Dal 6 al 9 giugno 450 milioni di cittadini dei 27 stati membri dell’Unione europea saranno chiamati a scegliere i propri rappresentanti che formeranno il Parlamento europeo, l’unico organo eletto direttamente dai cittadini. In Italia si voterà sabato 8 e domenica 9 giugno.

Le prime elezioni europee si sono svolte nel 1979, anche se il Parlamento europeo è nato come organo rappresentativo nel 1962. La legislazione che inizierà in seguito alle prossime consultazioni sarà la decima.

Come si vota

La legge elettorale europea prevede l’uso di un sistema proporzionale, per cui ogni lista ottiene un numero di seggi in proporzione ai voti ottenuti. In Italia, gli elettori possono esprimere fino a tre preferenze nella stessa lista, purché i candidati siano di sesso diverso.

Le urne saranno aperte tra le 14 e le 22 di sabato 8 giugno e dalle 7 alle 23 di domenica 9 giugno, dopodiché inizierà subito lo spoglio. 

L’Italia è divisa in cinque circoscrizioni elettorali: nord ovest, nord est, centro, sud e isola. A ogni circoscrizione viene assegnato un certo numero di seggi sulla base della popolazione che vi risiede.

Il voto per i fuorisede

Alle elezioni europee di quest'anno sarà possibile, solo per gli studenti fuorisede, votare nel luogo in cui risiedono per motivi di studio. Si tratta di una potenziale platea di circa 900mila persone, su un totale di 5 milioni di fuorisede in Italia (gli altri lo sono per motivi di lavoro).

Alla scadenza del termine per fare richiesta di voto fuorisede, le domande sono in totale 23.734, equivalenti al 4 per cento degli aventi diritto.

Ma non tutti potranno votare nel comune in cui effettivamente vivono, perché quasi il 90 per cento di loro sarà costretto comunque a spostarsi e andare nel capoluogo di regione. E solo in 2.568 rimarranno nel proprio domicilio.

Come si compone il Parlamento europeo

Quest’organo viene eletto ogni 5 anni e si compone al momento di 705 eurodeputati: il numero è stabilito in base a criteri proporzionali della popolazione. In queste elezioni saranno eletti 15 eurodeputati in più rispetto al 2019, dal momento che la popolazione europea è cresciuta.

L’Italia ha diritto a 76 rappresentanti, ma il numero può subire modificazioni nel tempo. I trattati europei, infatti, prevedono che il Parlamento europeo possa avere al massimo 750 eurodeputati più la presidenza, ogni paese non può avere meno di 6 seggi o più di 96.

Al momento l’Italia è il terzo paese per popolazione, e quindi per seggi, dopo Germania (96) e Francia (81). I paesi con meno rappresentanti sono Malta, Cipro e Lussemburgo che eleggono 6 deputati ciascuno. Dopo il 9 giugno Francia, Spagna e Paesi Bassi avranno 2 parlamentari in più a testa.

Per l’Italia, la soglia di sbarramento al Parlamento europeo è del 4 per cento: le liste che non raggiungono questa soglia non hanno diritto ad alcun seggio.

I gruppi parlamentari

A livello nazionale i rappresentanti sono scelti dai partiti, ma a Strasburgo (dove si riunisce il Parlamento per le sedute plenarie) vanno a confluire nei gruppi parlamentari, quindi non si siedono in base alla nazionalità, ma per il proprio orientamento politico. Per costituire un gruppo serve l’adesione di almeno 25 parlamentari, eletti in almeno 7 stati membri e al momento i gruppi politici sono sette.

Tra questi il più numeroso è il Partito popolare europeo (Ppe), che rappresenta il centrodestra moderato ed europeista. Di questo schieramento fa parte Forza Italia, a livello europeo ricordiamo la Cdu, partito dell’ex cancelliera tedesca Angela Merkel e di Ursula Von der Leyen, attuale presidente della Commissione europea.

A seguire c’è il gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D), di stampo progressista, rappresentato in Italia dal Partito democratico, e di cui fanno parte l’Spd tedesco, partito dell’attuale cancelliere Olaf Scholz, e il Partito socialista operaio spagnolo, da cui proviene il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez.

Il terzo gruppo per dimensione è Renew Europe (Re), che rappresenta l’elettorato liberale. I partiti italiani che si riconoscono in questo gruppo sono Italia viva e Azione, mentre a livello europeo ne fa parte la formazione politica La République en marche del presidente francese Emmanuel Macron.

Fa capo a un elettorato conservatore e nazionalista il gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (Ecr), che conta tra le sue file Fratelli d’Italia ed è presieduto dalla stessa Giorgia Meloni. L’alleato di Meloni in Europa è il partito spagnolo Vox, al cui congresso del 19 maggio Meloni ha partecipato in videoconferenza, assieme al primo ministro ungherese Viktor Orbán. Il partito di Orbán, Fidesz, conta di entrare in Ecr dopo le elezioni di giugno.

Ancora più a destra troviamo il gruppo Identità e Democrazia (Id), a cui aderisce la Lega di Matteo Salvini e il Rassemblement National di Marine Le Pen, dato come partito favorito alle europee in Francia. È di pochi giorni fa l’espulsione decisa dalla dirigenza di Id di tutti gli eurodeputati appartenenti ad Alternative für Deutschland a seguito alle dichiarazioni del capolista Maximilian Krah («Non tutti i membri delle Ss naziste erano criminali»).

Sul lato opposto dell’emiciclo si siedono i Verdi, federati con l’Alleanza Libera Europa (G/Efa) dove milita Alleanza verdi e sinistra, e il gruppo della Sinistra al Parlamento europeo (Gue/Ngl), che ha posizioni più radicali e anticapitaliste, e di cui non fa parte alcun partito italiano.

L’ultimo gruppo è quello dei “non iscritti”: ne fanno parte tutti gli europarlamentari che non hanno aderito a nessun gruppo politico, come i rappresentanti del Movimento 5 Stelle.

Come funziona l’Europarlamento

Il Parlamento europeo si riunisce una volta al mese in seduta plenaria a Strasburgo, in Francia, dove l’organo legislativo ha la sua sede ufficiale. Possono essere convocate anche altre sedute aggiuntive, che si svolgono a Bruxelles dove il Parlamento ha un’altra sede e dove si riuniscono anche le commissioni parlamentari. La terza sede dell’Emiciclo si trova in Lussemburgo, sede degli uffici del Segretario generale, il cui compito è di organizzare le sedute plenarie e fornire assistenza ai membri del Parlamento.

All’inizio del mandato il Parlamento elegge il proprio presidente, la cui carica dura due anni e mezzo ed è rinnovabile. L’attuale presidente dell’Europarlamento è Roberta Metsola, eurodeputata eletta a Malta e membro del Ppe. Metsola è stata eletta a gennaio 2022 dopo la morte del suo predecessore, l’italiano David Sassoli (S&D). Insieme all’elezione del presidente vengono eletti 14 vicepresidenti e 5 questori, che formano l’Ufficio di presidenza. L’unica vicepresidente italiana è Pina Picierno del Partito democratico (S&D).

Per essere eletti, i candidati alla presidenza dell’Europarlamento devono ottenere la maggioranza assoluta dei voti espressi. Se nessun candidato raggiunge il numero di voti necessari, la procedura va avanti fino a un massimo di quattro scrutini: se dopo la terza votazione non viene raggiunta la maggioranza assoluta, alla quarta sono ammessi solo i due candidati che hanno ottenuto più voti nei precedenti turni. In caso di parità anche in questo caso, viene eletto il candidato più anziano.

L’attività legislativa del Parlamento europeo

Il Parlamento europeo è l’organo legislativo dell’Unione europea e svolge tre funzioni principali: attività legislativa, supervisione e bilancio.

La funzione legislativa è esercitata insieme al Consiglio dell’Unione europea, che riunisce i ministri degli Stati membri competenti in una serie di materie. Alcuni atti legislativi dell’Unione europea, come i regolamenti, sono direttamente applicabili in tutti i 27 paesi, mentre in altri casi, come nelle direttive, ogni Paese deve adottare una legge nazionale per adeguarsi.

Le materie su cui l’Unione europea può legiferare sono stabilite dai trattati europei: in alcuni casi può farlo in maniera esclusiva, come ad esempio sulle regole del mercato interno e sulla politica commerciale, e in altri invece può agire solo per supportare o integrare l’azione degli Stati membri, come la salute, l’istruzione e la cultura.

L’europarlamento non può proporre le leggi, come invece fanno i parlamenti nazionali: questo è un compito della Commissione europea. Il Parlamento quindi discute, modifica ed eventualmente approva le proposte di legge presentate dalla Commissione. Ma il parlamento ha un potere di pre-iniziativa legislativa, ovvero può chiedere alla Commissione di effettuare studi e presentare delle eventuali proposte legislative su loro richiesta.

Come funzionano le commissioni parlamentari

La maggior parte dell’attività legislativa viene svolta all’interno delle 20 commissioni parlamentari, composte sulla base delle rappresentanze politiche dei gruppi politici. Ogni commissione si occupa di una materia specifica e possono essere permanenti (come ad esempio gli affari esteri, i diritti umani, agricoltura e sviluppo rurale), temporanee (Covid) e d’inchiesta (uso di Pegasus).

All’interno delle commissioni le proposte vengono esaminate, discusse e modificate. Tra i membri della commissione è scelto un relatore, che ha il compito di illustrare la proposta in aula. Per essere approvato, un atto legislativo deve ricevere il consenso sia del Parlamento europeo sia del Consiglio dell’Ue.

Le altre funzioni dell’Europarlamento

Il Parlamento europeo condivide con il Consiglio dell’Unione europea il potere di decidere sul bilancio dell’Ue, ovvero sulle entrate e sulle spese annuali. In altri casi Parlamento e Consiglio non hanno lo stesso peso decisionale, come in politica estera e di sicurezza comune, oppure sulle politiche di concorrenza. Su questi temi il Parlamento ha solamente funzioni consultive, il suo compito è quello di esprimere un parere sulle proposte di legge, che il Consiglio deve valutare obbligatoriamente prima di prendere la decisione finale.

L’ultima funzione svolta dal Parlamento è quella di controllo politico nei confronti delle altre istituzioni dell’Unione europea, in particolare della Commissione europea, la quale ha il potere esecutivo e di iniziativa legislativa.

Dopo le elezioni europee il Parlamento eleggerà il nuovo presidente della Commissione, che sarà proposto dal Consiglio Ue in base ai risultati delle elezioni. Il candidato che verrà scelto, che prende il nome di Spitzenkandidat, sarà un membro del gruppo politico più numeroso in Parlamento.

L’attuale presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, appartenente al Ppe, alle elezioni del 2019 ha ottenuto il maggior numero di seggi. Per essere approvato, il candidato deve ottenere la metà dei voti più uno dal Parlamento europeo. Per ottenere questo risultato, i gruppi politici devono trovare un accordo tra loro. Nel 2019 von der Leyen è stata eletta con i voti del Ppe, dei Socialisti e Democratici, Renew Europe e degli eurodeputati del Movimento 5 Stelle, dando vita alla cosiddetta “maggioranza Ursula”.

Ma il Parlamento europeo può approvare o respingere i candidati proposti dagli Stati membri in seguito a un’audizione parlamentare. L’Emiciclo ha anche la possibilità di censurare la Commissione su richiesta di un decimo dei parlamentari: se la procedura andasse a buon fine, la Commissione dovrebbe dimettersi.

Questa misura non è mai stata adottata: solo nel 1999, quando la Commissione guidata da Jacques Santer è stata travolta da uno scandalo di corruzione, ha rassegnato le dimissioni prima che il Parlamento votasse la mozione di censura.

Quanto è pagato un parlamentare europeo?

Gli eurodeputati hanno diritto a un’indennità mensile di circa 8mila euro, da cui si detraggono le imposte dell’Unione europea e dei contributi assicurativi. Al compimento dei 63 anni, hanno diritto a una pensione pari al 3,5 per cento della retribuzione per ciascun anno completo di esercizio del mandato.

Ogni mese percepiscono ulteriori indennità che coprono le spese sostenute durante la loro attività parlamentare, che spesso avvengono nelle sedi europee. Vengono rimborsati loro i biglietti di viaggio, poi hanno una diaria giornaliera di 324 euro per le spese di alloggio, insieme a indennità che vanno a coprire il costo dell’affitto di uffici, di telefoni e organizzazione di conferenze, fino ad un massimo di 4.500 euro mensili. A fine mandato gli europarlamentari percepiranno un’indennità equivalente a un mese di stipendio per ogni anno in cui sono rimasti in carica.

Il Parlamento europeo paga direttamente i collaboratori degli europarlamentari con un fondo apposito, pari a 29mila euro mensili per deputato. Quindi l’assistente parlamentare di Maximilian Krah, Jian Guo, accusato dalle autorità tedesche di spionaggio per conto della Cina e in particolare di fornire informazioni sulle trattative dell’Europarlamento, era pagato direttamente dall’Unione europea.


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