Dalle minacce ai fatti. Ormai non sembra esserci più alcun freno inibitorio alla furia cieca e compulsiva di Israele che non sembra temere nessuna reazione della comunità internazionale. L’Unifil ha accusato Tel Aviv di aver fatto entrare due suoi tank in una postazione delle forze Onu nel sud del Libano, facendo 15 feriti.

«Verso le 4.30 del mattino, mentre i peacekeeper erano nei rifugi, due carri armati Merkava dell'Idf hanno distrutto il cancello principale della posizione e sono entrati con la forza. Hanno chiesto più volte che la base spegnesse le luci e sono andati via circa 45 minuti dopo, dopo che l'Unifil ha protestato tramite il nostro meccanismo di collegamento», ha affermato un portavoce della missione di peacekeeping.

Non solo. Successivamente è arrivato un ultimatum di Benjamin Netanyahu all’Onu (definito dallo stesso premier pochi giorni fa «una palude di antisemitismo» e al diritto internazionale.

«È giunto il momento di rimuovere l'Unifil dalle roccaforti e dalle aree di combattimento di Hezbollah», ha affermato Netanyahu in una dichiarazione registrata in ebraico, in cui si è rivolto al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, considerato qualche giorno fa dal governo nazionalista e messianico di Tel Aviv «persona non grata».

«L'esercito israeliano lo ha chiesto ripetutamente, e ha avuto ripetuti rifiuti, tutti volti a fornire uno scudo umano a Hezbollah. Il vostro rifiuto di evacuare i soldati li rende ostaggi di Hezbollah. Questo mette in pericolo la loro vita e quella dei nostri soldati. Ci rammarichiamo per l'infortunio subito dai soldati Unifil, facciamo tutto per prevenire questi incidenti», ha detto.

E ancora: «Alcuni leader europei stanno esercitando pressioni nel posto sbagliato. Invece di criticare Israele, dovrebbero rivolgere le loro critiche a Hezbollah, che usa l'Unifil come scudo umano proprio come Hamas a Gaza usa l'Unrwa», ha concluso Netanyahu. Proprio la sede di Gerusalemme Est dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi (Unrwa) potrebbe essere confiscata e attribuita ai coloni.

Ma in Israele non tutti la pensano come il premier, sempre più divisivo. Secondo Yanik Kubovich del quotidiano israeliano Haaretz «alti funzionari della difesa ritengono che il governo israeliano non stia cercando di rilanciare i colloqui sugli ostaggi e la leadership politica sta spingendo per la graduale annessione di ampie parti di Gaza».

Se questo fosse il vero piano del governo israeliano, l’incendio si propagherà nella regione nonostante gli sforzi di Washington e Bruxelles. Poco prima dell’ultimatum di Bibi all’Onu, il Papa aveva chiesto il cessate fuoco in Medio Oriente e il rispetto delle forze Onu. «Si percorrano le vie della diplomazia e del dialogo per ottenere la pace – ha detto Francesco all’Angelus – sono vicino a tutte le popolazioni coinvolte, Palestina, Israele, Libano».

La telefonata di Meloni

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto una conversazione telefonica con Netanyahu. In una nota di Palazzo Chigi si spiega che «Meloni ha ribadito l'inaccettabilità che Unifil sia stata attaccata dalle forze armate israeliane, ricordando come la missione, a cui l’Italia fornisce mille soldati, agisca su mandato del Consiglio di Sicurezza per contribuire alla stabilità regionale».

La premier ha sottolineato «l'assoluta necessità che la sicurezza del personale di Unifil sia sempre garantita». Meloni, riferisce la nota, «ha rinnovato l'impegno dell'Italia in questo senso, dicendosi convinta che attraverso la piena applicazione della risoluzione 1701 si possa contribuire alla stabilizzazione del confine israelo-libanese e garantire il ritorno a casa di tutti gli sfollati».

Il premier libanese

Anche il primo ministro libanese Najib Mikati ha condannato la richiesta di Netanyahu di un ritiro dell'Unifil dal confine meridionale del Libano, dove si sono intensificati gli scontri tra Hezbollah e le truppe israeliane. Il Libano «condanna la posizione di Netanyahu e l'aggressione israeliana contro le forze di peacekeeping dell'Unifil», ha affermato Mikati.

Aggiungendo che «l'avvertimento che Netanyahu ha rivolto a Guterres chiedendo la rimozione dell'Unifil rappresenta un nuovo capitolo nell'approccio del nemico nel non rispettare le norme internazionali».

Il fronte Gaza

Altro dramma si aggiunge da Gaza. L'agenzia di stampa palestinese Wafa ha riferito dell’uccisione di cinque bambini in un attacco aereo israeliano nel nord della Striscia. I bambini stavano giocando vicino a un bar nella zona di Al-Shati e sono attaccati da droni, Secondo Save the Children, dallo scorso ottobre i bambini morti a Gaza sono più di 16.400.

© Riproduzione riservata