È una celebre e antica definizione dello scrittore Giorgio Bassani, per lo Slam forse più prestigioso, certamente più ricco di riti, tradizioni e regole di comportamento: dal colore bianco all’altezza dell’erba, dalla coda per l’acquisto dei biglietti alle fragole con la panna. Chi ha vinto di più e chi può vincere quest’anno. Anche Sinner
Sui campi in erba dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club, alla periferia sud occidentale di Londra, inizia lunedì 1° luglio il torneo di tennis di Wimbledon, uno dei quattro più prestigiosi fra i circa 60 che si tengono ogni anno in campo maschile e 50 in campo femminile. Dura due settimane.
Insieme con il torneo di Melbourne (Open d’Australia) che si svolge a metà gennaio, quello di Parigi a cavallo tra maggio e giugno (Roland-Garros) e quello di New York tra fine agosto e inizio settembre (US Open, Flushing Meadows), fa parte del cosiddetto Grande Slam, un termine mutuato dal bridge, probabilmente adoperato la prima volta negli anni Trenta del Novecento.
Il torneo di Wimbledon viene considerato da molti osservatori il più prestigioso. Gode pure del patrocinio della famiglia reale.
La supremazia
È il torneo più antico fra i quattro. Il primo campionato di Wimbledon si è giocato nel 1877, ma solo nel singolare maschile. Il singolare femminile e il doppio maschile sono stati introdotti nel 1884. Gli eventi di doppio femminile e doppio misto sono stati aggiunti nel 1913. A New York si gioca dal 1881, a Parigi dal 1891, in Australia dal 1905.
Il torneo di Wimbledon è rimasto l’unico dello Slam che si giochi ancora su erba, la superficie delle origini, la più classica, la più cara ai tradizionalisti in un mondo da sempre molto legato alle convenienze. Lo US Open ha lasciato i prati nel 1974, prima per la terra verde e poi per il cemento. L’Australian Open si è convertito più tardi, nel 1987. L’erba è dunque un elemento che rende Wimbledon unico.
L’erba
I campi sono seminati dal 2001 con loietto perenne, più adatto a resistere all’usura sotto i colpi del tennis moderno. In precedenza veniva usata una miscela di segale (70 per cento) e festuca rossa (30 per cento). L’erba viene tagliata ogni mattina, rigorosamente all’altezza di 8 millimetri. Intorno all’erba di Wimbledon è fiorita una vera e propria letteratura.
Uno dei libri più raffinati e celebri dedicati a questo sport è “Tennis” di John Mc Phee, tradotto in italiano da Matteo Codignola per Adelphi nel 2013, in originale “Levels of the Game” (1969). Tutta la seconda parte è interamente riservata a Robert Twynam e al suo lavoro di giardiniere capo di Wimbledon all’epoca: un personaggio indimenticabile per i lettori.
Oggi il responsabile della cura dei campi si chiama Neil Stubley. Lavora con una squadra di 15 persone. Diventano 28 durante le due settimane del torneo. I campi sui quali si gioca sono 18, altri 20 sono riservati agli allenamenti, il circolo dispone di altri 8 in terra battuta verde.
Ogni anno vengono utilizzate nove tonnellate di semi di erba. Una nuova semina avviene nel mese di aprile e il primo taglio quando l’erba raggiunge i 15 millimetri. Successivamente si procede con la stessa operazione tre volte a settimana nel mese di maggio per conservare quella misura fino all’arrivo del torneo. Alla fine dell'estate vengono distribuite sei tonnellate di terreno su ogni campo per garantire che le superfici siano livellate.
I campi vengono rullati una volta alla settimana da maggio, a giugno viene limitata la quantità d’acqua con cui si innaffia la superficie, affinché si rassodi. Ogni mattina entra in azione il falco Rufus: sorvola i campi per tenere lontani i piccioni.
Gli altri riti
La cura maniacale per l’erba non è il solo rito che riguarda Wimbledon, definito dallo scrittore Giorgio Bassani “il Vaticano del tennis”. Le linee bianche vengono tracciate un mese e mezzo prima che il torneo abbia inizio, con un marcatore a ruota che contiene un composto bianco, con una mescola di biossido di titanio. Le linee sono tracciate della larghezza di 50 millimetri, tranne quelle di fondo campo che sono larghe 100. Dal 1981 le palline hanno smesso di essere bianche e sono diventate gialle, per favorire una migliore visione delle partite in televisione. Il torneo di Wimbledon è anche il primo a essere stato trasmesso: nel giugno del 1937 dalla BBC con il commento di Freddie Grisewood e John Snagge. In Inghilterra si vede a colori dal 1967. La radio lo trasmette dal 1927.
Il bianco
È il colore d’ordinanza del torneo. Gli arbitri hanno facoltà di chiedere a giocatrici e giocatori di cambiarsi se ritengono che non sia stato rispettato il dress code. Nel 2013 venne chiesto a Roger Federer di adoperare un paio di scarpe diverso da quello che portava, perché avevano una suola arancione. Da allora le norme sono state ritoccate e sono diventate più flessibili.
Chi gioca non ha più l’obbligo di vestirsi completamente di bianco, ma prevalentemente di bianco. Tutte le principali aziende di abbigliamento sportivo che sponsorizzano tenniste e tennisti approntano modelli speciali per Wimbledon. Nel 2008 Roger Federer si presentava in campo con un cardigan bianco, in omaggio all’età dei classici.
La coda
Wimbledon resta uno dei pochi tornei per i quali è possibile (in teoria) acquistare biglietti nel giorno stesso della partita. Fare la coda è un’esperienza che appartiene alle tradizioni del torneo.
Ogni giorno vengono riservati alle persone che scelgono di vivere The Queue fino a un massimo di 500 biglietti nominali e non trasferibili per il Campo Centrale (tranne negli ultimi quattro giorni), per il Campo n. 1 e il Campo n. 2. La coda inizia a Wimbledon Park, a cinque minuti a piedi dalla stazione di Southfields. Spesso la coda inizia la sera prima e aumenta la mattina all’alba. Il circolo ha ovviamente provveduto a scrivere delle regole di comportamento. Sono presenti steward 24 ore su 24.
L'assenza temporanea dalla coda per l'acquisto di bevande o per recarsi in bagno non deve superare i 30 minuti. Chi fa la coda durante la notte può usare tende che siano al massimo per due persone, una delle due deve essere sempre presente. Barbecue e fornelli da campeggio non sono ammessi. Non è permesso fumare né ascoltare musica o giocare a palla dopo le 22. Eventuali consegne di cibo da asporto devono essere recapitate al cancello principale, mai dopo le 22.
La coda per questa edizione è cominciata domenica 30 giugno. Nei giorni precedenti, chi ha provato a prendere posto sul marciapiede è stato allontanato. A Wimbledon Park sono presenti servizi igienici, punti di ristoro, stazioni di rifornimento d'acqua, punti di pronto soccor
so, wi-fi. La sveglia degli stewar d suona alle 6, un’ora e mezza più tardi vengono distribuiti i braccialetti per l’accesso, nella quantità disponibile quel giorno.La collina
C’è un’area in erba all’interno del circolo destinata a ospitare chi possiede i biglietti per i campi laterali, ma non quelli principali. Si chiam
a Aorangi Terrace, il nome viene dall’A orangi Park appartenuto fino al 1981 al London New Zealand Rugby Club: si trova nei pressi del Campo numero 1 e ospita un maxi-schermo che diffonde le immagini delle partite principali. È anche possibile consumare pic-nic.Di volta in volta è stata ribattezzata con il nome del più forte giocatore britannico, perché là si radunano i suoi tifosi. Negli anni ‘90 era la Henman Hill, poi è diventata la Murray Mound. Dal 2022 la collina viene ricreata anche a New York, allestita nel Brooklyn Bridge Park, per una capienza di 1.000 persone al giorno.
I raccattapalle
Altre figure leggendarie del torneo. Ne vengono selezionati 250 tra i circa 1.000 che si candidano ogni anno. Circa 170 hanno fra i 9 e i 10 anni, gli altri 80 sono scelti tra chi è già stato al torneo negli anni precedenti. L'età media è di 15 anni. Si muovono in squadre da sei e ruotano ogni ora.
Dal 1946 sono stati selezionati attraverso enti di beneficenza per l’infanzia e istituti di carità. Dal 1977 sono state ammesse anche le ragazzine, ma fino al 1985 non hanno potuto mettere piede sul campo centrale. Dal 1980 le squadre sono diventate miste.
Dopo la selezione, nel mese di febbraio, cominciano l’addestramento presso il Raynes Park Community Sports Ground. Ogni potenziale raccattapalle prende parte al corso una volta ogni quindici giorni, ogni lezione dura due ore e mezza, e partecipa successivamente a quattro sessioni pratiche: su campi coperti prima di Pasqua, sui prati di Wimbledon fino a metà giugno.
È un rito pure la passerella finale tra loro di un membro della famiglia reale, dopo le finali, per un saluto e due chiacchiere informali.
Gli incordatori
Il giorno prima dell’inizio del torneo, ci sono circa cinquecento racchette impilate una sull’altra da accordare. Se ne occupano sedici persone che seguono le indicazioni dei giocatori e possono restare al lavoro anche fino a mezzanotte. La squadra di artigiani è composta da persone che vengono da Spagna, Italia, Repubblica Ceca, Svizzera, Paesi Bassi.
Alla guida c’è Paul Skipp, il mastro incordatore di Wimbledon. È come l’avvocato d’ufficio nei telefilm. Si rivolgono a lui quei giocatori e quelle giocatrici che non hanno una persona di fiducia all’esterno al circolo. Accordare costa 28 dollari a racchetta. Qualche anno fa Skipp rivendicava con il New York Times di aver incordato le racchette a 10 tra giocatori e giocatrici che alla fine hanno vinto il torneo, tra cui Angelique Kerber e Andy Murray.
Le fragole con la panna
Una porzione da 10 costa due sterline e mezza. Anche qui c’è un grande classico, la solita marca, la fornitura tradizionale che arriva da trent’anni dalla Hugh Lowe Farms, vicino a Maidstone, nel Kent. Un’azienda a conduzione familiare. Marion Regan ha preso il posto di suo padre Hugh Lowe, a sua volta succeduto al nonno. Nelle due settimane del torneo, i Regan consegnano 30 tonnellate di fragole, una piccola percentuale delle loro vendite annuali di 5.000 tonnellate. I dipendenti per la raccolta sono 700.
La pandemia
Wimbledon è anche stato l’unico torneo dello Slam a fermarsi nel 2020. A Melbourne fecero in tempo a giocare prima del lockdown mondiale, Parigi slittò da maggio a settembre, gli US Open si tennero nella solita finestra. Wimbledon rinunciò. Il motivo venne scoperto dal Daily Mail. Era l’unico evento sportivo al mondo con una polizza assicurativa contro l’annullamento anche per una epidemia.
Le clausole erano state aggiornate nel corso degli anni, e avevano finito per comprendere il lutto nazionale, un attentato terroristico e la morte della regina. Un’intuizione del direttore finanziario Richard Atkinson e dell’ex responsabile delle risorse umane Michael Gradon. È considerata la prova della maniacale attenzione di Wimbledon per i dettagli, un’ossessione che spinge a chiedere l’approvazione del Consiglio anche per il disegno della cartolina di auguri a Natale.
Quell’anno rimasero fermi gli iconici orologi Rolex e il tabellone della finale 2019 conservò sul display il risultato fino all’inizio del torneo nell’estate del 2021.
Chi ha vinto di più
In campo maschile Roger Federer guida l’albo d’oro con 8 titoli, di cui i primi cinque consecutivi a partire dal 2003, l’ultimo nel 2017. Seguono a quota sette Novak Djokovic, l’americano Pete Sampras (1993-2000) e il britannico William Renshaw (1881-1889), quest’ultimo però in condizioni di tutto favore, quando il regolamento ammetteva direttamente alla finale dell’anno successivo il detentore della Coppa. A proposito, la Coppa originale resta sempre al circolo. Ogni vincitore riceve una replica grande tre quarti l’originale.
In campo femminile il record appartiene alla ceca naturalizzata americana Martina Navrátilová, nove titoli fra 1978-1990, a quota 8 Helen Wills Moody (1927-1938), a 7 Steffi Graf (1988-1996) e Serena WIlliams (2002-2016). L’ennesima tradizione vuole che il vincitore e la vincitrice ballino insieme al ricevimento che il circolo dà a conclusione dei 15 giorni di partite, la domenica sera. È l’evento che nel 1992 fece scattare qualcosa tra Andre Agassi e Steffi Graf.
Chi può vincere
Il torneo femminile ha avuto 7 vincitrici diverse nelle ultime 7 edizioni. La migliore giocatrice al mondo attuale, la polacca Iga Swiatek, è una specialista della terra, ha appena vinto il suo quarto Roland-Garros e molti ritengono che non siano finiti qui. Ma sull’erba ha un gioco considerato ancora vulnerabile. La rivista specializzata Tennis prevede una finale tra la bielorussa Sabalenka e la kazaka Rybakina.
In realtà, di kazako Rybakina ha solo il passaporto. È una ragazza moscovita, ma grazie alla naturalizzazione poté giocare nel 2022, l’anno in cui gli organizzatori misero al bando giocatrici e giocatori di Russia e Bielorussia come conseguenza dell’invasione dell’Ucraina, su pressioni del governo di Boris Johnson. Si disse che la famiglia reale temeva di dover premiare una di loro. La beffa fu che Rybakina partecipò, e vinse pure.
In campo maschile, Jannik Sinner si presenta da numero 1, ma nonostante il successo al torneo di preparazione in Halle, l’erba non è la sua superficie preferita. Ha avuto in dote il tabellone più difficile tra i favoriti, con un possibile incrocio al secondo turno con Matteo Berrettini, primo italiano di sempre a giocare una finale a Wimbledon, nell’estate del 2021, nella stessa domenica in cui la Nazionale di Mancini vinceva a Wembley il titolo europeo. Secondo la rivista Tennis, arriverà comunque in finale dopo aver battuto Alcaraz in semifinale. Avrà per avversario Djokovic.
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