Per trent'anni è stato il latitante più ricercato d'Italia. Un fantasma. E simbolo di una mafia, quella corleonese, morta da tempo. Naturalmente il suo arresto ha fatto scalpore in tutto il mondo. Per le circostanze che l'hanno preceduto qualcuno ha ipotizzato che Matteo Messina Denaro si sia consegnato o sia stato venduto, qualcun altro l'ha “profetizzato” con parole doppie...
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci del libro “Matteo va alla guerra”, scritto da Giacomo di Girolamo e pubblicato per Zolfo Editore. Un racconto unico, che ricostruisce dal punto di vista dei mafiosi, l'ascesa dell'ultimo dei Corleonesi negli intrighi siciliani.
Per trent'anni è stato il latitante più ricercato d'Italia. Un fantasma. E simbolo di una mafia, quella corleonese, morta da tempo. Naturalmente il suo arresto ha fatto scalpore in tutto il mondo. Per le circostanze che l'hanno preceduto qualcuno ha ipotizzato che Matteo Messina Denaro si sia consegnato o sia stato venduto, qualcun altro l'ha “profetizzato” con parole doppie.
Comunque sia andata, l'hanno preso a Palermo il 16 gennaio del 2023 i carabinieri del Raggruppamento operativo speciale. Sapremo dettagli più precisi sulla sua cattura – speriamo – prossimamente.
Con quel nome altisonante e con quell'identikit assai somigliante al vero ltitante era diventato una figura quasi “familiare”. L'avevano avvistato un po' dappertutto. In Toscana e in Veneto, in Spagna e in Tunisia, in Olanda e in Venezuela, perfino in tribuna d'onore allo stadio della Favorita durante una partita del Palermo.
In realtà si sa ancora poco di dove si sia nascosto prima di vederlo, rassegnato, uscire da una clinica palermitana.
È il primo grande latitante arrestato nell’epoca dei social. E il popolo dei meme non ha tardato a scatenare la propria ironia, prendendo in giro il look del boss, con quegli occhiali da sole a coprire l'occhio “guasto” e il giubbotto di montone firmato.
Ma si sono sollevate anche perplessità su uno stato incapace di trovarlo per tre decenni. E poi l’hanno catturato così facilmente, senza tensione. E ancora tutti quei suoi covi vista piazza a Campobello di Mazara.
L'indagine dei carabinieri e dei magistrati è stata sicuramente un’eccellente indagine, però qualche piccolo grande mistero resta sulla fine della latitanza di Matteo Messina Denaro.
E allora per capire di chi stiamo parlando, da oggi sul nostro Blog Mafie pubblichiamo ampi stralci del libro “Matteo va alla guerra”, scritto da Giacomo di Girolamo e pubblicato per Zolfo Editore. Un racconto unico, che ricostruisce dal punto di vista dei mafiosi, l'ascesa dell'ultimo dei Corleonesi negli intrighi siciliani.
Una nota a parte merita il bellissimo disegno di Dario Campagna che ritrae il boss con in mano un gelato. Un riferimento al “mago” che ha clamorosamente annunciato il suo arresto a novembre: l'enigmatico Salvatore Baiardo, di professione ufficiale gelataio.
Qui la lista di tutti gli articoli della serie:
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