La preoccupazione per il benessere degli animali è sempre più sentita e travalica schieramenti e sensibilità. Anche il tema degli allevamenti intensivi è centrale in una società impegnata, nonostante le resistenze, nella riconversione ecologica e nella riconciliazione con la natura. Ma i partiti politici prestano attenzione a queste tematiche? Ecco cosa c’è scritto nei programmi elettorali presentati in vista delle elezioni europee.

CARNE COLTIVATA

Negli ultimi mesi la carne cosiddetta “sintetica” è stata al centro del dibattito. In realtà l’aggettivo è inappropriato, dovremmo parlare invece di carne “coltivata”. Si tratta infatti di cellule staminali di origine animale che vengono coltivate in laboratorio per poi giungere al prodotto finale, senza alcuna modifica genetica e senza elementi sintetici. È vista come una possibile alleata contro il cambiamento climatico, considerando le enormi emissioni climalteranti che comportano gli allevamenti di animali da macello.

L’unico gruppo politico favorevole, tra quelli che nel proprio programma trattano il tema, è il Movimento 5 Stelle. Il partito di Conte dedica un paragrafo del suo lungo manifesto, 103 pagine, alla questione, puntando sulla «necessità di ridurre le emissioni e di sviluppare alternative sostenibili alla carne». L’obiettivo è superare «l’assurdo e propagandistico divieto di produzione e vendita di carne coltivata».

Si parla del divieto fortemente voluto dai partiti del governo Meloni, approvato dal Parlamento alla fine dell’anno scorso. Provvedimento a cui aveva votato contro, insieme al M5S, anche Alleanza Verdi e Sinistra, nonostante non tratti il punto nel suo programma. Non tocca l’argomento neanche il Pd, che però si era astenuto.

Naturalmente, Fratelli d’Italia esterna la volontà di «proseguire la battaglia contro la produzione e commercializzazione di carne e cibi sintetici». Al partito di Meloni fa eco la Lega, nel capitolo rivolto agli agricoltori: «Riconosciamo il valore insostituibile dei loro prodotti e delle caratteristiche nutrizionali che li definiscono e che non possono essere sostituite da quelle fornite dai prodotti di ingegneria cellulare, come la carne “coltivata”». Nessuna menzione, invece, nel programma delle altre liste, da Siamo Europei di Calenda a Stati Uniti d’Europa di Renzi e Bonino.

ALLEVAMENTI INTENSIVI

La macro-tematica legata all’allevamento animale viene affrontata più diffusamente nei programmi dei partiti.

Il Pd chiede «il superamento di pratiche crudeli e cruente nell’allevamento intensivo» e vuole bandire a livello europeo, al pari dei 5S e di Avs, gli allevamenti per la produzione di pellicce. Verdi e Sinistra, in modo più incisivo, chiedono uno stop generale, pur graduale, ai finanziamenti rivolti agli allevamenti intensivi. Da disincentivare anche per il M5S, che vuole una «transizione verso sistemi di allevamento più etici e sostenibili». Entrano ancora più nel dettaglio i programmi dei partiti di Conte e Bonelli-Fratoianni, dal tema delle gabbie negli allevamenti alle pratiche alternative ecocompatibili.

Tra le altre liste, spicca la riflessione di Pace Terra Dignità, guidata da Michele Santoro, secondo cui bisogna «mangiare meno carne» per ridurre le emissioni nocive. «Basta agli allevamenti intensivi», si legge invece senza altri dettagli, nel programma di Libertà, il cartello guidato da Cateno De Luca.

Viceversa, è polemico con le richieste di minor impatto ambientale il programma della Lega. Secondo il partito di Salvini, «tutte le filiere agricole devono tornare ad avere piena legittimità, sgombrando il campo dalle campagne di demonizzazione, forti della sostenibilità e dell’altissima qualità dei loro prodotti».

Vicino alle considerazioni leghiste, Fratelli d’Italia non cita gli allevamenti intensivi. Chiede invece di modificare la normativa europea sul “Ripristino della natura”, per evitare penalizzazioni di agricoltori e allevatori. La Nature Restoration Law, che prevede obiettivi e parametri per il ripristino degli ecosistemi degradati e la tutela degli habitat naturali, ha già subito un pesante stop dopo l’approvazione dell’Europarlamento: è stata rinviata a data da destinarsi dal Consiglio dell’Unione europea. L’intento? «Difendere il legame millenario tra terra, popolazione, allevamento e cibo».

BENESSERE DEGLI ANIMALI

Nei programmi c’è spazio anche al benessere degli animali in senso più ampio. Partito Democratico, Avs, M5S e Libertà dedicano almeno un paragrafo al tema. Anche Forza Italia si concentra sui diritti degli animali in una scheda tematica esterna alle 17 pagine di programma con la sintesi delle priorità.

Fratelli d’Italia, in un punto della sezione agricoltura, vuole «migliorare la disciplina sul benessere animale», senza specificare altro. Siamo Europei, Lega e Stati Uniti d’Europa non trattano la questione.

Tra le proposte che ci sono, si va dalla proibizione della caccia, chiesta da Verdi e Sinistra, fino all’idea dei 5S di introdurre «un nuovo sistema europeo di etichettatura sul benessere degli animali». Il partito di Elly Schlein prevede di «potenziare il supporto europeo alla lotta al randagismo, al bracconaggio, e all’intollerabile pratica di abbandono di animali da affezione».

Sul tema caccia, Forza Italia avanza una proposta opposta a quella di Avs in una delle schede d’approfondimento. Il programma forzista, attenta alle doppiette, propone una «modifica della legge sulla caccia per aumentare il contrasto alla diffusione della fauna selvatica».


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