Tutti la citano ma pochi l’hanno letta. È il primo documento completo sulla mafia siciliana, una bussola per capire cosa è stata e cosa ancora è Cosa Nostra. È anche il primo rapporto che svela le trame fra mafia e politica, ha quasi cinquant'anni e ha comunque sempre una sua attualità
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è dedicata alla relazione antimafia del 1976 scritta da Pio La Torre e dal giudice Cesare Terranova. Un documento che a circa cinquant’anni di distanza rimane ancora attuale.
Tutti la citano ma pochi l’hanno letta. È il primo documento completo sulla mafia siciliana, una bussola per capire cosa è stata e cosa ancora è Cosa Nostra.
È anche il primo rapporto che svela le trame fra mafia e politica, ha quasi cinquant'anni e ha comunque sempre una sua attualità. Certi nomi tornano, generazione criminale dopo generazione criminale. È la relazione di minoranza del 1976 della Commissione parlamentare Antimafia, quella di Pio La Torre e del giudice Cesare Terranova, firmatari oltre a loro i deputati Gianfilippo Benedetti e Alberto Malagugini e i senatori Giulio Adamoli, Gerardo Chiaromonte, Francesco Lugnano e Roberto Maffioletti.
Si apre con una valutazione critica della relazione di maggioranza della Commissione, molto superficiale e attenta a non disturbare i padroni della Sicilia del tempo che poi erano anche gli amici più cari dei mafiosi. Si parte dalla mafia agraria e dal quel pupo nelle mani dei boss che era il bandito Salvatore Giuliano per raccontare il "sacco edilizio” di Palermo, le bombe che di notte facevano saltare in aria le ville liberty di via Libertà o le dimore settecentesche della Piana dei Colli per poi costruire palazzi, palazzi e ancora palazzi.
Il sindaco Salvo Lima e l’assessore ai Lavori Pubblici Vito Ciancimino, i pensionati nullatenenti e prestanome dei costruttori mafiosi, la razzia del territorio, i grandi appalti, la prima guerra del 1963 fra i Greco dei Ciaculli e i La Barbera.
I primi omicidi politici alla periferia dell'impero mafioso, il potere del ministro Giovanni Gioia, i grandi giochi alla Regione Sicilia con i ricchissimi enti controllati dai califfi ammanigliati con la crema di Cosa Nostra. Un documento di straordinario sapere e profondità che è alla radice, elaborazione di Pio La Torre e di Cesare Terranova, del reato di associazione mafiosa e della legge sul sequestro dei beni approvata nel settembre del 1982.
Tre anni dopo l’uccisione del giudice Terranova e centoventi giorni dopo l’uccisione di Pio La Torre. Per una trentina di giorni pubblicheremo ampi stralci di questa relazione sul nostro Blog, atti che nel 2016 la presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Rosy Bindi ha voluto pubblicare in un volume per rendere omaggio alla memoria e al coraggio di chi, in solitudine, mezzo secolo prima, aveva già capito tutto.
Qui di seguito tutti gli articoli della serie:
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