aggredendo gente per strada a Rimini, Meloni ha spiegato di essere al fianco del poliziotto. «C'è un signore che accoltella 4 persone e poi si avventa su un carabiniere. La prontezza del carabiniere fa sì che non venga ucciso e anzi impedisce che l'uomo uccida altre persone. Il carabiniere viene indagato. Si dice che sia un atto dovuto, vedremo, io ho chiesto all'Arma dei carabinieri di sostenere le spese legali della difesa del maresciallo Masini e intendo chiedere al generale Luongo di conferire al maresciallo Masini un riconoscimento per il suo valore. Ha fatto il suo lavoro» ha detto la premier, che annuncia anche modifiche alla legge.
«Ci dobbiamo porre il problema delle forze dell'ordine che temono di far bene il proprio lavoro perché rischiano di trovarsi in un calvario giudiziario. Faremo un approfondimento delle norme vada fatto».
Space X
Su Space X Meloni afferma di voler fare chiarezza: «Non ho mai parlato personalmente con Elon Musk di queste vicende», ha detto, aggiungendo di essere «stupita da come alcune notizie false rimbalzino e diventino centro del dibattito e continuino a essere discusse dopo le smentite. E non parlo di voi – ha spiegato rivolgendosi ai giornalisti – ma parlo dell’opposizione soprattutto».
«Non so se altri siano abituati a usare la cosa pubblica per fare favori agli amici ma non è mio costume. Valuto gli investimenti stranieri con l’unica lente dell’interesse nazionale e non delle amicizie o delle idee politiche di chi deve investire», ha concluso.
Meloni ha spiegato che con Space X la fase è quella delle «interlocuzioni che rientrano nella normalità», un fase istruttoria: «Ha illustrato al governo la tecnologia di cui dispone, che consente comunicazioni in sicurezza a livello nazionale e soprattutto planetario, e per noi significa soprattutto garantire comunicazioni sicure nel rapporto con le sedi diplomatiche e con i contingenti militari all’estero, che sono molto delicate».
Il caso Sala
In due anni di governo, ha detto Meloni, «non ho provato emozione più grande di quando ho potuto chiamare una madre per dirle che la figlia stava tornando a casa». È stata la presidente del consiglio a dare notizia alla madre di Sala, Elisabetta Vernoni, della liberazione della figlia, detenuta dal 19 dicembre in Iran.
«Non c’è stato un punto di svolta sulla vicenda Sala», ha detto Meloni, perché è sempre stata seguita con grande attenzione. Un caso legato a quello della giornalista italiana è quello di Mohammad Abedini Najafabadi, cittadino iraniano arrestato a Malpensa il 16 dicembre, su cui pende una richiesta di estradizione da parte degli Usa. «Il caso Abedini è al vaglio tecnico e politico del ministero della Giustizia», ha spiegato la premier, «è una vicenda che bisogna continuare a discutere con i nostri amici statunitensi. Ne avrei voluto parlare anche con Biden sabato». Il presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden ha annullato il suo viaggio in Italia a causa degli incendi in corso in California.
Le dichiarazioni di Trump e l’Ucraina
Meloni ritiene, inoltre, che le dichiarazioni del presidente eletto Usa Donald Trump (in una prima conferenza stampa dalla sua residenza privata ha avvertito Panama e Groenlandia che non esclude l’uso della forza militare nei loro confronti) «rientrino nel dibattito a distanza tra grandi potenze, è un modo energico per dire che gli Usa non rimarranno a guardare di fronte alla previsione che altri grandi player globali muovono in zone di interesse strategico» per gli Stati Uniti e per l’occidente.
La premier esclude che gli Stati Uniti «nei prossimi anni si metteranno a tentare di annettere con la forza dei territori che interessano». Se compatibile con l’agenda, Meloni volerà negli Usa per l’insediamento di Trump il 20 gennaio.
Per il presidente uscente sarebbe un errore, spiega, un disimpegno in Ucraina. «Non leggo questo dalle sue dichiarazioni. Ha parlato in più occasioni di “pace con la forza” e io ho sempre sostenuto che l'unico modo per costringere la Russia a sedersi ad un tavolo di trattative era costruire una situazione di difficoltà» sul campo.
La situazione delle carceri
In tema carcere la premier Giorgia Meloni ha detto che il governo sta lavorando per ampliare la capienza dei detenuti. A partire da quest’anno si lavorerà per ottenere più di settemila posti, ma questi non sono sufficienti.
Secondo quanto riportano i sindacati attualmente negli istituti penitenziari italiani ci sono più di 16mila detenuti oltre i limiti massimi. La premier non vede altre soluzione e nega la possibilità di amnistie o indulti. «Amnistia? Le parole del Pontefice sono rivolte ai governi di tutto il mondo, non specificamente all’Italia. In ogni caso intendiamo fare la nostra parte per garantire condizioni migliori a chi sconta un pena in Italia, solo che noi dobbiamo adeguare la capienza delle nostre carceri alle necessità, e non il contrario», affermato. Nel frattempo in mattinata è arrivata la notizia di un altro suicidio avvenuto in carcere, questa volta a Roma nell’istituto di Regina Coeli.
I centri in albania
Sui centri per migranti in Albania, ora vuoti in attesa della decisione della Corte di giustizia Ue in primavera, la premier sostiene che «la Cassazione dia ragione al governo, cioè spetta al governo stabilire i paesi sicuri e il giudice non può sistematicamente disapplicare, ma può motivare il caso specifico». Meloni ha fatto sapere che «il dispositivo è pronto a partire in qualsiasi momento».
Secondo la presidente del consiglio, la maggioranza dei leader dei paesi europei sosterrà la posizione italiana di fronte alla Corte Ue, «anche perché quello che stiamo sostenendo è perfettamente in linea con il nuovo patto di immigrazione e asilo».
Libertà di stampa
Bartoli ha lanciato l’allarme su una serie di provvedimenti legislativi, «che restringono in maniera preoccupante la libera informazione in materia di cronaca giudiziaria e cronaca nera. Tutti conveniamo sulla necessità di trovare un bilanciamento tra due diritti costituzionali: il rispetto della persona e il diritto a essere correttamente e compiutamente informati. Oggi, in Italia, il rispetto della privacy sta però oscurando il diritto dei cittadini a conoscere quanto accade».
Difendere il giornalismo, ricorda Bartoli, significa proteggere la democrazia, «il nostro diritto a essere cittadini informati e consapevoli». Il numero record di azioni giudiziarie intimidatorie, sia penali sia civili, contro i giornalisti – dice Bartoli – «per questo chiediamo di ripensare totalmente la riforma della diffamazione in discussione al Senato; speriamo inoltre che il Parlamento voglia correggere una norma disastrosa, quella sulla cosiddetta presunzione di innocenza».
Per Meloni «non c’è alcuna limitazione del diritto di informazione e di essere informati» e comunque «il governo ha deciso di non inasprire le pene» per chi «dovesse violare» questa indicazione. E, in tema di diffamazione, secondo la premier «non c’è alcuna limitazione della libertà di stampa» nei provvedimenti del governo.
Ha poi aggiunto Meloni: «Mi capita sempre più frequentemente di trovare virgolettate sui giornali dichiarazioni che mi vengono attribuite di cose che non ho mai detto e non ho mai pensato. Mi capita frequentemente di vedere riportati fatti non avvenuti. Vorrei provassimo partendo da questa conferenza stampa a ripartire con un piede diverso. Io assicuro rispetto per il vostro lavoro, mi permetto chiedere rispetto per il mio».
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