«La Russia non ci lascia scelta, dobbiamo difenderci. Viviamo sotto la minaccia di bombardamenti, abbiamo sistemi di allarme grazie anche all'Italia, ma questo purtroppo non basta».

È un appello emotivo quello che il presidente ucraino ha lanciato ieri sera dal palco di Cernobbio: una richiesta di aiuto per fronteggiare i sempre più frequenti bombardamenti russi.

Sul lago di Como

La sua visita alla “mini-Davos” su lago di Como, dove si danno appuntamento leader politici e giganti dell’industria e della finanza, arriva esattamente un mese dopo l’inizio della controffensiva di Kursk che, almeno dal punto di vista mediatico, ha cambiato la percezione del conflitto. Ma allo stesso tempo, il suo viaggio coincide con una fase critica sul fronte del Donbass e con una nuova e devastante offensiva aerea russa contro le città ucraine.

Zelensky non ha invece ancora incontrato Meloni. I due dovrebbero parlarsi venerdì mattina e l’incontro potrebbe prendere diverse strade. I rapporti tra Italia e Ucraina durante il governo Meloni sono sempre stati eccellenti, ma le pressioni degli alleati, Lega in particolare, stanno mettendo nuove pressioni su questa relazione speciale. In particolare, Zelensky e Meloni sono divise dalla questione dell’uso di armi Nato per colpire la Russia.

Il presidente ucraino vorrebbe carta bianca, mentre per ora Meloni ha mantenuto il govverno su una posizione di divieto totale all’uso di armi italiane oltre confine. Per ora, Zelensky non ha fatto pressioni sull’alleata, preferendo mantenere l’apparenza di una concordia senza sbavature.

Vedremo se domani continuerà a mantenere questa linea. Zelensky per ora non ha incontri in agenda con il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, arrivato a Cernobbio il 6 settembre dove ha aveva auspicato un dialogo con il presidente ucraino. Dal palco, Orbán ha parlato a lungo di Ucraina, dando voce all’opinione di numerosi analisti: «Non c'è nessuna intenzione né da una parte né dall'altra di raggiungere una pace, entrambi i leader mi hanno detto che pensano che il tempo possa giocare a loro favore». Per questo, ha detto, c’è bisogno di un grosso sforzo della comunità internazionale per spingere i due paesi a dialogare e di un incontro diretto tra i due leader, Zelensky e Putin.

Visita in Germania

Cernobbio è stata solo l’ultima tappa dell’intensa giornata del presidente ucraino che, poche ore prima di parlare sulle rive del Lago di Como si trovava in Germania, dove ha incontrato il cancelliere Olaf Scholz per poi recarsi alla base aerea di Ramstein, alla riunione del Gruppo di contatto, formato dai circa trenta paesi che foniscono armamenti all’Ucraina.

«Il numero di armi per la difesa aerea che ci è stato promesso e che non è ancora stato consegnato è significativo», ha detto Zelensky, avvertendo che, ancora una volta, l’Ucraina sta esaurendo i missili antiaerei e i suoi cieli rischiano di rimanere scoperti. Zelensky è anche tornato a chiedere l’autorizzazione a usare gli armamenti Nato per attacchi in profondità contro la Russia, richiesta che era stata rafforzata la scorsa settimana, quando il ministro della Difesa di Kiev, Rustem Umerov, era volato a Washington per presentare una lista di bersagli da colpire ben oltre la frontiere tra i due paesi.

Durante la riunione, gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari da 250 milioni di dollari, Germania, Danimarca e Paesi Bassi si sono impegnati a fornire 77 nuovi carri armati Leopard e 20 cannoni semoventi Panzerhaubitze 2000.

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