Cosa resta dell’81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia? Ecco i film che secondo la nostra critica Teresa Marchesi meritano il vostro tempo e quelli che invece potete evitare. E quando li troverete nelle sale. 

Beetlejuice Beetlejuice

Il film di Tim Burton, in sala dal 5 settembre, è un sequel che «non solo non delude, ma rassicura i fans sul buonumore, esistenziale e creativo, di un surreale poeta del gotico macabro». 

Nonostante 

In arrivo al cinema a marzo del 2025, Nonostante di Valerio Mastandrea riesce a parlare di vita e di morte in maniera leggera. «Diversamente da Ride, il suo primo film, qui il Valerio attore si mette in gioco, a fianco di un’attrice argentina che ammira e insegue da anni, Dolores Fonzi, e ancora di Lino Musella, Laura Morante e Luca Lionello. Sono corpi in coma nelle corsie di un ospedale, ma è solo un dettaglio. Popolano l’ospedale da inquilini attivi, per quanto invisibili, sono amici, formano una comunità serena ma rassegnata. Finché una malata ribelle, rabbiosa, non rompe questa attesa stagnante e dinamita una routine che ha i suoi pregi».

Coppia aperta quasi spalancata

Un film «sorprendente» in cui si trovano «la curiosità umana e la simpatia tracimante di Chiara Francini» e che è in sala dal 29 agosto. «Francini ha delegato la regia a Federica Di Giacomo, che è un nome solido, ma tutto il resto è farina sua: produce, scrive e si moltiplica nei suoi doppi, a cavallo tra palco e realtà, per dirla con Ligabue».

Babygirl

Il thriller erotico di Halina Reijn, con Nicole Kidman e Antonio Banderas, arriverà nelle nostre sale a dicembre. Ed è un film da vedere per il coraggio con cui «racconta fantasie oscure che le donne conoscono bene e gran parte degli uomini (...) si ostinano a ignorare per quieto vivere». 

Familia

Presentato a Venezia nella sezione Orizzonti, in arrivo al cinema il 2 ottobre, Familia di Francesco Costabile, «è la vera epopea familiare di Luigi Celeste, incarcerato per l’omicidio del padre violento, un gesto di autodifesa e disperazione». Basato sul libro autobiografico Non sarà sempre così e con Ficarra e Picone come produttori, è un film che tratta temi molto forti. Ma «i messaggi funzionano solo se fai un buon film, sennò sono sprecati. In questo caso, l’appello alle istituzioni, ad ascoltare ogni minimo segnale, ogni richiesta di aiuto, arriva a destinazione». 

Maria 

Più perdibile invece è il nuovo film di Pablo Larraín, Maria, che dovrebbe arrivare in sala a febbraio del 2025. Racconta l’ultima settimana di vita di Maria Callas, interpretata da Angelina Jolie, con anche Alba Rohrwacher e Pierfrancesco Favino. Maria va a completare la trilogia di Larraín, dopo Jackie e Spencer. Ma assomiglia un po’ alla «comfort zone». 

Campo di battaglia

«Se pretendete suspense, se vi aspettate climax emotivo, questo non è il vostro film»: il focus di Gianni Amelio in quest’opera sulla Grande Guerra è un altro. L’azione si concentra in un ospedale militare, a pochi mesi dalla fine del conflitto, mentre in Europa si allunga già l’ombra della Spagnola. «Il vero bonus di Campo di battaglia», che è al cinema dal 5 settembre, «sono le facce dei feriti in branda, ragazzi veri del posto che parlano solo in dialetto e hanno diciotto, vent’anni, una generazione sbattuta in trincea senza nemmeno il diritto di dichiarare una paura che toglie il senno». 

Wolfs – Lupi solitari 

In uscita il 27 settembre su Apple Tv, il film che riporta insieme dopo 16 anni George Clooney e Brad Pitt è un buddy movie, in cui c’è «movimento da vendere»: «Il film è divertente davvero, una commedia nera tutta da ridere che ammicca, nel titolo, al personaggio del “ripulitore” che Quentin Tarantino aveva cucito addosso ad Harvey Keitel in Pulp Fiction». 

The Room Next Door

«Una raffica di pugnalate al cuore. Vale per chi parecchie delle esperienze che popolano questo requiem di morte e amicizia le ha vissute in prima persona»: The Room Next Door, il primo lungometraggio di Pedro Almodóvar girato in lingua inglese, arriverà nelle sale il 5 dicembre. Un storia di amicizia che parla di fine vita, ha come protagoniste Tilda Swinton e Julianne Moore. 

Queer 

Era il più atteso dei cinque film italiani in concorso. Ma Queer, di Luca Guadagnino, «un capolavoro non è». Protagonista è Daniel Craig, la storia è tratta da un romanzo breve di William S. Burroughs:  «La speranza era che il talento di Guadagnino (...) sfornasse una nuova pietra miliare. C’era da essere più visionari, e su questa soglia Guadagnino ha fallito il bersaglio». Non è ancora nota la data d’uscita. 

Harvest

Harvest, di Athina Rachel Tsangari, è un film che piacerà ai fan di Lanthimos, con cui la regista ha lavorato a stretto contatto per 14 anni. Ambientato nella Scozia del Cinquecento, «è un de profundis su un mondo che tramonta e sull’avvento della rivoluzione industriale, girato in 16 mm, cioè con una grana evidentissima che esalta la meticolosa ricostruzione, soprattutto, della manualità dell’epoca». Non si sa ancora quando lo vedremo al cinema. 

Joker: Folie à Deux

Il “pazzo” sequel del film di Todd Philips, che aveva vinto il Leone d’Oro nel 2019, porta in scena il Joker nella forma di un musical. «Joaquin Phoenix è di una fedeltà commovente al suo sorriso dipinto di pura finzione. Lady Gaga è all’ennesima conferma di un talento anticonvenzionale. I lampi di regia sono magistrali». Arriverà nelle sale italiane il 2 ottobre. 

Diva futura

È già al cinema invece Diva Futura, il film di Giulia Louise Steigerwalt che racconta la storia di Riccardo Schicchi e dell’agenzia che ha lanciato Ilona Anna Staller, Moana Pozzi, Eva Henger: «Parte col brio della commedia pop per poi sterzare sul melopic (biopic+ mélo) e pian piano librarsi nei limpidi cieli dell’agiografia». 

M. Il figlio del secolo

A Venezia è anche stata presentata la più grande serie italiana mai realizzata: M. Il figlio del secolo, di Joe Wright, tratto dal romanzo di Antonio Scurati e con Luca Marinelli nei panni di Benito Mussolini. un kolossal di creatività e pregnanza politica. «Un kolossal di creatività e pregnanza politica», che arriverà su Sky nel 2025.

Iddu

Il film che racconta il carteggio tra il latitante Matteo Messina Denaro e e l’ex sindaco di Castelvetrano, di cui era il figlioccio, «mette insieme due pesi massimi, Elio Germano e Toni Servillo». Una produzione indipendente, a cui «per imperscrutabili ragioni, non hanno concesso i finanziamenti selettivi del ministero», e che si potrà vedere al cinema dal 10 ottobre. 

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